Come tutto cambiò.

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Nessun ultimo saluto. Nessun abbraccio finale. Nessun modo per dire un ultimo "ti voglio bene" per salutare i genitori che non si vedranno mai più.

E' vero... gli addii sono strazianti, ma quelli non detti lacerano il cuore in maniera definitiva. A maggior ragione se non si conosce il perchè della partenza e se il ritorno tanto atteso non arriva. Queste sono cose che fanno morire.

Dopo la morte dei genitori le due fanciulle rimasero quindi orfane.

La primogenita, Elsa, venne eletta regina non appena ebbe raggiiunto la maggiore età; mentre l'altra, Anna, subì un cambiamento tale da non essere più riconosciuta, quasi come fosse stata colpita da un incantesimo irreversibile: i candidi vestiti da principessa erano stati sostituiti da pantaloni neri strappati (raramente jeans, anch'essi strappati ovviamente) e magliette, sepre nere, di band rock, metel e punk (generi assai disprezzati nel regno, e , a maggior ragione, a corte); le ballerine, graziose come quelle di Cenerentola, se non di più, avevano lasciato spazio a pesanti sneakers (indovinate un po' di che colore?) perennemente slacciate e trascinate sul freddo asfalto delle strade; il dolce viso, in cui si potevano ancora scorgere tratti infantili, era oramai cosparso da un pesante trucco nero.

Durante i caldi giorni estivi, sulle braccia e sul collo delle principessa si scorgevano appena alcuni tatuaggi, dal significato ignoto a tutti...

Correva tuttavia voce, tra gli abitanti del regno (dovete sapere che la vita reale ra un argomento assai interessante agli occhi dei sudditi), che non avessero nessun significato, ma servissero a coprire chissà quali cicatrici; altri, invece, sostenevano che facessero parte di una sorta di "rito di iniziazione" per entrare a far parte delle compagnie che Anna frequentava.

Non era raro, infatti, incontrarla insieme ai ragazzi che suo padre le aveva sempre raccomandato di evitare, impegnati a disegnare sui muri, fumare o ascoltare musica ad un volume improponibile.

Ciò che tutta questa gente non sapeva, e che probabilmente non doveva sapere, era che, una volta chiusa la porta della  stanza, i muri ( e solo i muri) assistevano ad una completa metamorfosi: i vestiti si tingevano di rosso, verde, giallo, tutti i colori, come per magia; i piedi, infreddoliti dalla giornata passata nelle fredde sneakers slacciate, venivano accolti da un paio di pantofole a forma di coniglio ( un vecchio regalo di compleanno dalla mamma); il trucco nero colava giù nel lavandino, liberando gli occhi, azzurri come il più cristallino dei mari, ma allo stesso tempo tristi, come un bambino che ha perso la mamma nel supermercato, e vuoti, come le pagine del diario che avev asempre voluto scrivere... simili al cielo dopo una violenta tempesta.

Frozen heart. Who will save her?Where stories live. Discover now