"Andiamo, Nina, ma perché insisti? Non importa come ho fatto a trovarti, no? Ho preso il numero da Valentina, le ho sfilato il cellulare dalla borsetta mentre era troppo impegnata a strangolare Marco. Eri salvata sotto Nin 2. Poi ho passato in rassegna le tue amicizie. Non potevi essere sparita nel nulla. Non senza l'aiuto di qualcuno. Yuri non sapeva niente e non avresti mai coinvolto Biagio. Rimaneva solo una persona dalla quale sei solita correre in caso di difficoltà. Ivan."
"Come mi hai trovata?"
"Non dico sia stato facile. Andare da Ivan era fuori discussione. Ma c'è un legame sul quale avrei potuto giocare per risolvere il mistero, un legame che suona tanto come reato e violazione della privacy, ma per te questo e altro!"
"D'accordo, ma come hai fatto?"
"Sinistri. Anni fa se la faceva con l'impiegata di un commercialista e sono rimasti in ottimi rapporti. Mi sono invitato a casa sua. L'ho sfidato a scacchi. Se avessi vinto, si sarebbe procurato la dichiarazione dei redditi della famiglia Ulivieri. Case, residenze, conto in banca. Sinistri ha perso..."
"Merito mio. A forza di perdere a scacchi contro di me, ti sei allenato!"
"... l'importante è crederci. Comunque, non mi ha dato tutti i dati della dichiarazione. Però si è lasciato sfuggire che tra le case dichiarate dalla famiglia Ulivieri compariva..."
"Un vecchio podere in Val d'Ora."
"Bingo!"
*
Stefano se ne va alle sette di mattina, il giorno dopo, mezz'ora prima che Ivan arrivi e parcheggi la macchina sotto il grande faggio. Non gli dico di avere avuto visite, ma tra me e lui non c'è bisogno di parole. Lo capisce dai segni che i copertoni del motorino hanno lasciato sulla ghiaia, scie della larghezza di una spanna.
Ivan non chiede e mi riporta a casa. Sono pronta? No. Non ho mai odiato il primo giorno di scuola, ma piuttosto che entrare in classe, domani, preferirei camminare sui carboni ardenti. Con Valentina sono più sincera.
«Sai, Vale? Mi piacerebbe essere tanto un mago. Così se le cose si metteranno male, mi basterà schioccare le dita per sparire nel nulla.»
«Oppure potresti sempre cercare l'unico anello che rende invisibili? Come Bilbo Beggins» replica lei.
Nel periodo della mia assenza, si è data al cinema. Quando mi ha vista tornare a casa con un borsone colmo di vestiti sporchi, mi è corsa incontro come un caccia. Lì per lì mi sono chiesta se fosse nelle sue intenzioni usarmi al posto di un sacco da boxe. Invece si è fermata a un passo da me, con le braccia a penzoloni dietro la schiena. Ha stretto le labbra per trattenere chissà quale insulto, per poi uscirsene con un:
"Ora stai bene?"
La sua domanda mi ha rotto il cuore in mille pezzi.
La risposta è stata il classico sì di circostanza, sebbene io stessa debba ancora venire a capo al caos della mia mente. Questo stesso caos minaccia di allargarsi stile buco dell'ozono, non appena entro in aula. Gli occhi dei miei compagni sono su di me.
Dovrei trarre un sospiro di sollievo. Manca Marco. Manca Celeste. Manca Stefano. E invece mi sento spaesata. Ignoro il vociferare e scelgo un banco vicino alla finestra. Lontano dal mondo. Gli occhi di Nicola seguono ogni movimento. È lui a prendere l'iniziativa e a raggiungermi:
«Sapevo dove ti trovavi».
La confessione arriva in un sussurro talmente velato che i compagni spingono i colli nella nostra direzione per sentire meglio. Persino Anatolia, in genere immersa in romanzi femministi, interrompe la lettura del libro. Ma Nicola è ancor più discreto di quel che credevo. Si frappone fra me e gli altri, e le sue spalle mi sembrano talmente ampie da impedire agli estranei di ascoltarci.

CZYTASZ
Binomio - 2
Dla nastolatków[Teen fiction / Slice of life] Li abbiamo lasciati in sospeso. Un punto di domanda, una macchina a notte fonda e una lettera scritta da un pugno deluso. Nina e Marco sono cresciuti, ma soltanto in altezza. Ormai all'ultimo anno di liceo, si nascond...