cap.22

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Si tratta di Louis, ma, Niall" continuò "possiamo parlarne domani mattina appena svegli? Anche prima di andare a far colazione, ho bisogno di dormire che come ben sai non lo faccio da tanto"

Josh quella sera lasciò perdere la sua routine serale e si buttò sul letto addormentsndosi qualche minuto dopo.

Niall, rassegnato, non potè fare altrimenti che stendersi di fianco  e addormentarsi abbracciato a lui pensando all'indomani e alle domande che avrebbe voluto rivolgere a Josh.

DA QUI INZIAMO CON HARRY COME NARRATORE

Mi svegliai di soprassalto sentendo bussare alla porta, aprii gli occhi e mi alzai andando ad aprire la porta.
Continuavano a bussare.
"Arrivo, un secondo" dissi nervoso.
Misi le ciabatte e finalmente da dietro la porta si rivelò Niall.

"Che vuoi, stavo dormendo!" sbottai infastisito, con ancora gli occhi pieni di sonno e impiastricciati.

"Dobbiamo andare in città!"

"Sono solo le.."
mi giravo attorno per trovare il telefono senza risultato, Niall rispose al mio posto:
"Sono le 11:30 Harry, svegliati e accompagnami.
Ti do 10 minuti altrimenti te ne vieni col pigiama" disse frettoloso.
Non  ne capivo il motivo ma decisi di lasciar perdere, così mi preparai.

Una telefonata al telefono di Niall ruppe il silenzio della  mia camera, io ero in bagno e non sentivo bene quello che diceva lui.. solo alcune parole, in particolare diceva che appunto saremmo andati via presto, probabilmente era arrabbiato con Josh, pensai, e non voleva averlo intorno.

Uscii dal bagno.

"Sono pronto, andiamo?"
Annuì e aprì la porta, prima di uscire spruzzai al volo il mio solito profumo e presi il mio zainetto di stoffa che mi portavo sempre dietro.

Eravamo nella jeep che avevo comprato per trasportare la frutta e la verdura dalla tenuta al mercato, avevamo la musica ad alto volume ma Niall improvvisamente l'abbassò:
"Harry io devo fare delle commissioni in banca, ehm.. potresti fare un giro della città che dici?"
Annuii, accostò ad un posto libero e scendemmo.
Lui prese la strada della banca ed io invece girai un po' fin quando trovai un prato nei dintorni dell'area urbana.
Era immenso, il verde circondava la maggior parte del territorio, era un verde vivo. Un verde speranza.
E poi c'era un laghetto dall'acqua limpida e cristallina. Era uno specchio d'acqua stupendo, rimasi un bel po' li a fissarlo da dietro il recinto di legno che non permetteva il sorpasso. Quanto avrei desiderato entrarci con i piedi dentro e sentire il brivido dell'acqua fredda.

Decisi di sedermi e li ebbi un'idea per una canzone.
Per me però non erano canzoni, erano poesie.. ma io non sarei mai riuscito ad esternare o ad alzare la voce per far sentire alle persone quello che provavo, così mi limitavo a scrivere a vendere per poi sentire il risultato finale.

Iniziai a scrivere, le parole uscivano senza sforzo.
Tutta la mia tristezza e voglia di rinascere uscì fuori..

Put a price on my emotion

I'm looking for something to write

You've got my devotion

But man, Can I hate you sometimes?

I don't want to fight you

And I don't wanna sleep in the dirt

We'll get the drinks in

So I'll get to thinking of her

We'll be a fine line

Questo era il testo iniziale, qualche bozza..
Continuai poi per il tempo avvenire cambiando parole e immaginandola con una bella  musica rilassante e dolce come sottofondo.

Guardavo il vuoto per avere un po' di ispirazione ma ciò non servì molto perché il mio cellulare squillò.
Scocciato lo presi, era Niall.
Risposi.

"Cosa c'è?"

"Torna che andiamo a casa da Lou-" la sua voce si strozzò, io tirai a sedere con gli occhi pieni di speranza, ma poi continuò: "scusa, mi è finita l'acqua di traverso. Torniamo che Lottie ci aspetta"

I miei occhi si incupirono ancora, ripresi una posizione triste e risposi con un semplice  "arrivo".

Mi alzai lentamente posando il quadernetto e la penna nello zaino, lo caricai sulle mie spalle e mi assicurai di non aver lasciato niente, mi incamminai.

Solo al ritorno mi resi conto di aver camminato troppo e che quel parco in realtà non era così vicino alla banca come pensavo.

Arrivai alla macchina, Niall già dentro aspettando, aprii la portiera e dissi:
"Scusa, senza pensarci ero andato davvero lontano.. scusa. Sono qui, possiamo andare"

Partimmo in silenzio.

Durante il viaggio Niall perse  il controllo, continuava ad accelerare, ancora e ancora, lo richiamai più volte poi decisi di volermi fermare.

Giusto il tempo di andare al bagno e prendere un caffè al bar dell'autogrill, che Niall mi raggiunse dicendomi poi:
"Cazzo Harry dobbiamo volare, hai capito?! Dobbiamo tornare!"
Non vedevo Niall così arrabbiato da tantissimo tempo, abbassai lo sguardo.
Senza proferire parola, mi incamminai per la strada che dirigeva alla macchina, lui dietro mi seguiva.
All'andata non sembrava così lungo il viaggio, ora sembrava non finire mai. Non ne capivo il senso, poi, Niall svoltò l'angolo allungando ancora di più la strada.

"Perché lo hai fatto?"

"Cosa ho fatto?" Rispose

"Stai allungando la strada da quando siamo pariti, pensavo fossero scorciatoie o strade per evitare il traffico, ma le stai prendendo apposta per allungare.. e allora perché lo fai se mi hai praticamente urlato contro dicendomi che dovevamo muoverci?"

La mia voce si alzò, era rauca ma tremolante e davvero, ma davvero, troppo alta.  Mi ero innervosito e non poco in quel momento.

"Tu non vuoi tornare a casa"
rispose lui.

"Che cosa Niall? Io odio la città, odio i posti frequentati da persone che non conosco. DA QUANDO LOUIS È ANDATO VIA IO NON VIVO PIÙ IN CITTA, È IL MIO NEMICO.
IO NON POSSO NON VOLER TORNARE A CASA!"
Sbottai nervoso con le lacrime agli occhi che scendevano per le guance toccandomi le labbra, il loro sapore salato si facevano spazio tra le labbra finendo sulla mia lingua e sprigionando la loro punta amarognola.

Niall mi guardò per un frammento, porse ancora lo sguardo alla strada e questa volta fece una strada normale per tornare a casa.

Una volta arrivati, mi afferrò il braccio, mi girai di scatto  e  notai il suo sguardo nei miei occhi, subito dopo mi disse:

"Quando andrai dentro, non farti assalire dal tuo buonismo Harry. Caccia gli artigli."

Ero confuso.
Lo notò, infatti "capirai una volta dentro, l'ho saputo da poco. L'avrei impedito altrimenti.. lo giuro Harry. Lo giuro. Ti voglio bene.
Io andrò in camera, se non sai cosa fare ed avessi bisogno di parlare, mi troverai li."

Annuii, nonostante non sapessi il motivo di determinate parole decisi di non chiedere altro. Sorrisi e scesi dalla macchina.

Mi avvicinai alla cucina..







Stanza 258-la storia Continua. |Larry Stylinson| Where stories live. Discover now