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"Cosa ci fai qui?" chiedo al ragazzo di fronte a me, è la seconda volta che lo incontro in questo bar e per quanto sia aperto al pubblico, di solito è frequentato esclusivamente dai ragazzi del college.
"Mi piacciono i cornetti che fanno, inoltre la mia nuova casa non è molto lontano da qui e questo bar mi è di strada per andare in ufficio.
Inoltre so che è solito ad ospitare belle ragazze, quindi approfitto"
Arrossisco al suo complimento, fa sempre piacere essere apprezzati.
"Ti ringrazio, ma a che ora ti presenti a lavoro? sono le 11:00" gli chiedo.
"Diciamo che non ho un orario, sono il proprietario e ogni tanto posso permettermi di fare come voglio.
A mezzogiorno ho un'udienza in tribunale e ho bisogno di zuccheri"
Mi affascina il fatto che sia un avvocato, ho sempre apprezzato quel mestiere.
Il saper parlare bene con termini sofisticati ed essere abbastanza bravi da convincere il giudice a farsi dare la ragione.
"Dovrà essere entusiasmante vincere una causa, immagino"
"Diciamo che porta delle grandi soddisfazioni, a volte però succede anche di perdere e in quei casi vorresti solo sotterrarti" mi spiega.
"Tu sei bravo?"
"Abbastanza direi, ti serve un avvocato per caso?"
"Ancora no, ma in futuro chi lo sa" rispondo scherzosamente.
"Comunque, sto cercando una tirocinante da istruire per inserirla nel mio studio, qualora volessi cambiare facoltà e passare a legge, chiamami pure"
"Come fai a sapere che non la frequento già?"
"Si vede da come ragioni, tu sei una persona estremamente sensibile e ti emozioni facilmente, sorridi ad ogni persona che ti passa vicino e si nota che non lo fai con forza.
Frequenti lettere, ne sono sicuro"
Rimango a bocca aperta per ciò che mi ha appena detto, l'ho visto due volte ed è riuscito a decifrarmi.
"Ci ho preso?" mi chiede.
"Si" gli sorrido e lui scoppia a ridere, in modo dolce.
"Essere un avvocato mi permette di capire le persone ed è difficile che mi sbagli, con te però sento di non riuscire ad arrivare fino in fondo, come se avessi un lato che non vuoi mostrare"
Ha ragione un'altra volta, non sa quello che ho dovuto passare in questi mesi e quanta forza mi sia dovuta fare per affrontare le giornate.
"Chissà" gli rispondo, lasciandolo col dubbio.
"Mi piacerebbe scoprirlo però, potremmo uscire qualche volta"
Lo stomaco mi si contorce e di colpo mi sento completamente fuori luogo.
Non sono pronta a guardarmi intorno, penso costantemente a Nate e a tutto il male che mi ha fatto.
"Io..io.. ti chiedo scusa Ty ma sono obbligata a rifiutare, esco da una brutta storia e non sono ancora dell'umore giusto per conoscere qualcuno"
"Certamente, non ti preoccupare.
Qualora cambiassi idea, il mio bigliettino ce l'hai" mi risponde tranquillamente.
"Si, l'ho messo nel portafoglio"
"Buon anno Nina, penso che non ci rivedremo domani"
"Buon anno Ty"
All'improvviso esce dal bar e io mi sento una persona orribile, odio far rimanere male le persone ma, per quanto mi ci impegni, non posso rendere felici tutti.
Se ci uscissi lo illuderei e basta e non avrebbe senso, per ora va bene così.
"Hey, hai già preso il caffè?" mi chiede Leo, dopo avermi raggiunta al bar.
"No, ti stavo aspettando, tutto ok con Jace?"
"Abbastanza, diciamo che si è tranquillizzato ma è comunque giù di morale, non sai quanto mi dispiaccia"
"Immagino, posso capirti alla perfezione" gli dico.
"A proposito, chi era quel ragazzo?"
