Capitolo 7

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Britney's pov

Corro avanti e indietro in casa controllando che sia tutto apposto, sarà la 5 volta che faccio il giro di perlustrazione –Britney hai finito? Dobbiamo andare- dice Sam sbuffando con le valigie in mano –Solo un altro giro, devo assicurarmi che sia tutto chiuso e spento- -Ma lo hai fatto 5 volte direi che può bastare! – controlla costantemente l'orario del telefono e sbuffa sonoramente –E va bene, le valigie? – le indica col capo, -Il borsone nel caso ci fosse qualche imprevisto e dovessimo andare all'ospedale, non penso ce ne sia bisogno ma sai non si sa mai- -è qua e lo hai preparto all'inizio della settimana- -Chiavi di casa e della macchina? - -Ci sono- -Le medicine? - -Perfettamente sistemate in valigia dalla qui presente te stessa- -Biglietti aerei e carte d'identità? - -In questa fantastica busta- -Gli inviti? - -Sempre nella fantastica busta- -Il tuo amore per me? – chiedo facendo gli occhi dolci –Purtroppo l'ho dimenticato- mi giro di spalle fintamente offesa e lui mi abbraccia da dietro dandomi un bacio all'attaccatura dei capelli –per mia sfortuna ce n'è anche troppo- -Allora siamo pronti a partire- -All'ordine comandante- usciamo dalla porta e lui saluta militarmente la nostra casa –Passami le chiavi così chiudo- me le dà e io un po' controvoglia chiudo –Mi mancherai casetta- -E dai stiamo andando a divertirci cosa devi farci con la tua casetta- -Noi siamo legate da un sentimento molto profondo- -Ehi io sono molto geloso- -Il meglio lo riservo solo a te- faccio l'occhiolino salendo in macchina –Bambini ascoltatemi, datevi una mossa ad uscire che io e la mamma abbiamo da fare! – dice infilandosi in macchina e in tutta risposta un calcio volante mi colpisce allo stomaco facendomi piegare in avanti –Credo che a loro piaccia lì- -E come dargli torto- gli do un colpo al braccio –Parti- -Si, si parto- e con la musica a tutto volume e due sorrisi stampati in faccia ci addentriamo nella caotica New York.

Le strade brulicano di turisti, questa è la stagione perfetta per visitare la città e di conseguenza il traffico è smisuratamente aumentato, John e Rosy ci aspettano davanti a casa loro con una grossa valigia, abbasso il finestrino –Posate la valigia e salite o perderemo il volo- John la sistema nel bagagliaio mentre mia sorella sale –Buongiorno vi abbiamo portato la colazione- mi passa una busta con dentro due croissant con crema al cioccolato –I miei preferiti! Sei la migliore sorellina- -Lo so- sale anche John e Sam riparte verso l'aeroporto. Di solito ci avremmo messo 1 e mezza ma per colpa del traffico impieghiamo 2 ore a raggiungerlo. Appena in tempo per passare i controlli e imbarcarci, purtroppo John e Rosalinda sono seduti infondo mentre noi siamo ai primi posti quindi siamo molto distanti, mi sistemo sul sedile di fianco a Sam e prendo un profondo respiro –Pronta? – mi chiede, gli stringo il braccio, prendere l'aereo mi mette sempre addosso uno stato di angoscia e adrenalina nello stesso momento, è inspiegabile, intreccio le dita alle sue annuendo e poi il grande mezzo comincia la sua rincorsa verso il cielo, il senso di oppressione che ho allo stomaco aumenta sempre di più fin quando non riesco a vedere la città dal finestrino farsi sempre più piccola fino a scomparire. Cinque ore di volo mi separano dal mio passato, sento che un pezzo del mio cuore sta per tornare al posto giusto e so che adesso non mi sentirò più incompleta.

-Che stanchezza, è stato il volo più interminabile che abbia mai preso- dico alzandomi dal sedile, sono intorpidita da queste ore di viaggio, non sono riuscita a rilassarmi neanche per un momento, la mia mente elaborava mille ipotesi sul nostro prossimo incontro e di conseguenza tutto il mio corpo è stato rigido in allerta –Ci credo sembravi un pezzo di legno su una sedia- dice Sam che invece ha dormito accanto a me, non si è nemmeno accorto delle leggere turbolenze durante il volo –Adesso raggiungiamo Rosy e John e andiamo a pranzare- sono quasi le 3 del pomeriggio e ho una fame da lupi, qui anche un piccolo snack costa 20 dollari! Scendiamo dalla parte anteriore e solo fuori ci riuniamo a mia sorella –Com'è andato il volo? – chiedo non appena siamo vicini –è stato tremendo accanto a noi c'era una signora col figlio di qualche mese in braccio, il bambino non ha fatto che piangere per tutte e 5 le ore, una vera tortura! – dice John infastidito –Non abbiamo nemmeno pranzato qui costa tutto troppo- dice mia sorella mettendo il broncio –Ho pensato la stessa cosa- dico ridendo leggermente mentre ci incamminiamo all'interno del grande aeroporto di Los Angeles, ci fermiamo in un ristorante e ordiniamo qualcosa da mangiare, è un posto di cucina occidentale principalmente italiana, io prendo un'insalata chiamata "Caprese" , Sam ordina un piatto di pasta "Trofie al pesto", mai sentito, Rosalinda e John due pizze, lei una "Margherita", lui una "Parmigiana" anche questa mai sentita. Quando arrivano le nostre ordinazioni rimango piacevolmente stupita, per essere il ristorantino di un aeroporto i piatti all'apparenza sono bene fatti, una vera e propria gioia per gli occhi. Un mugolio di piacere esce dalle labbra di Sam non appena assaggia la pasta –Buona? – chiedo sorridendo lui annuisce e me ne avvicina una forchettata alla bocca, in effetti è proprio buona –Davvero buona- anche la mia insalata è molto buona, un piatto semplice e fresco, -Le vostre pizze? – chiedo a mia sorella che non ha aperto bocca, alzano entrambi un pollice in su –Deliziose a New York non sono così buone- dice lei e John annuisce soddisfatto. A fine pasto Sam si offre di pagare il pranzo per tutti ma John insiste per fare a metà, così entrambi pagano il conto. -Era tutto buonissimo- dico prima di andare via –Grazie mille signora- dice una cameriera con un sorriso cortese, così uscendo prendiamo un taxi che ci porta verso l'albergo. Quando arriviamo all'entrata del grande edificio spontaneamente spalanco gli occhi guardandomi attorno –E questo sarebbe l'hotel? Ma è enorme come avranno fatto a permetterselo- -Non saprei ma è proprio bello- dice mia sorella avanzando con la valigia –Si sono veramente dati da fare- dice John –Ci sarà da divertirsi- dice Sam e detto questo entriamo.

Anche all'interno l'hotel è meraviglioso, grandi pareti bianche con dettagli in oro, pavimenti in marmo e delle scale mozzafiato, mi guardo attorno meravigliata e poi da lontano una chioma bionda allarga le braccia venendo verso di noi, faccio lo stesso gesto spontaneamente e sorrido, ci siamo finalmente. 

Una casa per seiTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang