Capitolo 74

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La vendetta è un atto di passione; il castigo un atto di giustizia. Le offese vengono vendicate, i crimini vengono castigati. -Joseph Joubert

SAMIR'S POV:

"Fallo stare zitto!" ordino entrando nelle prigionie della base a Baghdad.

Ci sono rimaste poche basi in Iraq, quel cazzone di Cortada ha prosciugato i finanziamenti destinati alle base e agli attentati.

Non colpiamo da più di un anno e andiamo avanti con pochi spiccioli che mio padre, il grandissimo maestro Ahmed, ha raccolto per l'organizzazione con rapine e riciclaggio di denaro.

Bilel Cortada ormai è fuori dal circolo da un po' di anni, eppure la sua sola presenza ci sta distruggendo, ha rovinato la vita a mio padre, sta portando l'organizzazione alla sua fine e quell'altro coglione di Khalil non muove un dito.

L'ho fatto seguire, so tutto di quella troia, della sua dipendenza da lei...ho più volte cercato di fargli capire che se uniamo i suoi soldi e i nostri uomini potremo dichiarare guerra a Cortada, ma lui si ostina a non voler intervenire.

Quando vorrebbe intervenire? Quando anche le ultime basi della nostra organizzazione andranno a puttane e non ci rimarrà nessun uomo?

Mi mordo il pugno...non posso neanche attaccare direttamente Cortada, sarebbe la mia fine e quella di mio fratello, ha troppi uomini e troppo potere per potergli andare contro.

Dopo la morte di mio padre, l'ultimo sceicco in vita oltre Cortada, ha rivendicato ogni proprietà regolarizzando i nostri uomini e offrendo loro un lavoro onesto fuori di quì...anche solo provandoci personalmente, non potrei reclutare uomini.

Sanno tutti di Cortada e a loro frega solo dei soldi, sono solo delle puttane che vanno al miglior offerente, in questo caso Bilel.

Uno dei miei uomini dà una frustata a Khalil che è legato in aria, mentre io sento il cellulare squillare.

Sbuffo e rispondo..."Ibrahim?"

"Fratello...ho fatto quanto mi hai chiesto"

Sorrido "Sei abbastanza sveglio per avere solo 10 anni"

"Gli infedeli hanno un strano rapporto di affetto con i bambini, mi è bastato dire che dovevo raggiungere i miei genitori"

"Ho capito...ottimo lavoro, sei con Mustafa?"

"Sì, te lo passo?"

"Sì"

"Pronto Samir?"

"Mustafa, cugino mio"

Oltre a mio fratello, l'unica persona di cui possa fidarmi.

Sono ormai tutti sottomessi a Bilel Cortada, fingono di non aver mai impugnato un fucile in vita loro, fingono di non essersi mai macchiati di sangue...fanno le buone persone adesso, Allah l'altissimo li castigherà col fuoco per non aver partecipato alla jihad.

"Come procede lì?"chiede Mustafa.

Siamo cresciuti insieme e abbiamo condiviso tutto, il nostro obiettivo è quello di riprendere da dove i nostri genitori hanno lasciato...riprenderci l'organizzazione, fare attentati, punire gli infedeli, fare piazza pulita e pulirci il culo con i contanti che ricaveremo.

Abbiamo sogni ambiziosi, riusciremo a farcela insieme.

"Continua a blaterare il suo nome. Hanno già letto il bigliettino che Ibra ha lasciato in stanza?"

"Penso di sì, li ho visti sfrecciare via con l'auto di Jamal"

"Dove sono diretti?"

Sento Mustafa cliccare dei tasti e dire "Non a casa loro, sono dall'altra parte della città"

Contro ogni mia ragioneWhere stories live. Discover now