"L'ho conosciuto in questo bar un po' di giorni fa, è simpatico e mi ha appena chiesto di uscire, ovviamente ho rifiutato, sai, vista la situazione, anche se devo ammettere che mi ha suscitato interesse"
"Perché non hai accettato?" mi chiede.
"Perché sono innamorata di Nate e non credo al chiodo schiaccia chiodo"
"Touchè"
Scoppiamo a ridere ed usciamo dal bar, che il viaggio verso gli Hamptons abbia inizio.
I genitori di Leo possiedono una casa lì e, fortunatamente, avremmo tutto il tempo necessario per prepararci, inoltre stasera ci fermeremo a dormire e ripartiremo domani mattina.
L'evento si terrà in un locale stupendo, non è la prima volta che partecipo ad una festa ambientata li e devo dire che ogni volta rimango senza fiato.
"A cosa stai pensando?" mi chiede Leo.
"A quanto siano belli questi eventi, tutte quelle persone vestite con abiti divini e i molteplici balli di coppia.
Mi ricordo che, da bambina, invidiavo i tuoi genitori, erano talmente coordinati al punto di sembrare una persona sola, tua madre mi insegnò a ballare e ora devo ammettere di essere abbastanza brava"
"Sei la più brava.
Posso chiederti una cosa Nina?"
"Si, certo"
"Non ce l'hai con la mia famiglia per ciò che ha fatto alla tua?"
"Ad esser sincera no, il giorno dopo aver chiesto il prestito alla tua famiglia, mio padre ha intrapreso un lavoro illegale.
Sono sicura che l'abbia fatto per me, per liberarmi da questo patto tra le nostre famiglie e farmi tornare a vivere la mia vita, ma non aveva senso.
Avrebbe sicuramente trovato un altro impiego e saldato il debito, magari ci avrebbe impiegato più tempo ma almeno non si sarebbe messo in pericolo"
Di colpo mi ricordo che Leo non era al corrente di questi particolari, non gli avevo raccontato proprio tutto.
"Tu non sapevi nulla e mi dispiace per non avertelo detto, ecco perché sono stata molto preoccupata ultimamente.
Per quanto riguarda i tuoi genitori, di certo non condivido ciò che hanno fatto, insomma ricattare i miei non è stato un bel comportamento e sopratutto, impedirti di essere te stesso di certo non li ha resi dei gran signori.
A loro discolpa però, credo l'abbiano fatto proprio per evitare che qualcuno ti prendesse in giro o ti insultasse, non penso che ti avrebbero ripudiato volontariamente.
Credo inoltre che, io e la mia famiglia, siamo stati solo un incidente di percorso, non ci avrebbero messo in pericolo sul serio, ne sono sicura"
"Come fai a reagire in questo modo?" mi chiede stupito.
Vorrei tanto dirgli che odio i suoi genitori e che non li perdonerò mai per ciò che hanno fatto ai miei, per aver obbligato mio padre a rischiare la propria vita.
Mi viene al vomito al solo pensiero di mettere piede in quella stanza ma Leo non deve accorgersene, tutto ciò che sto facendo è per lui perché, di certo, non ha nulla in comune con quelle persone.
Una volta terminato questo evento non avrò più nulla a che fare con la sua famiglia e non vedo veramente l'ora.
Pensare che adoravo i Belley, li consideravo i miei secondi genitori, ora non vorrei nemmeno scambiarci due parole.
"Lo faccio per te, perché ti voglio bene"
Il viaggio procede piacevolmente, in meno di tre ore arriviamo negli Hamptons e, come volevasi dimostrare, è uno dei posti più belli in assoluto.
C'è che dice che ci si venga solo d'estate, io invece ho sempre adorato venirci d'inverno, le strade sono vuote e si possono fare delle bellissime passeggiate al mare senza essere disturbati da nessuno.
La casa è ancora più elegante di come la ricordassi, è molto grande, con degli ampi soffitti e delle lunghe scalinate che portano ai piani superiori, ad accoglierci sono i domestici.
"Salve signorino Leonard, salve signorina Nina"
Sembrano robot programmati a dire le stesse cose, mi hanno sempre fatto una gran tenerezza, specialmente visto il modo in cui vengono trattati dalla signora Belley.
