Capitolo diciannove

735 107 12
                                    

Le settimane passarono velocemente.

La situazione era questa: Io ed Abraham eravamo più uniti, mio fratello si stava innamorando della ragazza del pub, Nicole aveva recuperato alcune materie e la scuola si avvicinava sempre di più.

Tra esattamente 24 ore sarebbe ricominciata la solita, noiosa vita da studente.

Inutile dire che mi ero talmente abituata senza la scuola che sarebbe stato sicuramente un trauma per me ritornarci.

A dirla tutta la scuola mi piaceva. Era alzarsi tutti i giorni alle 6:00 di mattina che mi faceva odiarla così tanto.

Sono certa del fatto che mancherò molto al mio divano dato che ci passavo ormai diverse ore della giornata e ci avevo addirittura creato la sagoma del mio fondoschiena, tipo Homer Simpson.

Quella mattina mi svegliai con l'intento di non sprecare neanche un secondo del mio ultimo giorno lontano dai libri e dalla scuola ma tutto il mio entusiasmo, la voglia di passare in meglio la giornata e tutti i progetti su cui fantasticavo minuti prima andarono a puttane nel preciso istante in cui i miei piedi toccarono terra e mi alzai dal letto.

In quel momento il mio lato pigro cercava di uscire fuori, con insistenza, a dichiarare giustizia. Quindi cedetti e decisi di restare a casa. Mi buttai nuovamente sul letto e ripresi sonno molto più velocemente di quanto mi aspettassi.

Appena aprii gli occhi non vidi più la forte luce che entrava dalla finestra quando mi addormentai, alzai lo sguardo e vidi che era già buio.

Mi alzati e andai in cucina dove sentii parlare.

Mio padre e mio fratello stavano cenando. Appena mi videro Liam rise e mi disse: "Ah finalmente ti sei svegliata, pensavo aspettassi il principe azzurro prima di svegliarti"

"Spiritoso" dissi voltandomi e tornando in camera.

"Vedi che ha telefonato Nicole e gli ho detto che dormivi, ha contuato a chiamare tutto il giorno poi si é arresa." Disse mio fratello urlando, in modo che lo sentissi.

Arrivai in camera, chiusi la porta e presi il telefono.

In effetti Nicole mi aveva chiamata diverse volte.

La richiamai e le dissi che non sarei uscita quella sera.

Avevo anche tre messaggi. Indovinate. Tutti di Abraham.

11:25 - MESSAGGIO DA ABRAHAM:
"Ehi buongiorno dormigliona"

15:56 - MESSAGGIO DA ABRAHAM:
"Possibile che ancora dormi??"

19:02 - MESSAGGIO DA ABRAHAM:
"Ehi, mi stai facendo preoccupare sai"

Che dolce era, si preoccupava di me. O almeno così sembrava.

MESSAGGIO A ABRAHAM:
"Ehi, non preoccuparti per me, dormivo :P"

Mi rispose neanche un minuto dopo.

MESSAGGIO DA ABRAHAM:
"Pensavo di averti persa..."

MESSAGGIO A ABRAHAM:
"Perchè dici questo?"

MESSAGGIO DA ABRAHAM:
"Non lo so, ho avuto questa sensazione"

MESSAGGIO A ABRAHAM:
"Anche se fosse, non dovrebbe importartene più di tanto"

MESSAGGIO DA ABRAHAM:
"Appunto, non dovrebbe..."

MESSAGGIO A ABRAHAM:
"Cosa vuoi dire?"

MESSAGGIO DA ABRAHAM:
"Nulla, esci stasera?"

MESSAGGIO A ABRAHAM:
"No, oggi no."

MESSAGGIO DA ABRAHAM:
"Ah, quindi starai con me tutta la sera?"

MESSAGGIO A ABRAHAM:
"Direi di si"

MESSAGGIO DA ABRAHAM:
"Fantastico"

E fù così che passammo tutta la sera a scriverci fino a che mi disse: "Ti va se ti chiamo?".

"Ok" gli risposi io.

Mi chiamò immediatamente e iniziammo a parlare. Ad un certo punto mi disse:" Sai cosa sarebbe bello? se magari parlassimo tutta la notte fino a tardi e magari... addormentarmi ascoltando il tuo respiro".

"È diventato un vizio?" gli dissi io ridendo.

"Più che un vizio direi un bisogno, non riesco più a dormire negli ultimi giorni. Magari questo mi aiuta." rispose lui.

"Il ragazzo figo, che non prova mai nulla per nessuno e non ha bisogno di nulla adesso ha bisogno di sentire il mio respiro per addormentarsi?" gli risposi ridendo.

"Si, stranamente è cosi. Allora? mi aiuterai a prendere sonno?" mi chiese.

"Si può fare" dissi.

Parlammo tutta la sera senza tener conto dell'ora che, a sua volta, passava fin troppo velocemente. Si erano fatte le cinque di mattina e lui si addormentò. Cercai di chiamarlo per accertarmi del fatto che dormisse e non ricevetti nessuna risposta. Questa volta rimasi io lì con l'orecchio attaccato al telefono ad ascoltare il suo respiro. Sentirlo respirare mi fece sorridere, era una sensazione cosi bella... Passò mezz'ora e non volevo più dormire, volevo solo starmene li e godermi quel momento ma tra un'ora dovevo svegliarmi ed andare a scuola quindi decisi, a malincuore, di chiudere e cercare di riposare quel poco che potevo.

Un'ora e mezza dopo suonò la sveglia e malgrado il sonno che avessi mi alzai lo stesso e iniziai a prepararmi.

Appena uscii dalla doccia sentii il telefono suonare.

MESSAGGIO DA ABRAHAM:
"Ehi piccola, buongiorno. Scusami se ti ho tenuta sveglia fino a tardi. Saprò farmi perdonare. Infatti mi son svegliato per stare con te finchè non entri a scuola"

MESSAGGIO A ABRAHAM:
"Non hai nulla di cui farti perdonare. Ma se mi tieni compagnia mi fa piacere".

Era dolcissimo. Il modo in cui mi parlava, mi sapeva prendere, le sue attenzioni mi facevano uno strano effetto.

Nessuno mi aveva dato mai attenzioni come le sue.

Di solito i ragazzi che danno tutte queste attenzioni senza conoscerti vogliono solo portarti a letto ma lui, lui invece che scopo aveva di trattarmi così bene? che motivi doveva avere se non poteva neanche guardarmi negli occhi?

Avevo mille domande ed una sola risposta, che complicava ancora di più le cose.

Mi stavo innamorando di lui. Ma tanto.

Sentivo che era così perchè il solo pensiero di avere le sue labbra vicine alle mie mi faceva impazzire. Sentivo che era così perchè ascoltare il suo respiro era come avere accanto lui.

Sentivo che era così perchè ormai sentirlo mi faceva essere felice davvero.

Ne ero ormai così dentro che non ne sarei più uscita. Ne ero certa.

Without youWhere stories live. Discover now