Capitolo 9

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CAPITOLO 9 - Il percorso e la benedizione

ALEX

-Rimani un po' con me?-

-Certo...-

Accompagnai Zeyana nella sua camera, sotto lo sguardo di sollievo dei lavoratori del palazzo, che probabilmente si erano preoccupati per la loro imperatrice, immaginando che avesse commesso qualche pazzia. Sorrisi a Benjamin, uno degli addetti alle stalle: avevo avuto il piacere di conoscerlo ed aiutarlo negli ultimi giorni, occupando la mia mente col lavoro, in modo che riuscissi ad essere abbastanza lucida per la maggior parte del tempo. 

-Sua maestà chiamo i medici?- domandò una delle guardie presenti davanti all'entrata delle stanze di Zeyana. La stavano guardando allarmati, probabilmente per la mia presenza al suo fianco.

-Voglio essere lasciata da sola... portateci solo qualcosa da bere e da mangiare.-

-Sua maestà ma-! –

Una delle guardie fece un passo avanti e rivolse gli occhi a me solo per un attimo, tentando di nascondere l'ostilità che provava nei miei confronti ed evitando di dire esplicitamente che non mi volesse attorno all'imperatrice. L'uomo mi ricordava un po' Tynov per la stazza, ma la sua aria da duro, in questo caso, era solo una facciata; sotto lo sguardo dell'imperatrice avrebbe tremato come un agnellino, cosa che fece quando Zeyana lo mandò via bruscamente.

-Ho dato un ordine, hai qualcosa di ridire? Siete liberi di tornare alla vostra mansione abituale o di prendere un giorno di riposo... basta che non rimanete appollaiati davanti alla mia porta.- La voce dell'imperatrice non fu aggressiva, ma imperiosa, e costrinse tutti a seguire i suoi comandi senza ulteriori indugi.

-Va-a bene sua maestà, le porgo le mie più umili scuse...-

E così se ne andò la maggior parte della folla, che aveva reso quella ala del palazzo un po' troppo stretta per i miei gusti; adesso si poteva finalmente respirare. L'espressione frustrata di Zeyana mi fece capire che era stata informata di quello che era successo durante la sua "assenza". Aveva indossato la sua maschera più dura, quella che non permetteva a nessuna emozione di rivelarsi nel suo atteggiamento o sul suo volto, ma la conoscevo, riuscivo, più degli altri, a decifrare i suoi gesti e i suoi sguardi.

Entrate nelle camere imperiali, una volta sole, Zeyana si voltò verso di me, afferrando le mie mani e portandomi verso di lei, per poi abbracciarmi: -Mi dispiace tanto... non avrei mai pensato che accusassero te... ti hanno fatto del male?-

-No... penso che avrebbero fatto meglio a tenermi là dentro per un bel po'. Sono pericolosa quando sono da sola.-

-Alex...-   Lasciò un bacio fra i miei capelli e continuò ad accarezzare con dolcezza la mia schiena, mentre io avevo il capo appoggiato alla sua spalla e stringevo con le braccia la sua vita. Mi sentivo confortata dal suo calore.

-Mi sei mancata.-

Afferrò il mio volto fra le sue mani, osservandomi da vicino, poi baciò la mia guancia, strofinando le labbra contro la mia pelle. Lasciò andare un quieto sospiro di sollievo vicino al mio orecchio, provocando dei brividi lungo il corpo.

-Ti amo- i suoi occhi, che mi ricordavano l'oceano e che con le guardie erano sembrati gelidi, diventarono calorosi fin dal primo momento che si posarono su di me. Non vedevo nessuna esitazione in lei e fu così rassicurante.

Arrossii, rivolgendo altrove il mio volto per non lasciarle modo di vedere l'effetto che aveva provocato su di me con due semplici parole. Zeyana continuò a lasciare baci leggerissimi sul mio collo e in poco tempo mi persi fra le sue braccia, dimenticando ogni cosa, tranne lei che era come un rifugio caldo in una bufera... e chissà... forse sarebbe stato il rifugio che cercavo da sempre e che non avevo mai trovato prima di allora.

La strega delle rovine di Clevwood (GIRLXGIRL)Donde viven las historias. Descúbrelo ahora