Lei è sempre stata una strega, peccato che l'ho capito troppo tardi.
"Buongiorno ragazzi"
Il Re e la Regina della casa stanno venendo verso di noi e ci accolgono come se fossero veramente contenti di averci qui.
"Buongiorno signori Belley" saluto educatamente, dopo tutto ho accettato di venire, devo resistere alla tentazione di rispondergli male.
"Nina, hai saputo che i tuoi genitori hanno estinto il debito? vorrei tanto sapere come abbiano fatto, in così poco tempo"
"Sa signora Belley, non saprei proprio cosa dirle.
Ora vivo a New York e non sono molto più presente nelle dinamiche lavorative della mia famiglia, so solo che si sono dati molto da fare, dopo tutto non siamo di certo persone che si fanno parlare dietro"
"Certo che no" mi risponde.
La madre di Leo fa diverse smorfie e se ne va, informandoci del fatto che alle 19:00 inizierà l'evento e che quindi, per le 18:30 dovremmo partire da qui.
Sono le 14:00, ho il tempo a sufficienza per farmi abbastanza bella.
Accompagno Leo nella sua stanza e raggiungo la mia, decido di riposarmi un po' per evitare che stasera mi venga sonno.
Mentre sto per addormentarmi, qualcuno bussa alla mia porta.
"Avanti" dico alzando un po' il tono della voce per farmi sentire.
Davanti a me ho la signora Belley, la vedo entrare e chiudere la porta alle sue spalle, la sua espressione non è di certo felice, so che questa conversazione non andrà a finire bene.
"Ti dispiace se parliamo un secondo?" mi chiede accomodandosi sul mio letto.
"No, certo che no"
"Ho diverse cose da dirti, ci tenevo ad informarti che, purtroppo, per quanto ti ci impegni, non sei una persona furba.
Ho scoperto della tua storia con quel Nathan Brey dopo un giorno che è iniziata, avrei potuto denunciare i tuoi genitori sin dal primo momento, ma non l'ho mai fatto, per rispetto di mio figlio.
Voglio dirti una cosa ragazzina, se solo ti azzardi a rovinarmi questa serata, me la pagherai.
Ho assunto degli investigatori per scoprire cosa facessi nella tua vita privata e, spero con tutta me stessa, che non l'abbia fatto nessun altro, altrimenti potrò dire addio al mio titolo.
Prega che non sia così Nina o vedrai il vero e proprio terrore con i tuoi stessi occhi.
Ah e, ovviamente, non informare Leo di tutto ciò, non c'è bisogno che sappia dell'esistenza di questa conversazione.
Terminata questa serata ti voglio fuori dalle nostre vite, una volta vinto questo titolo non avremo più bisogno di te e non ho di certo intenzione di vederti ancora"
Mi lascia senza parole e se ne va, non posso credere a ciò che mi ha appena detto.
Mi ha spiata per tutto questo tempo, per quanto mi sia impegnata a non mettere in pericolo i miei genitori, ho sempre rischiato di farlo.
Sbarro gli occhi al solo pensiero di cosa sarebbe potuto succedere, davvero non mi capacito da chi abbia preso Leo.
Non ho mai conosciuto un'arpia come la signora Belley, la ritengo veramente la persona peggiore che esista al mondo.
Dopo questa conversazione, di dormire non se ne parla proprio, decido così di chiamare Shar.
"Hey, disturbo?" le chiedo.
"Non devi nemmeno pensarle queste cose, puoi chiamarmi quando vuoi e lo sai.
Che mi dici? sei arrivata nei famosi Hamptons?"
"Si, ci siamo sistemati poco fa, tra tre ore dovremmo essere pronti e mi sto veramente annoiando.
Tu che stai facendo?"
"Sono in stanza e sto aspettando Luc, andremo a fare un giro.
Voi tornerete domani giusto? ti ricordo che c'è la festa più importante dell'anno e noi dovremo andarci"
Non ci pensavo nemmeno al fatto che domani terminasse l'anno, Shar parla di questa festa da quando ci siamo conosciute e finalmente sta arrivando.
