Hopefully I won't wake up this time

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Entrambi si ricordavano quel giorno, come se fosse avvenuto recentemente. Anche se i fatti risalivano ormai a tre anni prima, i due uomini non potevano di certo ricordare quella sera, che in modo così dolce e gentile aveva stravolto loro la vita.

La mano di Diluc sulla scrivania distraé Kaeya dalla sua pila di documenti da compilare.
-Ehi, ciao.- Lo salutò Diluc, sorridendo. L'altro gli rispose facendo la stessa cosa. -Oggi quindi riesci ad essere libero?- Quella sera ci sarebbe stato il Lantern rite, un festival emblematico per Liyue. Ed entrambi avevano grandi piani per quell'evento, anche se all'insaputa dell'altro.
Kaeya annuì. -Sì, sono libero tra un'ora. Può andare bene?-
Il giovane dai capelli rossi rispose affermativamente.
-Bene. Allora mi aspetti davanti alla taverna o alla vineria?- Chiese l'uomo con l'occhio azzurro.
-Alla vineria. È più vicina.- Rispose Diluc.
La mano di Kaeya instintivamente si mosse verso quella di Diluc.
-Stai bene? Sei un po' pallido.- Fece notare.
L'altro scosse la testa. -Stai tranquillo, sto benissimo. Lo sai, ho dormito poco stanotte.-
Kaeya assunse un'espressione dispiaciuta. Aveva sentito il corpo del suo amato agitarsi molto durante la notte. E sapeva anche perché, prima ancora di rivolgergli la parola o toccarlo. Non era una cosa nuova, Diluc aveva spesso incubi riguardanti la morte di suo padre. In quei momenti non si parlavano, Kaeya si limitava ad abbracciare l'altra figura e a coccolarla finché il suo fidanzato non si calmava. E ciò succedeva, ma Diluc aveva difficoltà nel riaddormentarsi nuovamente, e di conseguenza il mattino aveva sempre qualcosa che lo faceva sembrare malato ed era più stanco del solito.
-Vai a casa a dormire.- Gli consigliò Kaeya. -La parte migliore del Lantern rite inizia tardi, quindi ti conviene dormire adesso e durante il viaggio.-
Diluc sorrise. -Sì, sarà fatto, non preoccuparti.-
-Invece mi preoccupo, cosa faccio se stai male durante il festival?-
-Non starò male durante il festival, puoi stare tranquillo.-
Kaeya sorrise. -Vai a casa a dormire, ci vediamo dopo.-
Diluc sospirò. -A dopo.- Disse prima di lasciare il quartier generale dei cavalieri di Favonius.

Diluc non si ricordava bene i dettagli del suo rientro a casa, ma non erano importanti.
Ricordava solo di essere entrato nella vineria e di aver parlato con Adelaine riguardo al suo progetto. Voleva davvero metterlo in pratica, ma allo stesso tempo sentiva il bisogno di ritirarsi. Stava dando davvero tutto a quell'uomo. Era un po' di anni che le cose andavano avanti così, i due erano solo guidati dall'estrema fiducia che provavano verso l'altro, ma in quel momento Diluc si sentì perso. Ma sapeva anche che quel senso di smarrimento poteva svanire solo provando ad avanzare una piccola grande proposta.
La donna sosteneva che il progetto di Diluc sarebbe andato a buon fine, in quell'occasione lo rassicurò prima di mandarlo a dormire proprio come aveva fatto Kaeya. Diluc si diresse verso la propria camera.
L'uomo appoggiò i vestiti da mettersi su una sedia in modo da poterli trovare facilmente una volta sveglio, poi posizionò una scatolina nera all'interno di un cassetto del comodino. Pensava che Kaeya, venendo lì, l'avrebbe trovata. Ma non aveva altri posti in cui mettere una piccola scatola senza risultare sospetto nel prenderla con sé.
Spense le luci, si stese sotto le coperte e chiuse gli occhi.
Ma finì per fissare il soffitto, con una serie di paranoie che lo bombardavano. Tuttavia, notò che per quante fossero le domande aveva già delle risposte a portata di mano.
Kaeya lo amava? Sì.
Lo avrebbe mai tradito o lasciato? No.
Lo avrebbe rifiutato? Forse. Non avevano mai parlato di matrimonio in maniera approfondita, e Diluc si pentì di non averlo mai fatto prima di allora. Ma avevano condiviso così tante cose insieme, tantissime esperienze ed innumerevoli prime volte. Ed anche se Diluc a volte faticava a capire cosa ci fosse nella mente dell'altro, di una cosa era sicuro: si amavano. Quindi pensò di non avere niente da temere.
E il giovane si addormentò, stavolta cullato da certezze che gli scaldavano il cuore e lo calmavano.

