𝚄𝚗𝚍𝚒𝚌𝚒

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«Te lo dico sottovoceAmo teCome non ho fatto in fondoCon nessunaResta qui un secondo

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«Te lo dico sottovoce
Amo te
Come non ho fatto in fondo
Con nessuna
Resta qui un secondo

E - Vasco Rossi»

Due mesi dopo...

Vedo Nicolò correre da una parte all'altra del suo appartamento, mentre afferra tutto ciò che gli capita sotto mano. È visibilmente nervoso, ed io non sono da meno dato che sto tenendo aperta la porta da ben otto minuti che ora come ora, sono tantissimi e sono una grandissima perdita di tempo.

«Amore muoviti!» urlo, nel panico totale.

«Arrivo, arrivo!» risponde lui con il fiatone mentre trascina per terra almeno quattro borsoni diversi.
Finalmente mi raggiunge e senza dire nulla mi sorpassa, mentre io mi occupo di chiudere a chiave la porta.

Federica è già in ospedale, ci ha chiamati sua madre appena le si sono rotte le acque e noi immediatamente dal campo di allenmento ci siamo precipitati a casa per prendere tutto il necessario.
Nicolò ha voluto che lei stesse in un appartamento vicino al nostro qui a Milano almeno fino al termine della gravidanza ed io sono stata assolutamente d'accordo, almeno sarebbe stato più semplice anche per il mio ragazzo gestire tutta la situazione.

Una volta usciti dal condominio iniziamo a correre come dei pazzi verso l'ospedale, attirando l'attenzione di molti passanti.
Prendere la macchina sarebbe stato un ulteriore spreco di tempo visto la poca distanza che separa l'appartamento dall'ospedale e devo ringraziare il fatto che entrambi abbiamo un'ottima resistenza fisica, altrimenti vista l'agitazione saremmo già collassati.

Per fortuna in un paio di minuti riduciamo a raggiungere il reparto e troviamo già la madre di Federica nella sala d'attesa.

«Dov'è??» domanda Nicolò allarmato.

«È dentro» risponde la signora indicando la stanza e poi guardandomi con un po' di disprezzo.
Se con Federica i rapporti sono ottimi, con lei le cose sono leggermente più complesse.
Secondo la madre il motivo della rottura tra sua figlia e Barella sono io, ma è ovvio che non sia così.

«Oddio dobbiamo entrare!» esclama Nicolò allarmato e lo vedo che è fin troppo agitato.

Sta per diventare padre, lo so...ma così rischia di svenire prima ancora che Federica entri in sala parto.

«Amore» lo richiamo ma lui sembra assente «Nico» riprovo, ma niente «Nico!» urlo questa volta, afferrando il suo volto tra le mani.

«Devi stare calmo» sussurro, appoggiando la mia fronte contro la sua.

«Ma quale calma! Come faccio a stare calmo!» sbotta cercando di allontanarsi ma io lo tengo fermo, senza allontanare il mio tocco.

𝗣𝗮𝗿𝗹𝗮𝗺𝗶 ||𝐍𝐢𝐜𝐨𝐥𝐨' 𝐁𝐚𝐫𝐞𝐥𝐥𝐚||Where stories live. Discover now