Giorno Uno - MATTINA

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Alle 4:00 di mattina i ragazzi si ritrovarono alla stazione di Seoul per prendere il treno diretto all'aereoporto di Gimpo. Le presentazioni ufficiali le avevano fatte ma il loro dialogo era anche finito là poiché i ragazzi erano troppo affaticati. Jungkook era molto stanco: aveva affrontato un viaggio dalla sua provincia di nascita a Seoul e, ora, dalla capitale doveva prendere un treno, poi l'aereo per l'isola e lì un bus che li avrebbe portati alla loro destinazione. Il moro, infatti, era stato molto tranquillo e non aveva infastidito nessuno dei suoi prossimi coinquilini con le sue battutine. E tutti avevano passato gran parte del viaggio a sonnecchiare.

Tutti insieme, telefonicamente con chi non poteva essere presente, avevano scelto un villaggio dove alloggiare, non uno semplice, ma IL villaggio. Perché era così speciale?

Perché era l'unico che aveva accesso diretto alla spiaggia e ogni sera venivano organizzate feste a tema, giochi e si potevano bere fiumi di alcol. Per i ragazzi, i quali durante l'anno erano molto impegnati con l'università e lavoro, era la vacanza perfetta. Avevano già concordato che la mattina, anche se avessero fatto tardi la notte, sarebbero andati lo stesso a mare oppure avrebbero visitato l'isola. E se qualcuno non si fosse svegliato non ci sarebbero stati problemi, chiunque poteva muoversi anche senza l'altro.

Avevano fatto patti chiari e amicizia lunga.

Tutti avrebbero cercato di non superare dei limiti oltraggiosi e di bere, giocare e fumare solo per divertirsi, non per distruggersi. Anche per non rovinare la serata a chiunque si sarebbe sentito in dovere di aiutare chi stava male, quindi, il problema si eliminava dalla radice.

I ragazzi avevano anche calcolato che sarebbero arrivati intorno alle 6 al villaggio, e dal sito online avevano anche già scelto il tipo di abitazione che li avrebbe ospitati: una piccola villetta. Essa aveva diverse stanze, abbastanza piccole, comprese di letti singoli o matrimoniali. Dovevano solo prendere la chiave della casa e scegliere quale sarebbe stata la loro stanza.

Arrivando così presto avevano fatto due piccioni con una fava: non avrebbero perso la prima giornata di vacanza e, così stanchi, avrebbero avuto meno forze per discutere sulle camere. Così fu.

Jimin e Taehyung presero una matrimoniale, lo stesso Namjoon e Seokjin e gli altre 3 presero una stanza con un letto matrimoniale e uno singolo. La casa disponeva anche di un'altra stanza e il pensiero generale fu di usarla quando qualcuno avrebbe voluto stare solo. In qualsiasi senso. Promettendosi che nessuno avrebbe reso le cose imbarazzanti, soprattutto, con gli sconosciuti, i quali, se trovati inaspettatamente, potevano mettere a disagio.

Potevano permettersi di riposare per qualche ora, recuperare le energie e poi scendere in spiaggia. Tutti avevano raggiunto le proprie stanze, chi si era spogliato di tutti i panni e ronfava già sul letto e invece chi pensava a sistemare gli abiti nell'armadio.

Taehyung faceva parte della prima categoria, infatti aveva solo un lenzuolo che ricopriva la sua esile figura nuda e solo il contatto con la morbidezza del cuscino gli aveva permesso di fare un bel viaggio nel mondo dei sogni. Jimin, che di dormire non ne voleva sapere niente perché troppo eccitato, continuava a parlottare tra sè e sè e a canticchiare mentre faceva avanti e indietro tra il letto e l'armadio, armadio-bagno, bagno-cassetti.

«Sono così contento di essere in vacanza!»

«Ma, secondo te, Yeontan starà bene dai tuoi genitori? Non lo abbiamo mai lasciato così tanto tempo lontano da noi»

Yeontan, l'adorabile cagnolino che avevano adottato insieme l'anno scorso, era cresciuto solo con loro e i due migliori amici si sentivano due figure genitoriali verso il pelosetto, solo che il rosa aveva sviluppato una sorta di preoccupazione eccessiva, credeva Taehyung, come se Yeontan fosse suo figlio. Insomma, anche Taehyung era legato al suo animaletto domestico ma il suo migliore amico era molto tragico.

A Night To Remember || VKOOKWhere stories live. Discover now