Una luce e poi di nuovo il buio.

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Una sera, mentre una violenta tempesta infuriava nelle strade solitarie del Regno, una piccolo pupazzo di neve, che diceva di chiamarsi Olaf, si presentò al castello, chiedendo riparo per una notte a causa del tempaccio.

Subito la regina, Elsa, lo cacciò dal castello, sia perchè altre cinquanta persone quella sera avevano chiesto alloggio e nel castello non c'era più spazio, sia perchè trovava alquanto inquietante il fatto che un pupazzo di neve parlasse; ma Anna instistette così tanto che volette andare lei stessa a riprenderlo in mezzo alla bufera di neve, e si offrì addirittura di ospitare il piccolo pupazzo in camera sua.

Tutti nel castello la credevano impazzita, persino, lei stessa credeva di essere uscita di senno definitivamente, non le era mai imporatto niente delle altre persone, cos'aveva Olaf di diverso? Sì, era un pupazzo di nevev parlante, e ciò lo rendeva originale agli occhi di tutti, però Anna era sempre la stessa ragazza che poco tempo prima in una situazione analoga aveva chiuso la posta in faccia ad un povero contadino senza più casa...ma, si sa, al cuor non si comanda...

Olaf era un pupazzo di neve come pochi: non molto alto, paffutello, occhi (due) neri come la pece, anche se, in alcuni tratti, si potevano distinguere lievi sfumature marroni, una carota (di cui anadva molto fiero) al posto del naso, una carattere ingenuo e spensierato ed una passione per gli abbracci: quegli abbracci talmente forti che sembrano volerti rompere, ma in realtà non fanno altro che aggiustarti...

Il pupazzo si trasferì nel palazzo e, giorno dopo giorno, mese dopo mese, ogni sera aspettava con impazienza il ritorno a casa della principassa Anna, accucciato nell'angolo più impensato ed inutilizzato della finestra più nascosta ed appartata di tutto il palazzo - proprio come un bambino, la sera, aspetta impaziente il ritorno del padre dal lavoro.

E, allo stesso modo, la principessa non vedeva l'ora di tornare a casa, la stessa che, dalla morte dei genitori a quel momento, aveva cercato di evitare il più possibile; ora aveva finalmente trovato qualcuno che la facesse sentire bene anche in un posto legato a troppi ricordi infelici.

Appena varcata la soglia del gigantesco portone in legno che chiudeva il palazzo, i maggiordomi vedevano Anna sfrecciare su per le scale e cercare Olaf per tutto il palazzo, per poi rinchiudersi entrambi nella stanza della ragazza per ore e ore.

Cosa quei due facessero o dicessero nella stanza di Anna non lo sa nessuno, ma coloro che passavano tra i corridoi raccontano di avere finalmente sentito la principessa ridere di nuovo, dopo mesi di silenzi, risposte a monosillabi e conversazioni svogliate e brevi; i ragazzi con cui Anna passava le giornate raccontano di averla vista più volte indossare vestiti colorati, una volta, addirittura, un paio di scarpe azzurre come i suoi occhi, che ora brillavano come stelle sul volto della ragazza, sempre più "pulito" e chiaro, per l'uso di altri colori al posto del nero nel trucco.

Finchè una mattina tutto il palazzo fu svegliato dalle urla delle due sorelle, che se ne stavano dicendo di tutti i colori in fondo al corridoio principale; ci sono più versioni che raccontano questo litigio, ma solo le due ragazze sanno ciò che è realmente accaduto, una certezza c'è, però : il motivo dell'accesa discussione era certamente il pupazzo di neve.


* ciao a tutti! scusate se ci ho messo così tanto a contiunuare la storia, ma è stato un brutto periodo e non ho avuto molto tempo... volevo ringraziare tutti quelli che l'hanno letta e la continuano a leggere, mi impegnerò a pubblicare quanto prima la nuova parte! ciao! grazie di cuore!! *

Frozen heart. Who will save her?Where stories live. Discover now