L A U D A · D I U R N A

112 27 39
                                    

E t' invoco sovente
a calar Beata,

Peregrina,

adulandoti

nel lividore
d' un meriggio cinereo;

Incorporeo Domani
tra cicatriziali miasmi

che avvolgono rovi bigi
animati e infittiti
dall' appello del tempo;

non più apriche
le cascanti vesti

ora replete
di brina ghiaccia e armigera.

Non v'è certezza
che avviluppa le solive giornate

sopite
da vaghe assenze
di decadi alate
verso erti clivi.


Nefasta ventura
d' una mesta fiaccola algida

qual son io,

senz' armatura...




T' attende immota
O Sfinge Platonica

nella sua disadorna radura.

INFLUSSI  DECADENTIOpowieści tętniące życiem. Odkryj je teraz