Solo tempo dopo sentì le dita di Kaeya toccare il suo corpo.
-Ehi, bell'addormentato, svegliati.- Disse il suo ragazzo.
Diluc aprì gli occhi. -Oi. Da quanto sei qui?-
-Circa mezz'ora.- Rispose Kaeya, che era già vestito per l'evento.
Diluc si alzò dal letto e poi prese a vestirsi, lanciando uno sguardo al cassetto in cui era presente la piccola scatolina nera.
-Sei ancora stanco?- Chiese Kaeya.
L'altro scosse la testa. -No, un po' sono riuscito a dormire. - Fu la semplice risposta.

I due partirono con un cavallo quando Diluc finì di vestirsi, e nessuno dei due poteva ricordarsi tutti i dettagli del viaggio. In fondo Liyue era molto distante da Mondstadt, ricordarsi un viaggio così lungo pareva impossibile ad entrambi.

Arrivarono tardi al festival, si ricordavano questo. Ma non importava. Come aveva detto Kaeya, "la parte più bella inizia tardi". I due videro le lanterne librarsi in aria, luci sospese nel buio per celebrare uno yaksha che probabilmente non aveva mai preso parte all'evento. Era una vista mozzafiato, capace di incantare chiunque. Diluc si chiese dove potesse essere quell'individuo celebrato, se stesse guardando quella festività e come potesse sembrargli quello sciame di luce che avanzava verso l'alto senza sosta. L'uomo dai capelli rossi guardò Kaeya, che sembrò rapito da quella visione.
Diluc decise che fosse quello il momento adatto.
Mosse una mano verso la tasca dei pantaloni per accertarsi che la piccola scatola fosse ancora lì, e guardò il suo fidanzato.

-Kae.- Lo chiamò Diluc per attirare la sua attenzione, e funzionò. Kaeya spostò lo sguardo verso di lui in attesa che gli dicesse qualcosa.
Il rosso sentì un nodo formarsi improvvisamente in gola. D'un tratto sentì di nuovo la voglia di fuggire, ma le gambe non si mossero. Qualcosa in un angolo del suo cuore gli disse che doveva stare lì.
-Ci conosciamo da una vita, e siamo fidanzati da molti anni, conviviamo da due e ne abbiamo passate tante insieme.- Diluc decise di iniziare così il suo discorso. Non si era preparato nulla da dire, ed infatti poco dopo finì con il rimanere in silenzio.
Kaeya tuttavia era ancora lì, a dedicargli tutta la sua attenzione.
Diluc fece un respiro profondo.
-Ti amo tantissimo, Kae.- Disse, estraendo dalla sua tasca il piccolo contenitore nero.
Kaeya fu molto sorpreso alla vista di quell'oggetto, sorrise automaticamente. Ciò rassicurò molto l'altro ragazzo.
-Vuoi sposarmi?- Gli chiese Diluc.
La risposta fu un'unica risata che, nonostante tutto, allarmò il rosso.
Cosa stava a significare?
Lo stava rifiutando?
O, peggio ancora, stava ridendo di lui?
Nonostante il sorriso di poco prima non voleva sposarlo?
Vedendo Diluc molto preoccupato, Kaeya decise di fargli capire il perché della sua risata.
-Direi che abbiamo avuto entrambi la stessa idea, di nuovo.- E mentre diceva ciò Kaeya mosse una mano verso la tasca del suo gilet, ed estrasse una scatola analoga a quella che Diluc aveva in mano.d
Diluc fissò Kaeya incredulo.
-So che non ha senso farti la stessa domanda, ma vuoi sposarmi, Luc?- Chiese Kaeya.
L'altro ragazzo per poco non scoppiò in lacrime.
-Sì.- Rispose Diluc annuendo. -Sì, voglio sposarti.-
Kaeya sorrise ed aprì il piccolo contenitore, cosa che fece anche Diluc, e si scambiarono le fedi.
Entrambi guardarono le loro mani, ora ornate di un anello che in quel momento non brillava come le lanterne che si libravano nel cielo, ma ai loro occhi aveva un valore assai più grande.
Diluc avvertì delle lacrime solcargli le guance, e Kaeya gliele asciugò subito con i polpastrelli dei pollici. Tuttavia anche l'uomo con i capelli indaco si era commosso, così tanto da non riuscire a trattenersi. E, tra le lacrime, i due si baciarono di nuovo.

E così guardarono di nuovo le lanterne e il resto del Lantern rite. E non potevano essere più felici.

Non vedevano l'ora di passare il resto della loro vita insieme.

𝐒𝐓𝐀𝐘 𝐆𝐎𝐋𝐃 || Kaeluc oneshotsWhere stories live. Discover now