Capitolo 15

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Selene

Sobbalzai e strinsi le mani sul parapetto gelido. La sua voce non era mai stata così vivida.
Mi girai. I suoi occhi grigi luccicavano, la pelle chiara sembrava porcellana.
«Volevo prendere un po' d'aria.» Dissi, a bassa voce.
Lui annuì lentamente e venne verso di me.
Mi irrigidii.
«Oggi ho pensato molto, sai?» Iniziò.
Si appoggiò al parapetto e guardò il lago.
Lo guardai, incerta su cosa fare o dire. I suoi lineamenti erano illuminati da una piccola lanterna, sembrava più giovane, più delicato e fragile. «Non sono mai stato bravo con le parole, lo sai.» Si girò verso di me e il mio cuore perse un battito quando i nostri occhi si incrociarono.
«So che pensi che io sia uno stronzo...»
Feci un sorrisetto a questo. Si, avrei voluto dire, ma non mi importa.
«E anche un arrogante, presuntuoso, sfacciato e­-»Mi fermai quando sentii la sua risata. Era così difficile essere arrabbiata con Draco. Volevo -e lo volevo davvero- avercela con lui per tutto quello che aveva fatto, ma non ero in grado, non riuscivo a controllarmi quando c'era lui di mezzo. «D'accordo, ho capito.» Disse lui, sorridendo leggermente.
Feci un altro sorrisetto.
Non capivo più niente. Avevo trascorso tutto il pomeriggio a ripetermi che non ci sarei più cascata, che sarei andata avanti e che non avevo bisogno di lui per essere felice, ma mi sbagliavo.
Lui era la mia felicità e mi sarei messa in gioco altre mille volte.
Una goccia colpì il parapetto.
Tempismo perfetto, pensai.
Dopo pochi secondi, una raffica di gocce d'acqua colpirono il tetto della torre e il parapetto in ferro.
Ci spostammo, mettendoci al riparo.
L'aria si era fatta più fredda e rabbrividii.
Lanciai un'occhiata a Draco, intento a guardare altrove.
Mi chiedevo dove volesse andare a parare con tutti quei discorsi. Forse voleva chiedermi scusa?
Ma io cosa me ne faccio delle tue scuse, Malfoy?
Meglio i fatti, non credi?                                                                           «Io torno in stanza, non dovremmo nemmeno essere qui.» Dissi.
Draco si girò a guardarmi mentre mi sfregavo le mani cercando di riscaldarle. Non disse nulla, così mi diressi verso le scale.
«Non sono andato a letto con Pansy.» Alla fine parlò, e fu un sollievo per il mio cuore. Così mi bloccai.
Esercitava un controllo inumano su di me, non me ne capacitavo. Quando finalmente lo guardai, lo vidi rigirarsi gli anelli fra le dita -lo faceva spesso, quando era teso.
«Perché mi hai fatto credere il contrario?» Chiesi.
Alzò lo sguardo su di me, sembrava nervoso. «Io credevo che tu e Blaise...» Si bloccò, come sconcertato. Lo vidi deglutire, poi continuò a parlare. «Volevo che provassi lo stesso dolore.»
Risi ironicamente, come una pazza sgravata uscita da Azkaban dopo vent'anni di prigionia... okay, magari anche meno.
«Quindi ammetti di aver detto questa stupidaggine solo per farmi stare male?» Incrociai le braccia al petto. Perché mi odiava così tanto? E perché io non riuscivo ad odiarlo?
Annuì silenziosamente.
Mi girai di nuovo verso le scale e toccai il corrimano gelido.
«Aspetta.» La sua voce era spezzata e ho immaginato fosse a causa del freddo. Mi bloccai di nuovo e feci un respiro profondo.
«Ti amo.» Le sue parole furono come un pugno al cuore. Mi girai, i suoi occhi erano fissi su di me. Gli occhi pieni di lacrime, il labbro tremolante, le braccia stese lungo i fianchi e i pugni serrati, come se quelle parole fossero state tirate fuori dalla sua bocca con la forza.
Feci un passo verso di lui, temevo che le gambe potessero cedere da un momento all'altro e appoggiai la mano su una colonna, per alcuni secondi. Il cuore prese a martellarmi nel petto. Schiusi la bocca, come per dire qualcosa, ma mi bloccai.
Cosa dovevo dire esattamente?
Magari era un sogno, oppure avevo sentito male. Si, avevo sentito male... per forza, non c'era altra spiegazione. «Come?» Parlai con voce tremolante.
Avevo bisogno di sentirmelo dire di nuovo, solo per capire se avessi sentito bene.
Si avvicinò lentamente. «Ho detto che ti amo.» I suoi occhi non si staccarono dai miei.
Appoggiai una mano al petto, stringendo la felpa.
Una lacrima rigò la mia guancia. «Draco...» Sussurrai. Il suo nome uscì dalla mia bocca come un sospiro, come se pronunciarlo fosse un sollievo.
Mi amava davvero? «Tu... mi ami?» La mia voce era stridula, strozzata dalla gola serrata e dalle lacrime che rigavano le mie guance.
Si avvicinò, i suoi occhi erano limpidi. «Si, ti amo come non ho mai amato nessuna.»
Il mio cuore fece una capriola.
Un'altra lacrima rigò il mio viso e cadde sulla felpa.
La pioggia continuava a scontrarsi contro il parapetto in ferro, battendo come pezzi di ghiaccio. «Ho bisogno che tu mi baci adesso.» La sua voce rimbombò nella mia testa.
Allungò il braccio, prendendo la mia mano fra la sua e portandola via dal mio petto.
Mi avvicinò a lui e poggiò le mani sui miei fianchi.
Iniziai a sfiorargli il viso.
Chiuse gli occhi e si lasciò andare al mio tocco.
Quei gesti erano più intimi del sesso. «Baciami, Selene. Ho bisogno di te.» Mormorò.
Senza farmelo ripetere due volte, poggiai le mie labbra sulle sue e il mio cuore si legò al suo. «Ti amo.» Sussurrò sulle mie labbra.
Sorrisi e continuai a baciarlo.
Il suo corpo caldo contro il mio non faceva altro che chiedermi di più ed io ero come ipnotizzata. Avrei fatto qualsiasi cosa lui mi avesse chiesto di fare. Il mio subconscio continuava a ripetermi che stessi sbagliando ma non lo ascoltai.
Draco mi amava, contava solo questo.
«Mi prenderò cura io del tuo cuore.» Sussurrò fra un bacio e l'altro.
Sorrisi come un ebete.
Mi strinse forte a lui e chiusi gli occhi, lasciandomi sciogliere fra le sue braccia.
Quel ragazzo dai capelli platino aveva preso tutto. Aveva il mio cuore e la mia anima, avrebbe potuto farci ciò che preferiva.

Il coraggio di amarti || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora