Passato

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Cosa diavolo si aspettava da me? Che gli lasciassi controllare di nuovo la mia vita? Che lasciassi tutto quello che mi sono costruita? Per lui?
No, Evy non avrebbe potuto perdere tutto il suo presente ed il suo futuro per un passato così tumultuoso.
Chi poteva sapere che magari quello che provava per Aleksei non era che semplice compassione per l'incidente? Potevano essere sensi di colpa che lui le aveva fatto provare dicendole che era ancora innamorato di lei, non l'aveva mai dimenticata.
Eveline però non ci credeva. Era sicura che era stato con altre donne in questi due anni; aveva imparato a conoscerlo. Non si sarebbe mai aspettata, però, di ritrovarlo a Milano, per lei. Possibile che avesse davvero impiegato due anni della sua vita a cercarla? Possibile che l'avesse trovata dopo tanti sforzi? Possibile che l'amasse davvero?
Troppe domande a cui non voleva trovare delle risposte. Non assieme a lui almeno. Voleva delle risposte, in verità; le avrebbe trovate da sola.

Mi ha davvero lasciato. Di nuovo.
In Aleksei crebbe la malinconia. Erano giorni che non mangiava, il suo corpo aveva nuovamente bisogno delle flebo per riprendersi. E per il suo cuore invece, cosa avrebbe potuto fare? Eveline. Era arrivato al punto da sognarla ogni minuto in cui si assopiva. Non riusciva più a distinguere i suoi sogni dalla realtà. O almeno, non voleva farlo. Nei suoi sogni stava con Eveline. La sognava in modo sempre meno nitido, erano rari in cui i sogni avevano un lieto fine, ma ad Aleks stava bene così. All'inizio erano piacevoli.
L'ultimo sogno che aveva fatto riguardava la sua pelle bianca sotto di sé. Aveva sognato di prenderla ripetutamente, in ogni modo possibile. Aveva sognato i suoi gemiti e le labbra scarlatte che imploravano altro piacere. Lui che si svuotava dentro di lei, mentre lei le donava il suo piacere attorno all'asta. Poi il silenzio. La labbra si chiudevano in una morsa, scolorivano, la pelle bianca diventava fredda e mostrava delle occhiaie sempre più scure ed incavate. Morta.
Si era svegliato di soprassalto. Il lenzuolo pieno della sua essenza e la sua anima prosciugata da quel sogno sofferto.
No, non poteva andare avanti così. Avrebbe dovuto cambiare le cose.
Da lì a poco sarebbe uscito da quell'inferno, sarebbe andato a parlarle, le avrebbe fatto cambiare idea.
-Sei qui per vedere Aleks?-
Domandò la voce del chirurgo tanto odiato.
-No. Sono qui per chiederti scusa. Lui è il passato. Forse, per lui non provavo altro che compassione.- le voci si affievolirono fino a sparire.
Compassione? Aleksei sperava di aver sentito male. Lei prova compassione? La malinconia provata inizialmente si tramutò in una forte rabbia. Un'ira che mai aveva conosciuto prima di allora. Forse, solo quando il suo patrigno l'aveva sbattuto in galera per dimostrargli quanti entrambi potessero essere uomini.
Ma quell'uomo non valeva come valeva Eveline. Non valeva così tanto. Nessuno valeva come lei. Nessuno.
Ancora più rabbia. Ancora più rancore. Ancora più odio.
Uscirò da qui oggi stesso.

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