Parte 3

189 9 6
                                    


"Zii zii vi prego, vi prego portatemi a casa con voi, non voglio stare qui, non voglio andare dalla mamma, vi prego zii adottatemi"

Bea sta piangendo disperata, è inginocchiata ai piedi di Martino e Niccolò e stringe tanto forte i loro jeans che sembra che da un momento all'altro glieli debba strappare, i due guardano confusi Giovanni che tenta in tutti i modi di staccare la bambina ma non riesce.

"Beatrice lasciali subito!"

"Non mi toccare non mi toccare"

La bambina sembra in piena crisi isterica, sul suo volto solo pura disperazione, non è un capriccio come un altro, qui c'è qualcosa dietro e tutti in quella stanza sanno cosa sia ma nessuno ha il coraggio di parlare, Giovanni per non sentirsi l'ennesimo fallimento come genitore e Martino e Niccolò perchè non vogliono mettere bocca in faccende così delicate.

Gio, all'ennesimo calcio dritto in faccia, si arrende, si siede vicino alla bambina, ai piedi degli amici di una vita e si mette a piangere anche lui disperato, ormai fuori dal controllo di questa situazione, Marti non lo ha mai visto così, gli si spezza il cuore a metà, si scambiano uno sguardo d'intesa con Niccolò e decidono, una buona volta, d'intervenire.

"Bea Bea ehi basta, basta, calmati... stai soffocando per quanto stai piangendo"

Nicco si inginocchia e cerca di mettere la bambina seduta, è rossa come un pomorodo, le scosta i ricci rimasti appiccicati alle guance bagnate di lacrime, recupera un fazzolettino e le soffia il naso.

La bambina gli si precipita al collo, lo stringe così forte da soffocarlo.

"Voglio stare con te zio Nicco, ti prego portatemi a casa vostra"

Niccolò inspira profodamente, afferra le piccole spalle di Bea per guardarla in faccia.

"Ti va se andiamo a suonare un po' la chitarra? Lo zio ti canta qualcosa"

"Okay ma poi mi portate a casa vostra"

Nicco non risponde, la prende in braccio e afferra la chitarra di Giovanni per dirigersi lesto nella cameretta della bambina.

Martino, nel frattempo, si avvicina cautamente a Giovanni ormai in completa crisi isterica, gli accarezza piano la schiena ma poi Gio tende le braccia e Marti gli si butta addosso, lo stringe più forte che può mentre l'amico continua a singhiozzare nel suo collo, non può vederlo così, non è normale, non è naturale, è Gio quello che rincuora, è Gio quello che ne ha affrontate di tutti i colori e non si è mai spezzato, è Gio quello che ha cresciuto una bambina tutto da solo, Gio che ride, Gio che scherza, Gio che sostiene, Gio che sa sempre cosa dire nel momento giusto.

E ora Gio è crollato, non ce l'ha più fatta, tutta questa situazione gli sta crollando addosso e vedere sua figlia andare in crisi per colpa sua lo ha ucciso, non sa che fare, non sa più cosa fare e sta chiedendo a Martino, ancora una volta, di tenerlo a galla, di aiutarlo almeno quanto Giovanni lo ha aiutato, gli sta chiedendo di stargli vicino in questo momento che dovrebbe essere solo pieno di gioia ma si sta dimostrando molto più difficile del previsto.

"Marti... Marti sto sbagliando tutto, non so più cosa fare, non l'ho affrontata nel modo giusto, non ho-"

"Sshh sshh"

Martino gli passa dolcemente le mani fra i ricci castani, Gio sembra calmarsi mentre si aggrappa forte alla sua camicia, non sa bene cosa fare, cosa dire, lui non è padre, lui non ne sa un cavolo di queste dinamiche ma sa come si sente Bea, lo sa perfettamente perchè, anche se era molto più grande di lei, anche lui ha sofferto per lo stesso motivo.

Night changesWhere stories live. Discover now