Capitolo XXXVIII

61 7 0
                                    

POV's Sherlock:

Era da molto tempo che non mi sentivo così ... vuoto.

Era arrivata pensando che fosse di troppo, invece era riuscita a colmare un vuoto talmente profondo da avermi completamente attraversato il petto non facendomi accorgere di nulla.

È strano.

A me non sfugge mai niente eppure solamente lei era riuscita a vedere questo voto.

Era riuscita anche a colmarlo, in verità.

Non sempre era andato tutto perfettamente ma era bello anche così.

Bello ma non giusto.

Avrei voluto dedicarle ogni singolo attimo della mia vita e invece mi accorgo solo adesso di aver sprecato tanto tempo.

Tempo che adesso non ho più.

Tutto è svanito insieme a lei.

Sento tornare quel vuoto che, non so spiegarmi come, sembra ancora più ... vuoto.

Io sono vuoto adesso ... e non posso fare niente per cambiare le cose.

È andata via e con sé ha portato tutto ciò che valeva la pena di vivere.

Non riesco a trovare più un senso alle cose.

Non che prima ne avessero uno particolare ma adesso tutto sembrava più buio e freddo.

Quasi come me.

Io diventavo ancora una volta buio e freddo.

Che senso aveva continuare a vivere.

Il solo pensiero di alzarmi la mattina e non trovare nessuno a rubarmi le lenzuola e a tirarmi calci.

Non sentire nessuna chitarra e nessuna voce.

Mi avvicinai a lei e la baciai un'ultima volta.

"Ho cercato in ogni angolo del mondo le cose più belle da offrirti, non le ho trovate e non so dove poterle trovare; ho capito che nulla vale come il tuo amore e niente darei in cambio di un tuo sorriso, di un tuo bacio, di un tuo pensiero. Allora chiedimi quello che vuoi, ti darò tutto solo per dimostrarti che non sono alla tua altezza.

(Fran Tarel)"

Sussurai al suo orecchio e la baciai di nuovo, salutandola.

I giorni seguenti furono bui, spenti.

Non seguivo nessun caso, non ne avevo voglia né bisogno.

Fumano e bevevo.

Se ci fosse stata lei avrei avuto per sono timore di toccare una sigaretta per il fastidio che le recava.

Ma lei non c'è.
Mi ha lasciato in mano a un mondo di idioti senza cervello.

John e Alessia vengono spesso a farmi visita ma questo non placa la mia rabbia o la mia tristezza.
Né il vuoto che ho dentro.

A volte Rose riesce a farmi ridere e a farmi dimenticare del dolore, che però torna sempre puntuale.

Mi ricorda molto Myriam.

Parla come lei e a volte la sento piangere di nascosto mentre altre la sento parlare.

<Zia, perché non torni qui?
Manchi a tutti.
Lo zio Sherlock ha ripreso a fumare e beve tanto.
Non acqua, sarei contenta se lo facesse però.
Beve una strana bevanda marroncina trasparente.
Cosa mi consigli di fare?
Zia per favore, rispondimi>

Poi scoppiava a piangere ancora.

Come poteva una bambina capire e inseguito accettare che una persona a lei molto cara era morto?

Sherlock• Il caso del cuore parlante•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora