Capitolo 26- Aurora

67 8 29
                                    

Ti faccio spazio dentro di me, in questo incrocio di sguardi che riassume milioni di attimi e parole.

Pablo Neruda

Jordan scende dall'auto e mi apre la portiera come un vero gentiluomo, quando alzo gli occhi al cielo, mi ritrovo uno splendido ristorante a bordo lago, le vetrate ci forniscono un'ampia visuale delle persone all'interno, che non si disturbano di come qualcuno possa guardarli dall'esterno.

«Tranquilla, ho prenotato un tavolo dall'altra parte così avremo una visuale sul lago illuminato»

«Mi leggi nel pensiero caro mio»

«So fare questo e altro» mi sussurra all'orecchio.

«Sciocco» rispondo ridendo.

Entriamo mano nella mano e subito gli sguardi di alcuni uomini in compagnia delle loro mogli ricadono su di me, un brivido mi percorre la schiena, forse ho qualcosa che non va.

«Signor Brown questo è il suo tavolo come richiesto, signorina Brown si accomodi senza problemi» ci accomodiamo dopo aver sentito le parole del cameriere.

Mi ha chiamato signorina Brown, sto per collassare.

«Guarda che vista Jordan!» esclamo interrompendo quel silenzio.

«Sapevo ti sarebbe piaciuta questa vista»

Sorrido e prendo in mano il menù.

«Cosa hai deciso di prendere?»

In quell'esatto momento arriva Katie, la cameriera a prendere le ordinazioni.

«Allora raccontami, hai parlato con Clara?»

«E tu come fai a saperlo?»

«Ethan vi ha visto insieme» ride.

«Occhi e orecchie dappertutto, devo ricordarmelo. Comunque sì le ho raccontato come stavano le cose, in pratica è più emozionata di me» rispondo bevendo un po' d'acqua.

«Chi non vorrebbe avere una relazione con il proprio capo?»

«Shh abbassa la voce»

Si sporge per darmi un bacio, ed è il nostro primo bacio pubblico a Londra.

Quando arrivano i nostri piatti, mangiamo e nel mentre ci raccontiamo delle nostre vite prima di incontrarci, racconto di come ho conosciuto le mie amiche e di come abbiamo deciso di fare una vacanza ad Ibiza, di come mi sono sentita quei giorni con lui, e lui mi racconta di Ethan, della loro amicizia e dei loro viaggi annuali.

«Com'era?» chiede riferito al piatto di spaghetti con le vongole che ho appena terminato di mangiare.

«Buonissimo»

«Possiamo vedere il menù dei dolci gentilmente?» domanda Jordan appena arriva il cameriere per raccogliere i nostri piatti.

«Certamente, arriva subito» risponde con tono cordiale.

«Certo che li vorrei prendere tutti» dico sospirando.

«E prendili tutti, cosa ti ferma?»

«Guarda che diventerei una pallina, galleggerei in acqua»

«Starei con te lo stesso» rispondendo scoppiando a ridere.

Sorrido, decidendo di prendere una mousse ai frutti di bosco con topping all'amarena, mentre per lui una fetta di torta al cioccolato.

Dopo aver finito di cenare, Jordan si affretta a pagare il conto per entrambi e ci dirigiamo verso la macchina.

«Jordan sei tu?» una voce femminile alle nostre spalle richiama la nostra attenzione.

You make me crazyWhere stories live. Discover now