E se..

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La notte stava coprendo la città, le luci artificiali oscurate dalla nebbia. Eveline sentiva il ghiaccio nelle vene. Quella sensazione le ricordava costantemente quanto fosse sensibile al freddo. Il maglione largo le avvolgeva il corpo fino alle cosce che rivelavano poco dei jeans coperti dagli stivali altissimi, fin sopra al ginocchio.
I suoi pensieri erano spenti, vuoti.
I passanti guardavano distrattamente la loro direzione.
Un uomo si soffermò a guardarla più del dovuto, ma Ev non ci diede peso.
Ogni passo che faceva l'allontanava dal suo più grande incubo: innamorarsi di nuovo di Aleksei Volkov.
Cosa pensava, che si sarebbero potuti concedere una seconda opportunità?
No, la vita non era così. Com'era quel film? L'attimo fuggente? Beh, carpe diem.
Non potevano avere un'altra occasione, la vita non ne dava mai. E non ne avrebbe data di certo una a loro. Il passato era il passato e nessuno dei due avrebbe più potuto farci nulla.
Sì, certo, rimuginarci su; ma di sicuro nulla per poterlo cambiare. È pieno il mondo di gente che vuole cambiare il proprio trascorso. Di persone che hanno perso occasioni uniche. Di anime convinte che sarebbe stato diverso, se loro avessero fatto una scelta diversa.
Ora, Eveline, era una di loro. Una di quelle persone, una tra quella gente, una tra quelle anime. Cosa avrebbe fatto, se avesse potuto tornare indietro? Cosa ne sarebbe stato di lei? E di Aleks? Se avesse creduto all'amore del ragazzo? Sarebbe stato diverso. O forse, sarebbe finita dopo due giorni. O due ore.
No, il futuro di Eveline era scritto a lettere cubitali nella sua testa. Il chirurgo faceva per lei. Un uomo di successo, di bell'aspetto e che l'amava davvero. Non era solo un passatempo per Marco. Aveva rischiato di perdere il suo lavoro per lei. La sua carriera. E lo aveva fatto per lei. Per il suo amore verso di lei.
Ma non è Aleksei, maledetta coscienza. Avrebbe voluto farla tacere, ma non puoi far tacere i pensieri. Specie quelli più remoti, sepolti dentro, nel profondo. Qualcuno li chiama desideri. Li vogliamo, li vogliamo perdutamente, ma non lo ammettiamo.
Sono talmente profondi che neppure a noi stessi riusciamo a confidarli.
Come se la sua testa non riuscisse a farne a meno, continuava a pensare al russo.
Per assurdo, la cosa che la incuriosiva di più era il suo rimorso di non esserci andata a letto.
Continuava a rimuginare su come sarebbe stato essere posseduta da Aleks.
Sapeva di voler essere amata, ma nella sua testa aveva raggiunto la consapevolezza di doversi amare per prima.

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