capitolo 18

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Non ricevevo affetto da mio padre da poco più di tre settimane e ora mi ritrovavo tra le sue braccia. Non capivo cosa stesse succedendo e perchè mi stesse abracciando, fino a quella mattina non mi dava la colpa della malattia di mia zia nonchè sua sorella? Bella domanda. Fatto sta che alla fine è successo quello che pra starò per illustrarvi e non per essere pessimisti: ma anche se potresre pensare che la mia vita avrà un netto miglioramento non è così mi spiace.

Giorgio's pov

Pg: senti Giorgio... scusa

G: cosa?

Pg: se ti ho dato la colpa di qualcosa che hai scoperto al tuo ritorno e di cui l'unica colpa che hai è di essere l'unico nipote di tua zia.

G: se ti dico che non sto capendo tu che mi rispondi?

Pg: ti rispondo dicendo ch emi dispiace, non dovevo reagire così, eri in vacanza e te la sei guadagnata, tua zia lo sapeva già ed era in terapia già da tempo.

G: mh... e io ora che dovrei dore esattamente?

Pg: tu nulla. Vorrei solo che tu adesso entrassi in casa e provi a fare una vita normale.

G: e tu non vieni?

Pg:no. Mi hanno offerto un lavoro chd anche se mi tiene impegnato tutto il giorno almeno farà riposare un po tua madre. Ora vai forza

G: ok... ciao e buon lavoro

Pg: a stasera e scusa ancora. Mi farò perdonare promesso.

G: va bene ciaooo

Dopo aver visto il padre partire il moro si mette lo zaino in spalla e, tenendo le cinghie, si volta verso il cancelllo in ferro grigio e moderno che lo separa dal piccolo giardino e dalla cada bianca e moderna in cui si trova sicuramente la nonna. Fa un respiro profondo e prende le chiavi dalla tasca dei jeans e apre il cancello automatico che si richiuderà passati cinque minuti dalla sua completa apertura. Percorre il sentiero di amttonelle bianche che separano le due parti del prato verde e arriva nel portico, davanti alla porta blindata di casa sua. È una porta in abete con maniglia in rame e una serratura sempre in rame in cui il ragazzo infila la chiave in acciaio e la serratura scatta. Contro la sua volontà apre la porta e si ritrova in casa dove ce un profumino di lasta al pesto "che è oggi? Il giorno dei miracoli?" si ritrova a pensare il moro. Anche se minima speranza che la nonna si fosse finalmente interessata al suo diritto di opinione, l'anziana signora esce dal salotto/sala da pranzo/cucina attraverso l'arco che separa questa stanza dal resto della casa e si dirige verso di lui con sguardo sprezzante.

N: vedo che ti sei messo questa felpa abbastanza inadatta per l'ambiente scolastisco.

G: nonna sono alle sup-

N: non mi interessano le tue scuse! Ora fila in camera tua e cambiati con i vestiti che oggi ti ho comprato.

G:ma non dovevi

N: e invece si, visto che tua madre ti permette di vestirti così.

Il moro si chiuse velocemente la porta alle spalle per non sentire più il monologo di "ben tornato da scuola tesoro". Guardò la sua stanza con attenzione identica a come l'aveva lasciata il letto di fianco alla parte perpendocolare a quella della porta con la scrivania e il baule accanto, la parte con la finestra con dei poster e una scarpiera poi l'armadio ad angolo che occupava metá di due pareti. La stanza era identica a quella mattina se non fosse per una qualche decina di buste di vestiti. Fece cadere lo zaino a terra con un tonfo poco udibile e si diresse verso quelle buste contenenti jeans opachi e rigorosamente blu verdi e neri come anche le felpe moltonpiù piccole rispetto a quelle che aveva prima e delle magliette degli stessi colori. Visto che doveva cambiarsi scelse di vestirsi con jeans neri magleitta verde e felpa blu, si guardava allo specchio con quei vestiti che non gli donavano proprio per nulla e dopo essersi rassegnato nascose la felpa di alex in un cassetto e scese di sotto. L'odore di pesto era anche aumentato ed entrò in cucina dove la nonna adetta ai fornelli stava cuocendo della pasta. Di fianco c'erano dei piatti con la stessa quantità di pesto ma la pasta che venne messa era meno in uno e molto di più nell'altro.

Chi dice Che Non Possiamo stare insieme ~TheBadNauts~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora