Quanto ancora aveva da dirmi quell'uomo non lo distinsi. Il treno che avevo temuto passasse all'arrivo mi sorprese alle spalle ora che stavo tornando a casa. Lo sferragliare delle ruote mi ferirono i timpani e la nube di polvere sorta dai binari incastonati nello sterrato mi costrinse ad allungare il passo, tanto ne ero infastidito. Per lo meno stavolta potevo scansare gli inciampi spinosi, un toccasana per i miei calli.
Quanto mi sentivo sollevato lungo la via del ritorno. È stato come quando si supera una paura, non ci si sente più coraggiosi ma almeno più sicuri. Come dire: il pericolo era meno pericoloso di quanto immaginato. Infatti, se i tedeschi erano cattivi lo stesso non potevo dire degli americans - o almeno di quelli che avevo incontrato. A sostituire l'angoscia come compagna di scarpinata si offrì il ricordo di quanto appena vissuto. Ripercorsi con la mente ogni attimo. Non volevo dimenticare niente. Non volevo dimenticare nulla di quel soldato. Perché? Non lo sapevo, ma volevo riflettere su tutto, soprattutto sul perché avevo voglia di rivederlo già da subito. Era sciocco quel desiderio, in fondo non sapevo nemmeno il suo nome. Seppur me l'avesse detto, il suo nome, forse si era perso in mezzo alle tante parole con le quali l'aveva accompagnato.
Sulla possibilità di rivederlo non nego che avevo già messo in preventivo il dover accompagnare David all'accampamento. Ma se poi David, dopo aver ricevuto il messaggio di ritorno me ne avesse fornito un altro, le probabilità di rivedere quell'uomo più di una volta aumentavano. Sospirai. Mi carezzai la guancia ferita coperta dal quadrato di stoffa che mi avevano applicato e delicatamente me lo tolsi. Non potevo tornare a casa con nulla che testimoniasse l'incontro con gli americans. Se non altro perché non avrei saputo cosa raccontare, non comprendendo la loro lingua. Lo stesso feci con le bende ai piedi. Mi dispiacque toglierle, rendevano la camminata più confortevole, ma me ne liberai lo stesso. Decisi che nessuno doveva sapere di quell'incontro.
Però sul mantenere la discrezione mi ravvidi quando notai Filomena attendermi sulla salita del bosco del canale. A lei dovevo render conto e poi anche a Cosetta, che per fatalità si era ritrovata in mezzo a quella storia.
Filomena mi raggiunse affannata. «Robbè! Oh, menomale!» Era agitata e indecisa se abbracciarmi. Le lasciai la scelta. Non mi sfiorò. Proseguimmo insieme il sentiero del canale, imboccammo la stradina nascosta e finalmente giungemmo a casa sua. Dico finalmente, perché non aveva smesso un attimo di sommergermi di domande alle quali non potevo rispondere. La misi a tacere regalandole una parte dei granchi e, grata, mi rifilò un bacio sulla guancia ferita. Mi fece male ma non la incolpai, anche perché si mortificò scusandosi a ripetizione.
Mi soffermai davanti alla porta finestra dietro casa e di sfuggita vidi David. Stava steso, comodo e rilassato sul letto della camera accanto. Mi chiamò con degli: «Hey! You!»
«Vaff... mmm, adesso devo correre a casa, ci vediamo domani!» Gli risposi alzando la mano libera dalla bisaccia. Ero sfinito. Il sentiero segreto percorso a ritroso era pure in salita e terminava in mezzo al campo sul costone addosso al quale era edificata la mia casa. Per rincasare dovevo raggiungere la terrazza e da là scendere le scale di roccia. Com'era cambiata l'atmosfera una volta terminato il viaggio. Non sapevo cosa mi attendeva oltrepassata la soglia di casa. Avevo esagerato assentandomi per quasi tutto il giorno, mancava poco al tramonto. E io che temevo cosa avrei trovato giù al mare, era a casa invece l'incognita più spaventosa. Entrai.
Papà era là, dove sapevo di trovarlo, con il bicchiere in mano e il fiasco come migliore amico. Glissai Cosetta e Palma occupate a prendersi cura di mamma. Ora che era conclamato l'arrivo di un nuovo fratellino, necessitava di maggiori attenzioni. Mi guardarono mute, ma mi diressi sul tavolo di papà. Si irrigidì vedendomi il volto ferito. Anticipai le imprecazioni che stava per vomitarmi contro posando sul legno la bisaccia piena di granchi, e così anche la mia faccia passò in secondo piano.
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Corri incontro al fuoco
RomanceCorri incontro al fuoco è la storia dell'amore del diciassettenne Roberto per Walter, un soldato americano incontrato sul finire della seconda guerra mondiale. Una storia contrastata dall'angoscia della separazione forzata a causa del conflitto. Per...