capitolo quattro

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"Come è andata?", chiese Mark, il migliore amico di Youngjae, non appena passò a prenderlo fuori dall'edificio dell'agenzia.

"Ho ottenuto il lavoro!", Youngjae urlò come un bambino felice.

Mark lo avvolse in uno stretto abbraccio, sussurrandogli all'orecchio cose come "Sapevo che ce l'avresti fatta" e "Sono così orgoglioso di te".

"Il CEO sembrava un po' distante mentre mi faceva il colloquio ma sono sicuro che farò in modo di piacergli."

"Ma certo che lo farai, come potresti non piacergli?"

Insieme iniziarono a dirigersi verso la più vicina fermata dell'autobus, avevano in programma di dirlo al loro altro amico, Jinyoung e di festeggiare insieme il fatto che Youngjae avesse ottenuto il lavoro.

"Jinyoung! Siamo a casa!", urlò Mark non appena entrarono nel loro appartamento. Avevano deciso di andare a vivere insieme subito dopo essersi diplomati e nove anni dopo loro tre erano ancora tutti insieme nello stesso posto.

"Come è andata, Youngjae?" urlò in risposta Jinyoung dalla cucina. Stava probabilmente preparando il pranzo dato che erano le 12:36.

"Ho otten-"
"Ha ottenuto il posto!", lo interruppe Mark.

"Sono così felice per te!", Jinyoung li raggiunse di corsa e anche lui abbracciò Youngjae. Il povero ragazzo non riusciva a respirare e lo disse a Jinyoung che si scostò immediatamente.

"Scusa", sorrise timidamente lui.

I tre amici pranzarono e trascorsero l'intero pomeriggio a guardare film. Mark e Jinyoung non dovevano lavorare quel giorno quindi non era affatto un problema.

"Youngjae, stai bene?", chiese Jinyoung. Il loro amico era rimasto sdraiato sul divano per tutta l'ora precedente e non aveva neanche sentito i suoi amici che lo chiamavano, tutto immerso com'era nei suoi pensieri.

"Eh?"

"Ho detto, stai bene?"

"Sì certo, stavo solo pensando", borbottò.

Mark si diresse verso Youngjae e gli sollevò le gambe, prima di sedersi sul divano accanto a lui e mettersi le sue gambe in grembo.
"Un penny per i tuoi pensieri?" (n.d.T: si tratta di un modo di dire tipicamente inglese, 
'a penny for your thoughts')

Youngjae sospirò, leggermente frustrato.
"Si tratta di JayB."

"Il tuo capo?"

"Sì, mi sembra di averlo già conosciuto, ma non riesco a ricordarlo e questa cosa mi infastidisce."

"JayB? E' un soprannome, giusto?", Jinyoung si sedette sul pavimento, proprio di fronte a loro.

"Il suo nome è Jaebeom."

"In effetti suona familiare", ammise Mark dopo una lunga pausa.

"Non importa...dovrei proprio andare a dormire adesso, non vorrei dormire troppo domani", Youngjae scattò in piedi e salutò i suoi amici con un sommesso "buona notte".

Giunto nella sua stanza Youngjae si addormentò immediatamente: le sue energie erano state completamente prosciugate dal colloquio di quella mattina. Si accoccolò un po' di più al suo cuscino e accolse con piacere il calore che le coperte gli procurarono.

Il mattino successivo si svegliò prima che la sua sveglia suonasse. Appurato che ormai non valeva la pena rimettersi di nuovo a dormire si alzò, si lavò e si vestì. Ancora mezzo addormentato prese uno dei suoi completi e lo indossò. Era troppo pigro per sistemarsi per bene la cravatta e così, per il momento, si limitò ad avvolgersela attorno al collo. Lanciando uno sguardo veloce allo specchio si passò una mano tra i capelli nel tentativo di sistemarli. Annuì non appena fu soddisfatto del suo aspetto.

Andò in cucina e si preparò una tazza di caffè. Lo sorseggiò con calma dalla tazza fumante mentre controllava distrattamente i suoi profili social. Nulla attirò particolarmente la sua attenzione fatta eccezione per un paio di meme che riuscirono a farlo ridere.

"Sto uscendo!", urlò non appena arrivò il momento di uscire. Un lieve grugnito arrivò dalla stanza di Mark e un "in bocca al lupo" da quella di Jinyoung.

Durante tutto il tragitto in autobus Youngjae non riuscì a tenere le mani  a posto. Si mise finalmente a posto la cravatta, sciogliendola e annodandola più e più volte finché non fu soddisfatto del risultato finale. Sbloccò il suo smartphone diverse volte digitando la sua password solo per poi bloccarlo di nuovo. Non riusciva proprio a capire perché fosse così nervoso. Probabilmente era perché non aveva mai lavorato in un'agenzia così grande. Sì, sicuramente era quello il motivo.

Scese alla sua fermata e camminò in fretta fino all'edificio dell'agenzia. Si pentì di non aver portato con sé il suo cappotto non appena il vento freddo lo colpì in pieno.
Youngjae aprì le imponenti porte dell'ingresso ed entrò, sospirando di sollievo non appena sentì l'aria tiepida dell'interno riscaldargli le mani gelate.

Mise su un bel sorriso e si diresse verso l'ascensore. Non appena vi arrivò di fronte però, qualcuno gli andò a sbattere contro, facendolo cadere sul pavimento. Il colpevole era un ragazzo alto con i capelli castani, un po' più scuri dei suoi. Allungò una mano per aiutare Youngjae ma non appena vide la sua faccia se ne andò semplicemente via lasciandolo lì sul pavimento senza neanche delle scuse.

"Che maleducato", mormorò Youngjae mentre si metteva in piedi e spazzava via dal suo completo della polvere inesistente. 

Finalmente Youngjae arrivò nella stanza dove avrebbe dovuto lavorare, proprio di fronte all'ufficio di JayB. Bussò alla porta dell'altro ed entrò. 

"Buong-"

"Il tuo lavoro di oggi è già sulla scrivania", gli disse il suo nuovo capo senza neanche alzare lo sguardo. 

"D'accordo", Youngjae forzò un sorriso ma rimase fermo sulla soglia.

"Perché sei ancora lì?", chiese Jaebeom irritato.

"Mi dispiace", sussurrò l'altro, per poi chiudere la porta.
Forse quel giorno era solo di malumore, si disse Youngjae.

Un sonoro lamento lasciò le sue labbra quando si rese conto di quello che avrebbe dovuto fare. Diverse pile di fogli e documenti vari erano sparse sulla sua scrivania. Anzi, non era solo la sua scrivania, l'intero pavimento ne era pieno. Come aveva fatto a non accorgersene quando era arrivato?
Notò un post-it giallo attaccato su uno dei fogli.
"Organizzali per data, cliente e ordine alfabetico."

"Meglio iniziare", sospirò.

Sunshine | 2Jae (ITA)Où les histoires vivent. Découvrez maintenant