VI.

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"hai ragione, la mia mano è fatta su misura per essere stretta dalla tua."

Bokuto rimase basito, il viso di Akaashi era molto più vicino al suo di quanto non fosse pochi secondi prima. Si poteva notare, però, quanto il corvino stesse tremando per l'ansia.

"non posso farlo. Non dopo... Quello che è successo."

Keiji si ritrasse prontamente, aveva l'espressione incupita e di chi si sentiva tremendamente in colpa.

"scusami, ho fatto una cosa spregevole e capisco perfettamente perché tu ora non voglia essere il mio compagno."

"stai fraintendendo, Keiji, io sono il tuo compagno ma non riesco a baciarti senza pensare a quello che mi hai detto prima."

E Akaashi? Come doveva sentirsi? Felice perché finalmente stava con Kotaro o triste perché lui non voleva baciarlo? Era una sensazione molto strana per entrambi.
In che senso non riusciva a regalargli un gesto d'amore tipico di ogni coppia?

"guarda me e non il pavimento, per favore, so che sei confuso dalle mie parole ma ciò che intendo dire è che ti bacierò quando capirò che quello che provi per me è reale, sarò anche un tipetto ingenuo, ma non stupido."

Disse l'alpha ammiccando un dolce sorriso precipitandosi, poi, ad abbracciare il corvino. Akaashi iniziò a regolare il suo respiro, così rimase al suo posto, aggrappandosi a Bokuto, accogliendo la sua presenza come fosse l'ultima volta.

Avrebbe tanto voluto dire la verità fin dall'inizio e risparmiarsi questa tortura, ma non lo aveva fatto, aveva deluso Kotaro così come aveva deluso sé stesso. Si chiedeva perché avesse sprigionato tanta crudeltà senza nessun minimo controllo. L'alpha, al contrario, cercava di perdonare.

"Keiji, vuoi venire con me?"

"dove?"

"a vedere il cielo!"

Non che il ragazzo avesse molta scelta, prima di poter anche solo aprire la bocca per rispondere sì ritrovava con Bokuto che gli tappava gli occhi con le mani guidandolo da qualche parte.
Ci volle poco ad arrivare: quando finalmente Akaashi poté aprire gli occhi, non notava nulla se non il vasto cielo blu contornato da piccoli puntini luminosi, le stelle.

"diamine, la luna non c'è! Scusa, credevo che l'avrei convinta."

Kotaro aveva... Parlato alla luna? Il corvino non riusciva a decidere se ridere per questa buffa affermazione o per l'espressione seriamente offesa dell'altro.
Sembrava incredibile il cambio d'umore di entrambi, tra l'altro Keiji era ancora sotto l'effetto di un leggero calore e le sue emozioni erano molto più forti e difficili da gestire, sapeva bene che tra solo qualche giorno la sua tipica apatia lo avrebbe avvolto completamente.

Si accorse solo in quell'istante che stava tenendo il pugno ben stretto mentre teneva avidamente qualcosa al suo interno: la bambolina regalatagli da Bokuto qualche ora prima. Vederla chiaramente era complicato, ma riusciva comunque a scorgere delle piccole luci azzurre, probabilmente perline usate come occhi.

"non riesco a smettere di guardarla."

"huh, di che parli?"

"di questa, è il regalo più bello che qualcuno mi abbia mai fatto."

Disse porgendogli delicatamente la mano mostrando il palmo contenente quei rametti intersecati. Il kemono non si rese nemmeno conto di quanto fossero calde le due gote, se ne accorse probabilmente per via di un leggero sbuffo di divertimento proveniente dall'altro.

Bokuto non negava che fosse innamorato di Keiji, cercava solo di prendersi il suo tempo e magari capire più a fondo, voleva che la sua prima relazione fosse proprio come l'aveva immaginata: sperava in baci e abbracci, parole dolci e tenersi per mano, altro, però, Kotaro non sapeva. Non aveva mai visto una coppia se non di sfuggita durante le riunioni degli umani, suo padre non lo aveva mai conosciuto e la madre lo aveva abbandonato dopo aver completato lo svezzamento, ma nulla di così sorprendente.

Kemono Of Our HeartsWhere stories live. Discover now