THE FłЯST GUłŁT

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Jessica si sveglió da quell' incubo, anche se come al solito era un problema il fatto che quello fosse un ricordo; prese un lungo respiro, per poi far uscire l'aria in maniera tremolante.
Fece per mettersi a sedere ma si bloccó a metà azione a causa di una potente fitta al torace, o meglio per tutto il busto. Si sedette a gambe incrociate osservando la stanza di legno che la circondava; si sfregó e si toccó istintivamente il collo, anche se non vi trovó quello che cercava. Andó nel panico per qualche secondo, poi però la persona che era tornata a controllare che stesse bene si fece notare:
"cerchi queste?" chiese Sam cauto e pacato, mostrando le piastrine con incise i dati della ragazza che aveva di fronte, lasciandole ciondolare dalla mano.

Jessica emise un rumoroso sospiro di sollievo: "si, grazie mille" disse tendendo la mano a Wilson che nel frattempo si stava avvicinando, per poi sedersi accanto a lei su quel letto, che teoricamente sarebbe il suo.
"grazie per il letto, comunque...poi ringrazieró tua sorella per l'ospitalità in generale..." disse ancora persa nei suoi pensieri, mentre osservava quelle piastrine che si stava rigirando nelle mani.
"non ce né bisogno, ma non c'è di che..."
Subito dopo quella frase, entrambi esordirono con il nome dell'altro, per poi bloccarsi e fare una piccola risata. Jessica poi si mise le piastrine al collo e fece segno a lui di continuare:
"mi dispiace per come ho reagito dopo quel funerale, è che-"
"sembravo una doppiogiochista... Lo so... Sono brava a fidarmi facilmente degli altri, un po' meno a permettere che gli altri si fidino di me..." Bailey inevitabilmente torno a pensare a Rogers, a tutte le volte in cui, dopo Sokovia, avevano discusso perché lui non si fidava di lei, e lei continuava a fare cose che non gli permettevano di credere il contrario. Negli anni del blip le cose si erano essestate, e poi Steve non le ha detto quello che stava per fare, lasciando che lei lo scoprisse tramite i giornali.

Sam la guardò per qualche secondo, prima di guardarla come se vedesse un'amica dopo tanto tempo, anche se mantenne il tono di voce neutro:
"Tu eri con T'Challa vero?"
Jessica alzò la testa confusa, così Sam continuò: "tu eri a Lagos, a Vienna con Natasha, in Romania quando hanno preso Bucky e a Washington quando lo hanno interrogato; tutto con o per conto di T'Challa."
"Si beh, apparte quando si è ripreso da quello che gli aveva fatto Zemo e quando io e Steve vi abbiamo fatto evadere dal Raft" rispose Jessica con un accenno di sorriso, senza togliere lo sguardo da Wilson, il cui sguardo si addolcì e intristì in un certo senso: "perché lui non ti ricorda da lì?" Chiese riferendosi a Bucky; Jassica scrollò le spalle e guardò le piastrine nelle sue mani: "non ci siamo più visti dopo quello che è successo in Siberia tra lui, Steve e Tony. La crioterapia può portare comunque delle leggere amnesie e prima di tutta la storia degli Accordi l'ultima volta che ci siamo visti eravamo entrambi ancora in Hydra perciò..."

Sam la guardò per qualche secondo, prima di scuotere la testa e aiutarla a mettersi in piedi:
"Ah un'altra cosa- disse Jessica dopo una smorfia di dolore dovuta alla ferita causata da quello scudo, che era proprio il centro di quel discorso - Non credo che tu abbia esplicitamente detto a Bucky perché hai dato via lo scudo all'inizio, e so che non ci conosciamo da molto, ma io lo capisco. La mia vita si è basata su discriminazioni e pregiudizi per la maggior parte del tempo solo perché sono una donna, e ho vissuto la seconda guerra mondiale ma credimi quando ti dico che non mi sono mai trovata con più diritti rispetto agli uomini o donne di colore, e forse è anche per questo che legavo più facilmente con loro che con i bianchi, ma ad ogni modo, se fai sentire la tua voce, sono sicura che varrà allo stesso modo che se le avesse dette Steve, se non addirittura di più." concluse dandogli una pacca sulla spalla, prima di raggiungere Sarah, che le spiegò perché attorno a casa sua c'erano così tante persone.
Gran parte del vicinato della loro zona erano venuti per rendere i favori che avevano con la famiglia Wilson e quindi aiutarli nella manutenzione di quella barca.

Arrivarono al molo e Sarah, mentre annotava tutto quello che poteva ancora servire, ricevette una leggera pacca sulla spalla da Jessica, a cui poi venne chiesto come stesse, l'altra rispose con una spallata di spalle e un sorriso mentre camminava all'indietro con le mani nelle tasche della giacca che aveva riindossato, per poi fermarsi e voltarsi, sorridendo ancora notando quanto il suo amico sembrasse felice ed entusiasta.
Sam e altri tre uomini si domandavano come riuscire a togliere dal furgone su cui si trovava, un motore nuovo. Jessica lo guardó e titubante fece per avvicinarsi e sollevarlo, ma venne bloccata da Bucky, che sfruttó il suo braccio di metallo per fare quasi tutto il lavoro e così fece la sua strana entrata in scena, comparendo praticamente dal nulla.
Salutò Jessica con un leggero cenno della testa, che venne ricambiato, per poi rivolgersi a Sam appoggiando su quel furgoncino una valigetta.
"ho chiesto un favore ai Wakandiani- iniziò- accettalo, così me ne vado" disse in tono atono, che se solo avesse rivolto lo sguardo verso Bailey avrebbe potuto essere incenerito dal suo sguardo di disapprovazione.
La situazione però cambiò in fretta: scoppió una tubatura e Bucky, con una evidente esperienza superiore a Sam, lo aiutó a sistemarla in pochi minuti, se non secondi.
"perché non hai usato la mano meccanica?" gli chiese Falcon subito dopo.
"beh a volte me lo scordo, sono destrimano...
E quindi è questa la barca eh?" disse guardandosi intorno.
"eh già...è lei" rispose Sam, con quello strano disagio velato.
"vuoi una mano?" chiese in seguito, e Sam rispose affermativamente, andando a prendere gli attrezzi giusti nella prua della barca.
Jessica lasció cadere le braccia lungo i fianchi, prima incrociate sotto il seno, e entrò anche lei in quel piccolo peschereccio, per guardare per qualche istante il mare che si estendeva oltre questa, anche se in realtà aspettava che Bucky le dicesse qualcosa per il sorriso che portava sulle labbra dalla sua ultima affermazione, e infatti non tardó ad arrivare:
"se uno sguardo potesse uccidere tu mi avresti ucciso almeno cento volte in meno di due settimane" esclamó, facendogli intendere che in realtà aveva notato quella occhiataccia, per questo rise leggermente: "finché funziona...e poi allora siamo fortunati, perché molte volte quelle occhiate sono la tua espressione naturale" disse per poi allontanarsi da lì.
Normalmente Bucky non avrebbe avuto alcuna reazione a quella affermazione, o forse ne sarebbe rimasto deluso. Con lei però era diverso e infatti si lasció a una risata genuina, anche se cercò di nasconderla subito, ma Bailey rise a sua volta mentre ripercorreva il molo, perché aveva notato la reazione dell'ex soldato.

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