𝚀𝚞𝚊𝚝𝚝𝚛𝚘

4K 189 154
                                    

«Quante volte avremmo detto con fermezza che tra noi era finitaDa domani ricomincia un'altra vitaTranne poi tornare dove siamo stati sempre certi di trovarci

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

«Quante volte avremmo detto con fermezza che tra noi era finita
Da domani ricomincia un'altra vita
Tranne poi tornare dove siamo stati sempre certi di trovarci

Il mio giorno più bello nel mondo-
Francesco Renga»

«Questi sono gli undici titolari per la partita» mi informa Mancini, facendo strisciare sul tavolo un foglio con su scritto i nomi dei giocatori che ha scelto.

Leggo tutto velocemente ed annuisco, trovandomi perfettamente d'accordo con il suo ragionamento. Una parte di me è anche felice nel vedere che Nicolò è quasi sempre una presenza sicura, perché mi fa capire che anche l'allenatore ha riconosciuto le sue ottime qualità da centrocampista. So che questa squadra ha buone probabilità di tenere testa alla Spagna e sono contenta del fatto che ognuno di loro ne sia consapevole.

«Sei dispiaciuta per Pessina?» mi chiede poi, recuperando la scheda con i nominativi.

Lo guardo immediatamente, scuotendo la testa. «Mi farebbe piacere vederlo giocare, certo, ma qui bisogna pensare a cos'è meglio per la squadra» rispondo e vedo dagli occhi di Mancini che è contento delle mie parole.

Lui come tutti ha vissuto la relazione tra me e Matteo, soprattutto perché Pessina inizialmente manifestava il suo malessere psicologico anche sul campo. L'allenatore dunque è stato bravo a non mettergli pressione, a dargli del tempo per capire come dividere il calcio dalla vita privata e a me, ha sempre fornito un buon sostegno emotivo.

Insomma, Mancini è stata una presenza importante nel mio percorso qui.

«Se puoi evita di litigare con Bare prima della partita» ridacchia, aggiustandosi il colletto della camicia bianca «Perché poi non dà il massimo in campo» asserisce, appoggiandosi allo schienale della sua sedia in pelle e mostrandomi un sorrisino malizioso.

«Eh?» è l'unico suono che fuoriesce dalle mie labbra, completamente destabilizzata dalle sue parole.

Mancini mi regala un'occhiata divertita, dato che molto probabilmente la mia espressione facciale è qualcosa di molto buffo.

«Avanti Alice, potrei essere tuo padre» mi ricorda scherzosamente «Se faccio finta di nulla non vuol dire che non noti le cose» aggiunge, iniziando a giocherellare con una penna.

Lo guardo ancora incredula, mentre lui scoppia a ridere. «So mantenere i segreti, non ti preoccupare» sussurra ed a quel punto io non posso far altro che sorridere.

«Grazie Mister» abbasso lo sguardo, iniziando a torturarmi le dita.
Se l'allenatore ha intuito qualcosa, forse all'interno della squadra non è l'unico che ha dei sospetti, il che non va bene.
Per quanto mi riguarda potrebbero saperlo tutti, l'importante che l'unico che rimanga all'oscuro sia Matteo. Eppure so che le voci girano e che nel caso si scoprisse, lui sarebbe uno dei primi a saperlo.

𝗣𝗮𝗿𝗹𝗮𝗺𝗶 ||𝐍𝐢𝐜𝐨𝐥𝐨' 𝐁𝐚𝐫𝐞𝐥𝐥𝐚||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora