𝘰𝘳𝘢𝘯𝘨𝘦 𝘧𝘪𝘳𝘦

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Avete presente, quando vi sentite talmente leggeri che sentite gli uccellini cantare e l'acqua del ruscello scorrere?
Oppure quando siete talmente stanchi, che buttandovi sul letto, sentite sprofondare tutto intorno a voi e riaffiorano i ricordi più belli della vostra vita?

Ora scordatevi queste sensazioni.

George sentiva i medici gridare il suo nome mentre veniva trasportato su quella che sembrava una barella.
"George, George!" urlavano, ma lui non li sentiva...

Percepiva il profumo dolce del pane di sua nonna, i candidi capelli della madre, l'erba fresca appena tagliata e il rumore dei tasti sul computer del padre. Piccoli insignificanti dettagli che si sgretolavano pian piano.
Un gran vuoto all'interno del suo cuore, come se mancasse un pezzo di un puzzle. Ma finalmente il Paradiso lo stava per accogliere, a braccia aperte. Sua nonna, suo padre, sua madre, la sua piccolissima sorellina che non fece in tempo a nascere erano tutti lì pronti ad abbracciarlo ma...

tutto si spense.

La vita si aggrappò a lui. La luce abbagliante del paradiso decise che quello non era il suo giorno, non ancora.
L'anima lentamente ritornò verso l'atmosfera terrestre e appena la gravità lo avvolse, cadde come un meteorite sul terreno.

Il pezzo mancante non ritornò insieme a lui.

E fu così che George Davidson, a 21 anni perse la memoria dei suoi genitori e della sua completa esistenza.
Ricoverato con varie ustioni, dovute a un incendio scoppiato in casa per puro caso, e con un trauma cranico con varie conseguenza tra cui un amnesia retrograda, che potrebbe essere permanente, e come se non bastasse, allucinazioni e disturbi simili che gli avrebbero impedito di trovare un lavoro stabile.

O almeno questo gli aveva detto un dottore...

Con un sorriso a 32 denti.

George era uscito dopo due settimana dall'ospedale, da solo, con il fascicolo sanitario, senza un telefono o un posto dove stare.
Non avrebbe idea di come arrivarci, senza auto e patente.
Probabilmente non lo ricorderebbe neanche.
La sua mente sentendo l'aria afosa di giugno perse il controllo.
Il cielo cambiò colore e diventò arancione acceso, come se qualcuno avesse cambiato canale, annoiato di vedere solo azzurro.
Si guardò intorno e vide l'ospedale e tutte le persone che si trovavano all'interno che perdevano lentamente colore.
Giallo, verde, blu, viola, rosa e qualsiasi altra tonalità veniva risucchiata verso il cielo.
Il sole era più grande di quanto ricordasse, come se si fosse avvicinato di migliaia di km e si stesse per schiantare sulla superficie terrestre.
I raggi gli colpivano le retine facendole bruciare dal dolore. m
Mentre si copriva gli occhi con le mani il fascicolo cadde a terra.
Quando la luce scomparì e riaprì gli occhi George vide tutto come prima.

I colori erano tornati al loro posto.

Non c'era più il cielo arancione, il sole gigante o il dolore.

C'era solo lui...

E un insistente ragazzo che continuava a cercare di distoglierlo dai suoi pensieri:
-Santo Dio finalmente sei tornato sulla Terra!- esclamò sospirando.
George raccolse il fascicolo da terra e lo squadrò. Era alto, poco più di lui, occhi color nocciola e i capelli neri come il carbone. Indossava una maglietta bianca con una stampa di una fiamma accesa su di essa. Sulla fronte portava una benda che gli sembrava quella di un ninja.
Aveva delle spalle molto larghe e un atteggiamento molto disinvolto e naturale, come se non avesse la minima paura di essere se stesso. Non si sarebbe stupito se quel ragazzo praticasse uno sport come rugby o basket.
-Ho sentito che sei finito in ospedale dai miei genitori, quindi sono corso qui, che fortuna vederti!- il ragazzo sembrava molto sollevato e cercò di abbracciare George, che però si allontanò.
Il ragazzo indietreggiò a sua volta e con uno sguardo perplesso chiese spiegazioni.
George, non sapendo da dove cominciare gli passò il fascicolo...

Dopo una veloce lettura della diagnosi del dottore però il suo viso assunse un espressione cupa e alquanto scioccata.
George vide chiaramente sul suo viso un piccolo buco nero che lentamente stava risucchiando tutta l'energia dal suo corpo. Più lo guardava più vedeva il vortice aumentare di grandezza, finché la faccia del ragazzo scomparve.
George spaventato si paralizzò e il cielo nuovamente tornò arancione come il fuoco e tutte le altri figure, strutture, perfino lui stesso iniziarono a perdere lentamente colore diventano tutto come un film retrò, in bianco e nero.
Nuovamente gli occhi bruciarono, ma questa volta, chiuse immediatamente palpebre varie volte e tornò tutto alla normalità. Anche in ospedale gli era successo, ma non così tanto.
Di una cosa era sicuro: Non era pazzo.
Tutto ciò che vedeva era solo la sua immaginazione, nulla di più nulla di meno.
Il suo cervello che cercava di recuperare i ricordi...o almeno così sperava.
-...N-non ti ricordi- si schiarì la gola -Nom ti ricordi di me?-.
George abbassò lo sguardo e scosse la testa in segno di disapprovazione.
Dopo un colpo di tosse si presentò:-Io sono Nick, ho 21 anni come te...- il ragazzo gli porse la mano amichevolmente.
-Piacere...Nick-.

𝖬𝗒 𝗆𝗂𝗌𝗌𝗂𝗇𝗀 𝗉𝗂𝖾𝖼𝖾 - 𝖣𝗋𝖾𝖺𝗆𝗇𝗈𝗍𝖿𝗈𝗎𝗇𝖽Where stories live. Discover now