Per quanto preferisca starmene in stanza e addormentarmi prima dello scoccare della mezzanotte, la farò contenta e ci andrò.
"Torneremo domani in mattinata e ti racconterò tutto ciò che è successo nella mia vita in questi mesi e poi, andremo insieme alla festa"
"Wow, non posso credere di essere inclusa così tanto nella tua vita"
La mia amica ironizza su questo punto ed ha perfettamente ragione, mi sono comportata in modo pessimo con lei e, qualunque altra persona, mi avrebbe abbandonata.
Lei non l'ha fatto e le sarò grata per tutta la vita.
"Ci vediamo domani Shar, divertiti con Lucas"
"Anche te e non farti influenzare da quei ricconi"
Termino la telefonata e provo a chiudere gli occhi una mezz'ora, parlare con lei mi ha tranquillizzata veramente tanto.

NATE'S POV
"Ciao Bil, ho visto la tua chiamata, hai scoperto qualcosa?"
"Si, alcune mie fonti mi hanno informato del fatto che questi uomini siano alla ricerca di nuovi corrieri, suppongo che il padre di quella ragazza non li abbia ancora denunciati.
Eppure non lavora più per loro quindi, in teoria, avrebbe dovuto farlo, ti ha detto niente lei?"
Non ero a conoscenza del fatto che il signor Stale avesse smesso di trasportare la droga, probabilmente avrà estinto il debito.
Ciò significa che Nina è finalmente libera.
Questa cosa mi rasserena e porta un po' di gioia nella mia vita, credevo non fosse più possibile tranquillizzarmi.
"Non parlo più con lei Bil, grazie comunque delle informazioni.
Non so perché non l'abbia ancora denunciati, appena potrò glielo chiederò e ti farò sapere"
Concludo la chiamata col mio investigatore e mi dirigo al college, devo parlare con Nina.
"Ciao Shar, dov'è la tua amica bionda?"
Vorrei rimangiarmi questa frase, credo sia dettata dall'alcol che ho in corpo.
"Non qui, ora se permetti me ne vado" mi risponde scocciata.
"Ho bisogno di parlarle" le dico.
"Ti ricordo che abbiamo già avuto una conversazione del genere in passato e mi è bastata.
Visto come è andata a finire con Nina successivamente, non ti darò più informazioni su di lei.
Non so cosa le hai fatto ma so che sei responsabile del suo malumore.
Stalle lontano e non parlare nemmeno con me, non voglio sentirti, vivi la tua vita Brey"
Mi merito ogni cosa che mi è appena stata detta, sono una persona orribile ed era normale che Shar non mi dicesse dove potessi trovare Nina.
Dove diavolo potrà essere? insomma il college non è chissà quanto grande.
"Ciao Jace, hai per caso visto Nina?"
"Da quand'è che mi parli? l'ultima volta che ti sei presentato davanti a me mi hai picchiato"
"Sai dove posso trovarla o no?" gli chiedo alzando il tono della voce.
"È partita con Leonard, sono andati fuori città.
Ora ti prego di lasciarmi stare"
Nonostante sia libera e nessuno la obblighi a stare con lui, ha deciso di partirci insieme.
Questa cosa mi manda fuori di testa e vorrei spaccare la faccia a quel finto perfetto, saperla con qualcun altro al di fuori di me mi fa imbestialire e penso che non potrei sopportarlo, né ora né mai.
"Ciao Nate"
Una ragazza mi si avvicina, credo di esserci andato a letto già una volta ma in questo momento non mi interessa di illuderla o meno, non sento niente.
"Andiamo nella tua stanza" le dico senza nemmeno salutarla e lei mi asseconda, mi viene la nausea al solo pensiero di ciò che sto per fare perché sento che stavolta sarà diverso, il mio corpo sta collaborando è sicuramente riuscirò a farci sesso.
Il pensiero che Nina stia con un ragazzo che non sia io, scatena in me una rabbia disumana, dovrò pur sfogarla in qualche modo.

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