capitolo due

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Più tardi quello stesso giorno Jaebeom rilesse la domanda di lavoro ancora una volta. Aveva detto a Jackson e Yugyeom che gli sarebbe piaciuto assumerlo. Perché? Perché voleva vendicarsi per tutti i casini che lui e i suoi amici avevano dovuto affrontare per colpa di Youngjae.

Jaebeom era più che consapevole del fatto che Youngjae non aveva mai detto una parola contro di lui né gli aveva torto un singolo capello, ma non riusciva ad ignorare quella punta di dolore nel petto ogni volta che ricordava gli sguardi di disgusto che aveva ricevuto dal suo primo amore o il fatto che fosse stato sempre e solo a guardare mentre i suoi amici picchiavano Jaebeom. Quello aveva fatto più male dei pugni e dei calci.

Ai suoi due migliori amici quell'idea non andava affatto a genio, sostenevano che sarebbe solo servito a portare a galla brutti ricordi. Entrambi gli avevano dato dell'idiota anche solo per aver pensato di assumere Youngjae.

E forse Jaebeom lo era davvero, un idiota, ma non gli importava.

E se Youngjae lo avesse riconosciuto?, pensò.

A quello non aveva pensato. Si affrettò a cercare il cellulare, che era nella sua tasca. Subito aprì la fotocamera per studiare meglio il suo viso.

Era cambiato molto in quei nove anni, doveva ammetterlo. Quando andava ancora al liceo era molto più paffuto e indossava dei grossi e spessi occhialoni che gli coprivano buona parte delle guance. Ma adesso aveva un corpo molto più atletico e indossava le lenti a contatto.

Si passò una mano tra i capelli. Quella era un'altra cosa che era cambiata. Quando era un adolescente lasciava sempre che questi gli coprissero la fronte. Pensava che questo lo avrebbe aiutato a dare meno nell'occhio. Stupido, no?

"No,"disse, "non mi riconoscerà."

"E del tuo nome cosa mi dici, fottuto imbecille?"

Quella voce spaventò Jaebeom che fece cadere il telefono sul pavimento. Non si preoccupò di raccoglierlo e si voltò verso Jackson e Yugyeom che erano entrambi in piedi davanti alla porta. Sembravano entrambi estremamente arrabbiati e delusi, e a Jaebeom non era mai piaciuto vederli così.

"Non penso che se lo ricordi. Voglio dire, il mio soprannome ai tempi era frocio", Jaebeom cercò di sdrammatizzare con una battuta ma ottenne in cambio solo un forte schiaffo sulla spalla da parte di Yugyeom, che si era precipitato verso di lui non appena lo aveva sentito pronunciare la parola con la f.

"Diamine, Yugyeom, mi hai fatto male!" si lamentò il maggiore mentre si massaggiava il punto colpito. Era sicuro che si sarebbe formato un bel livido.

"Era il mio intento!" Yugyeom stava praticamente tremando dalla rabbia e Jackson attirò il più giovane in un abbraccio. Non passò molto prima che il ragazzo più alto si liberasse dalla stretta di Jackson e si fiondasse fuori dall'ufficio non prima di aver fulminato Jaebeom un'ultima volta.

"Che succede?" chiese Jaebeom, preoccupato. Non gli piaceva vedere Yugyeom in quello stato, soprattutto adesso che sapeva che la colpa era sua.

Jackson alzò gli occhi al cielo, mentre si sedeva di fronte a Jaebeom.

"Tu che pensi, cretino?"

"Hey! Sono sempre il tuo capo, un po' di rispetto!"

Jackson lo ignorò.

"Pensi davvero di essere stato l'unico a soffrire quell'ultimo anno di liceo? Puoi anche solo immaginare quanto sia stato difficile per me e Yugyeom vedere il nostro migliore amico venire picchiato un giorno sì e l'altro pure?"

Jaebeom aprì la bocca per dire qualcosa, ma pensò che sarebbe stato meglio lasciare che il biondo continuasse il suo discorso.

"Non sai quante volte ho dovuto consolare Yugyeom mentre stava piangendo perché quel povero ragazzo non riusciva a sopportare che ti stessi pian piano allontanando da noi sempre di più. Cavolo, ho pianto anche io qualche volta, ma dovevo essere forte, per Yugyeom. So che sei stato tu quello che ha sofferto di più ma non pensare neanche per un secondo di essere stato l'unico", la sua voce tremò un po'.

"Ecco perché non vogliamo vedere Youngjae o nessuno dei suoi vecchi amici, ma so che la nostra opinione non ti farà cambiate idea. Sei troppo testardo. Perciò...sta solo attento quando lo assumi", Jackson mormorò le ultime parole e si alzò, ignorando ancora una volta ogni tentativo di Jaebeom di dire qualcosa.

Prima di lasciare l'ufficio però, si voltò un'ultima volta.

"Potrebbe volerci un po' per far calmare Yugie ma sappi solo che ci saremo sempre quando avrai bisogno di noi."

Non appena la porta si chiuse, Jaebeom si asciugò l'unica lacrima che gli aveva rigato la guancia mentre Jackson gli diceva quelle cose. Sapeva che entrambi avevano sofferto ma non avrebbe mai immaginato così tanto.

Il fatto che Yugyeom e Jackson avessero pianto per lui gli fece semplicemente odiare Youngjae ancora di più.

Avrebbe assunto Youngjae sì, ma solo per fargliela pagare.

Sunshine | 2Jae (ITA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora