CAPITOLO 1.

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Dopo essere letteralmente sgusciata via dallo stretto abbraccio di mia madre, salutai nuovamente sia lei che papà e raggiunsi Jess prendendo le valige.
Eravamo in direzione Los Angeles!
Avevamo già fatto il check in quando guardammo l'ora, "12:37". L'imbarco era previsto tra neanche cinque minuti, avevo il cuore in gola, continuava a battere dentro di me, fin quando la mia amica parlò, facendomi tornare alla realtà.
"Sam, sono quasi 13 ore di volo, non reggerò oddio." esclamò seccata.
"Jess lo so, il pensiero che li non ci aspetta nessuno poi mi fa tristezza.." ammisi.
"In realtà c'è qualcuno, dai Haz ci aspetta!" scherzò.

**

Finalmente entrammo in aereo, trovammo con fatica i nostri due posti a sedere e ci accomodammo.
Per le prime tre ore parlammo, guardammo dalla finestra il paesaggio.
Poi continuai un po' un libro che avevo ormai letto cinque volte e continuava ad emozionarmi: "looking for alaska"
Quando riuscii a finirlo nuovamente mi accorsi dell'ora "20:23". Mancavano ancora cinque lunghe ore.
Jess dormiva sulla mia spalla mente io non riuscivo a prendere sonno, continuavo a pensare che tutta questa storia era una stupidaggine.
Ricordai ben presto del fuso orario, appena arrivate a LA sarebbero state otto ore indietro, le "16:00" più o meno.

Senza rendermene conto mi ero addormentata e ora una voce stridula mi urlava nell'orecchio:"SIAMO ARRIVATE, ARRIVATE"
"Jess, chiudi quella bocca, ho capito." urlai scherzosa.
Ci alzammo e velocemente recuperammo le nostre cose.
Feci per mettermi il cappotto, poi ricordai di essere a Los Angeles e lo riposi, prendendo al suo posto un paio di occhiali da sole dalla borsa.
Scendemmo dalla scaletta dell'aereo e mi sentii come una star mentre la mia amica salutava tutti stile regina Elisabetta.
Un grande sorriso mi si aprì sulle labbra dopo aver ammirato il luogo dove eravamo e la scritta "Los Angeles" sull'edificio dell'aeroporto.

C'era molta folla che si accalcava per prendere i bagagli ed il caldo si faceva sentire non poco.
Le nostre valige non impiegarono molto ad arrivare e nonostante il nostro scarso tempismo riuscimmo a tirarle giù dal rullo evitando figuracce.

Trovammo presto un taxi dove caricammo i bagagli.
"Hotel the Sun prego" dissi con tono serio.
"Certo signorine." rispose il taxista con quel suo accento americano che adoravo.

**

non parlammo durante il tragitto, eravamo troppo intente a guardare fuori quella splendida città, era stupenda, davvero.
Arrivate davanti l'hotel l'uomo ci portò i bagagli davanti all'entrata dell'albergo, lo pagammo e lui ci augurò una buona vacanza e permanenza.
Oltrepassammo la porta d'ingresso scorrevole dirigendoci verso il bancone.
"Miller" rispose sorridendo Jess alla domanda della signorina dell'hotel.
"Ecco a voi, camera 24, secondo piano." Ci sorrise.
"Grazie tante" rispondemmo all'unisono.
Prendemmo le nostre cose ed entrammo nell'ascensore.
Il corridoio si divideva in due e noi facemmo di conseguenza lo stesso: io andai a sinistra, la mia migliore amica a destra.
"24 24!" Annunciai vittoriosa.
Entrammo lentamente per poi rimanere spiazzate dalla bellezza della camera.
Saltammo sul letto morbido per poi spalancare le tende e restare a guardare il panorama: la soleggiata Los Angeles.

Chiamai mia madre rassicurandola, parlammo un po' al telefono di cosa aveva fatto lei in tredici ore e solo dopo un po' mi resi conto che in Inghilterra era più o meno l'una. Quindi mi scusai e le diedi la buona notte.

"Invece questa sera noi andremo in un pubbbb o nightclub baby" mi annunciò entusiasta Jess.
Ero così elettrizzata.

**

Ci vestimmo in un modo un po' più leggero, adatte al tempo ed al caldo: portavo degli shorts a vita alta con una t-short corta nera e una camicia a scacchi nera e rossa in caso di "fresco". Indossai le mie inseparabile vans nere e mi diressi verso Jess che mi aspettava da più di venti minuti già pronta e con una graziosa gonna a fiori in dosso.
Finalmente libere iniziammo a girare la città, guardammo negozi, incontrammo gente, salutammo dal tour bus sul quale eravamo salite per "conoscere la cittadina di LA" come diceva l'opuscolo chiunque ci guardasse.
Molta gente andava in moto li, era come un usanza, pensai stupidamente.
Ci fermammo a prendere qualcosa da bere in un bar al centro ed osservammo le calme (apparentemente) vite dei cittadini.
Erano abituati a questo caldo che personalmente amavo, ma stavo soffrendo molto..
Guardai l'orologio ed erano già le 19:10 all'incirca.
"Allora andiamo in questo pub tanto famoso?" Proposi a Jess che mi sorrise felice della proposta.

✧*。Strange but beautiful✧*。 (H.S.)Opowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz