Capitolo 3

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La cattiveria nasce da sentimenti negativi come la solitudine, la tristezza e la rabbia. Viene da un vuoto dentro di te che sembra scavato con il coltello, un vuoto in cui rimani abbandonato quando qualcosa di molto importante ti viene strappato via. - Murakami

KHALIL'S POV:

Passato. Età 8 anni.

"Basta! Basta!" urlo piangendo.

"Su Khalil! Facci divertire ancora un po'!" dice divertito Salvo, sferrandomi un altro calcio alla pancia.

E' da mezz'ora che si divertono a massacrarmi.

"No! Mi fai male! Ora lo dico alla maestra!" grido, mentre altri due mi sollevano dalle braccia e si divertono a spremere la carne che penzola dalle mie braccia.

"Tu non dirai un bel niente alla maestra" ringhia Umberto tirandomi i capelli.

"Sei solo un ciccione che non riesce neanche a rialzarsi con le proprie gambe" mi schernisce Fabio.

"Basta!" grido esausto.

"E rialzati" dice Umberto, ridendo allontanandosi da me.

Mi asciugo le lacrime e me ne approfitto subito per rialzarmi, ma il corpo è esausto e ricado per terra.

Sento fischi e risa da parte di tutti, ma io non mi arrendo e cerco di nuovo di alzarmi.

Ricado per terra.

"Che succede qui!" sento gridare il signor Garguno.

"Non dire una parola." mi sibila Fabio.

Garguno entra in palestra e vedendomi per terra, chiede

"Che state facendo? La ricreazione è finita da un pezzo!"

"Stavamo aiutando Khalil a rialzarsi...il poveretto è caduto dalle scale" dice Umberto.

Digrigno i denti...Mi avete buttato voi dalle scale!

"Oh cielo ragazzo, come sei caduto?" chiede il bidello, venendomi incontro.

Gli occhi di tutti sono puntati su di me e deglutendo, dico

"Non ho visto una scala"

Umberto sorride soddisfatto.

"Sei il solito imbranato" dice il signor Garguno, aiutandomi a rialzare.

"Non piangere, può capitare" cerca di rassicurarmi lui.

Io annuisco con la testa e porto una mano sull'addome...mi hanno sferrato così tanti calci che mi viene da vomitare.

"Tutto bene?" chiede lui vedendomi sofferente.

"Ha mangiato due baguette ripiene" dice subito Umberto.

In realtà si è mangiato lui il mio panino...se li mangia sempre lui, mi chiedo perchè sua madre non gli faccia nulla per ricreazione.

"Ragazzo, dovresti dosare ciò che mangi" dice il bidello.

Dosare?

"Bene, ritornate in classe" dice lui spingendoci verso il portone.

Usciamo tutti, ma io mi fermo con ancora le mani allo stomaco...succede tutto in un secondo, vomito anche l'anima e cado per terra svenuto per lo sforzo...spero di non morire.

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Mi ritrovo sul letto con una benda umida sulla fronte e le guance che vanno in fiamme...riapro piano gli occhi e riesco a vedere il mio angelo, mia mama.

Contro ogni mia ragioneWhere stories live. Discover now