-if I could fly

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"Non importa quanto
hai sofferto.
Ti innamorerai di
nuovo.
Sarà più bello di prima
E farà più paura
che mai"
[Fabio Volo]

Sarà più bello di primaE farà più paurache mai"[Fabio Volo]

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Lei era lì tra le mie braccia. Pareva mi amasse davvero. Quei suoi occhi azzurri, di un azzurro più raro dei diamanti, ed erano capaci di mandarmi in tilt ogni volta che provavo ad entrare ed esplorarli.

Un bagliore di luce mi colpì facendomi strizzare gli occhi. Sentì uno strato di traspirazione attraversarmi il corpo, ero sudato fradicio.

Non ci pensai due volte prima di alzarmi dal letto e fare una doccia veloce che poi si rivelò il contrario.
Una volta entrato dentro la cabina, l'acqua varcò ogni centimetro del mio corpo ed era la sensazione più rilassante che potesse mai esistere.

"Accidenti Harry, l'acqua è bollente!" Ignorai le continue lamentele di mia sorella. Sentivo dei tratti dell'acqua pungermi il petto arrossendolo del tutto, ma quella sensazione di infiammazione mi era sempre piaciuta molto.

Uscì dalla doccia dopo quello che valutai un secolo 3 mi misi i vestiti che preparai la sera prima, mia madre era solita a dire sempre di farlo.

Mi avvicinai alle finestre e la prima cosa che notai furono le pozzanghere e strani colori violetti che vi specchiavano chissà da dove.
Sarà per la pioggia che oggi non riuscì a staccarmi dai vetri delle finestre fredde del mio appartamento.

Mi arresi alla mia intensa pigrizia, presi la mia valigetta piena di manoscritti e andai all'ufficio nonostante avessi un giorno libero.
Al posto di restarmene sdraiato sul letto ad osservare il muro del mio amato appartamento, avrei potuto lavorare per togliermi qualche peso.

                                      *

Raggiunsi la solita porta color sangue e miracolosamente sopra essa e trovai un cartellino con scritto 'Minghway offuce'. Sarò sincero, non sapevo che l'uffucio nel quale lavoravo da ormai quasi un mese si chiamasse in tal modo.

Appoggiai la mia mano sopra la maniglia girandola, ed aprendo lentamente la porta, quel posto di prima mattina possedeva sempre un silenzio incavo e ad essere onesto appena sveglio non era per niente male.

Non c'era nessuno.

La mia curiosità di vedere cosa contenevano le altre stanze dell'ufficio in quel momento mi invase come i leoni con la propria preda.

Nel corridoio di solito il vuoto lo copriva Klaus girando ogni cinque minuti di qua e di là con sempre in mano qualche documento, ma oggi non c'era nemmeno lui.

Entrai nel primo ufficio che vidi appena entrato, questa volta la porta era di un blu molto scuro.

Iniziai ad intravedere fogli bianchi ovunque, le finestre aperte che mi fecero rabbrividire dal freddo per un secondo e c'erano addirittura vestiti quasi dapertutto.
Mi giardai intorno fino a che arrivai ad incontrare un corpo più che familiare davanti alla scrivania.

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