Promesse

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La navata della chiesa era decorata con decine di rose bianche posate alla estremità interna delle panche coperte da un telo di raso bianco che portavano all'altare anch'esso coperto per l'occasione.
Gli sposi stavano lì, uno di fronte all'altro, tenendosi le mani, pronti a giurarsi amore eterno dinnanzi a Dio.
Letizia era sempre stata credente, diceva spesso che il suo rapporto con Dio l'avvicinava al rapporto che le mancava con la madre.
Eveline trovava incomprensibile la sua fede, come poteva essere così fiduciosa nei confronti di Dio? Colui che poteva salvare sua madre, l'onnipotente, e aveva lasciato che morisse di parto? Una cosa, però, Letizia l'aveva imparata da quella religione così scostante da Ev: il perdono.
Nonostante il rancore che aveva provato per anni aveva fatto un passo indietro e aveva concesso il perdono ad Eveline. Perdono di una colpa immeritata, ma sempre meglio di niente.
Ora, dopo mesi che non si vedevano, la guardava pronta ad impegnarsi per tutta la vita con un uomo che amava e che l'amava a sua volta.
Eveline non invidiò il legame che dimostravano avere Luca e sua sorella.
Non ne aveva motivo.
Accanto a lei, un bellissimo uomo russo che avrebbe dato la vita per lei le teneva la mano e sfiorava il palmo disegnando piccoli cerchi con dita delicate.
Cosa non sa fare con quelle dita, il pensiero traditore di Ev le fece venire caldo per un secondo.
Poco le importava del luogo in cui era, non ne sentiva la sacralità in quanto non credeva in un ipotetico Dio, eppure la particolarità di trasmettere soggezione in chiese come quella non era indifferente.
Poggiò la testa sulla spalla di Aleks e chiuse gli occhi, cercando di ingannare il suo pensiero agli occhi di un Dio in cui non credeva.
Il ragazzo non fu d'aiuto quando le strizzò delicato una coscia attraverso il vestito di seta rosa.
Dopo, ragazzina, mimò Aleks con le labbra.

Erano passate solo tre settimane da quando si frequentavano, eppure Eveline aveva come l'impressione che ci fosse una specie di legame fra loro, al punto tale da far intendere chiaramente i pensieri di lei, specie quelli più sconci.
L'uomo l'aveva portata a cena, al cinema, avevano passeggiato per il centro mano nella mano. Non era passato un giorno senza che si tenessero per mano ed Eveline era felice di questo.
Il caldo iniziava a farsi sentire oramai e Aleks aveva insistito per portarla a fare shopping. Avevano comprato un paio di jeans skinny strappati e un giubbotto di camoscio grigio che le arrivava poco sopra i fianchi.
-Ti ho immaginata spesso così.- le aveva confessato guardandola uscire dal camerino.
-Dopo credo proprio che ti scoperò.- Eveline aveva riso, ma Aleks era solito mantenere quel tipo di promesse.
L'avevano fatto sul divano della suite di Aleks e poi di nuovo sotto la doccia.
Eveline era stata costretto a cacciarlo dal bagno per lavarsi sul serio.

Ora, seduti uno accanto all'altro in un momento speciale come le promesse di matrimonio, Aleks non riusciva a non toccare la sua pelle morbida.
Ev sentì il disperato bisogno di contatto che aveva l'uomo, lo sentiva ogni giorno.
Sapeva che aveva paura di vederla scivolare via da un momento all'altro e la stessa paura ce l'aveva anche lei.
Erano l'uno nelle mani dell'altra, in attesa di un errore, in attesa di una nube che sapevano si sarebbe insediata fra loro da un momento all'altro.
Ruslan, il padre di Aleksei non era ancora tornato dal suo viaggio d'affari in Colombia, ma quando sarebbe successo, avrebbero dovuto affrontare la sua ira.
Il matrimonio combinato fra Letizia e Aleks era saltato per colpa dei sentimenti che quest'ultimo provava per la sorella della promessa sposa e aveva fatto sfumare la possibilità della famiglia Volkov di entrare in società con una delle più importanti famiglie europee.
L'economia europea non era delle più salde, si basava sui debiti dei suoi Stati membri e su un'unica nazione: la Germania. Dunque era un'economia decisamente instabile.
L'Italia era uno dei Paesi col tasso più alto di riciclaggio, tremendamente utile se gestisci un traffico di armi e droghe internazionale.
Gli italiani però, non si fidavano dei russi. Avrebbero dovuto avere un'italiana al loro fianco che dimostrasse la validità dei possibili accordi da prendere e dunque Ruslan architettò il piano con protagonisti Aleks e la sorella maggiore della famiglia Johnson.
Aleks si trovava a Milano per cercare più agganci possibili, cercava i pesci piccoli per scovare i pesci grossi. Così il pesce piccolo, il professore di psicologia, lo aveva condotto da Ev.
Aleksei strinse la mano della ragazza e le sussurrò Sei stupenda con le labbra schiuse in un mezzo sorriso.
Avrebbe affrontato suo padre per lei, avrebbe affrontato chiunque per lei.
-Lo voglio.- giurò solenne Luca e fra l'applauso degli invitati Aleks non poté fare a meno di pensare che quel giuramento in realtà era la dimostrazione di fedeltà che lui stesso aveva fatto a Eveline quella mattina di tre settimane prima.
Sono tuo.

Destino CriminaleWhere stories live. Discover now