capitolo sei

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Di ritorno dal pranzo Jaebeom, diretto verso il suo ufficio, vide Youngjae ancora seduto sul pavimento, intento a riordinare i documenti.

Avrebbe voluto chiedergli se avesse già mangiato ma si stupì dei suoi stessi pensieri. Non aveva detto che non gli importava? Non era mica un problema suo se avesse mangiato o meno. 
(probabilmente sì invece, visto che è comunque un tuo dipendente...)

Durante il pranzo Yugyeom gli aveva parlato dell'idea di Youngjae a proposito del volantino per il signor Jung e per quanto odiasse ammetterlo, l'idea non era poi così male.

Due ore dopo Youngjae finì di riorganizzare i documenti e si recò nell'ufficio di Jaebeom.

"Capo? Ho appena finito con quei documenti. C'è altro da fare?"

Jaebeom si fermò a riflettere per un momento.

"Sì in effetti c'è qualcosa che puoi fare. Potresti comprarmi un caffè? Dopodiché dovresti ritirare alcuni oggetti di scena che ci serviranno per un servizio fotografico più tardi", Jaebeom scribacchiò qualcosa su un piccolo post-it prima di darlo a Youngjae, "qui c'è l'indirizzo."

Youngjae sapeva di non potersi lamentare, quindi prese il post-it e gli chiese che tipo di caffè volesse.

"Un caffellatte andrà bene."

Quindici minuti dopo Youngjae era ancora in fila al bar più vicino che fosse riuscito a trovare. Era estremamente affollato quel giorno e la coda sembrava proprio senza fine. Nonostante tutto Youngjae riuscì finalmente ad ordinare.

Non appena ricevette il suo ordine Youngjae pensò che la cosa più logica da fare sarebbe stata portare prima il caffè a JayB e poi recarsi a prendere gli oggetti di scena, così che la bevanda non si raffreddasse.

Jaebeom non lo ringraziò neanche. Ancora una volta Youngjae lo trovò estremamente maleducato ma non disse una parola.

In tutta onestà Jaebeom non si era neanche accorto che Youngjae gli avesse già portato il caffè. Solo quando la porta si chiuse alzò lo sguardo dal suo computer e vide il bicchiere. Si strinse nelle spalle e continuò a lavorare.

Erano più o meno le quattro quando sentì il suono di un respiro affannoso venire dall'esterno e si alzò per vedere cosa stesse succedendo. Youngjae stava trasportando due grandi borse in entrambe le mani, per cui gli riusciva molto difficile camminare normalmente.

Jaebeom alzò gli occhi al cielo e proprio quando stava per sedersi di nuovo sentì un gran tonfo. Alzò lo sguardo e vide Youngjae steso a terra. Sicuramente era inciampato in una delle borse. Che idiota maldestro.

L'altro ragazzo aveva gli occhi serrati per il dolore e si era morso il labbro pur di non fare alcun suono. Jaebeom voleva aiutarlo a rialzarsi visto che sembrava in difficoltà ma decise che non c'era proprio alcuna ragione per cui lui dovesse farlo. Youngjae per primo non lo aveva mai aiutato.
Tutto ciò che si limitò a fare fu raccogliere le borse.

"Non riesci a fare neanche questo?" chiese a Youngjae, forse con un tono un po' più duro di quanto avrebbe voluto.

Il ragazzo sul pavimento sembrava sul punto di piangere da un momento all'altro e si strofinò gli occhi. Non sapeva se per la caduta o per le aspre parole di Jaebeom.

Senza dire altro Jaebeom consegnò le borse al fotografo e si scusò a nome del suo segretario per quel paio di oggetti di scena che si erano danneggiati con la caduta. All'inizio il fotografo era furioso, ma dopo qualche parola gentile e un sorriso da parte di Jaebeom si calmò.

Youngjae non osò dire niente appena Jaebeom rientrò in ufficio. Era sicuro che se lo avesse fatto non gli sarebbe uscito fuori niente di gentile e non voleva essere licenziato proprio il suo primo giorno di lavoro.

"C'è altro che posso fare per lei?" chiese,  solo dopo essersi assicurato che niente di scortese gli sfuggisse dalle labbra. 

"Non lo so, farai di nuovo un disastro?", gli chiese Jaebeom, sarcastico.

Youngjae si fece rosso di rabbia: ma perché era così perfido?

"No."

"D'accordo, allora compila questi documenti", dopo che Jaebeom gli ebbe spiegato come fare, Youngjae si mise a lavoro e si assicurò di non commettere alcun errore.

Non appena ebbe finito, era già arrivata l'ora di tornare a casa. Youngjae scattò in piedi, sollevato, e corse fuori dopo aver rivolto un saluto veloce a JayB, che dal suo canto lo ignorò completamente.

Non appena arrivò a casa i suoi amici, che lo stavano aspettando, iniziarono a bombardarlo di domande sulla sua giornata.

"Non ho voglia di parlarne", disse e si rintanò immediatamente nella sua stanza, uscendo solo per cenare.

Mark e Jinyoung era molto confusi dal suo modo di fare e volevano saperne di più ma Youngjae si ostinava a non voler rispondere alle loro domande.
Quella notte andò a dormire più presto del solito e con un fastidioso mal di testa.



Sunshine | 2Jae (ITA)Where stories live. Discover now