Capitolo Tre

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Harry viene buttato bruscamente giù dal letto da Amelie, una delle assistenti di Léon.

Oddio, in realtà, la ragazza usa la sua copia della chiave della sua camera, che tiene solo per le emergenze, e gli scuote una spalla con la mano delicata, per cui Harry borbotta nel cuscino. Non appena volta appena un po' la testa, sobbalza.

''Cosa-'' raschia, la voce resa bassa dal sonno.

''Scusa, Harry, ma è davvero, davvero urgente che tu venga con me'' dice a bassa voce, arrossendo nel vedere la sua schiena nuda. Spera davvero che Amelie abbia ben chiare le sue preferenze, perché è troppo stanco per affrontare questa discussione.

''Riguarda il film? Perché- Porca puttana'' rantola, un po' perché il suo schermo lo acceca non appena lo accende, un po' perché è fottutamente presto. Amelie, infatti, aggiunge:

''No, ma tu e Louis dovete vedere Léon. Tu metti una felpa, io vado a chiamarlo.''

''Chiamo io Louis'' dice subito, senza nemmeno pensarci: non vuole che il ragazzo affronti la stessa procedura con cui lui è stato svegliato, timido com'è. E' un pensiero naturale, Harry è una brava persona. Si alza, coprendosi leggermente con il lenzuolo, e si accorda con Amelie per vedersi al bar dell'hotel per la colazione. Uscita dalla porta dopo essersi schiarita la voce, lascia Harry a sciacquarsi il viso e sistemare i capelli, per poi cambiarsi in pantaloni della tuta e felpa leggera, larga. Infila i suoi anelli proprio mentre si chiude la porta alle spalle e fa scivolare in tasca la chiave magnetica e il cellulare. Si avvia verso la porta di Louis.

Proprio quando si appoggia alla maniglia con la mano sinistra per bussare con la destra, nota, facendo pressione, che quella si abbassa. La porta, aperta e ben oliata, si scosta di poco, un filo d'aria trapela tra la stanza di Louis e il corridoio. Insieme a delle voci.

''Non posso credere che tu sia venuta qui solo per questo'' dice la voce di Louis, sconsolata, triste. Chi gli risponde è una donna, irata, ma che tiene il tono relativamente basso:

''Quanto l'hai pagato per far sì che ti tenesse, Louis? Hai capito di che film stai parlando? Chi vorrebbe te per una pellicola del genere?'' domanda, cattiva, velenosa, e ad Harry sembra di conoscerla, ma non è possibile che sia lei a dirgli-

''A quanto pare Léon, mamma.''

La donna nella stanza è Jane Tomlinson, e ad Harry gira la testa. Perché sta dicendo a suo figlio, suo figlio, che non è adatto per un ruolo? Cosa è successo, tra loro due? E perché Louis non risponde a tono? Si sente colpevole, è effettivamente colpa sua?

''Non ho tolto la parte a Thee'' sta dicendo Louis, sempre tranquillo, discreto, un fiore sull'acqua. Harry vorrebbe entrare e urlare per lui, solo per la rabbia che sente, intrecciata ma ben nascosta, nelle sue parole. ''Semplicemente, vogliono-''

''Ma tu non sai recitare!'' interrompe Jane, ed Harry sente un sobbalzo. ''Sei mediocre, poco interessante e lo sai, lo sai che non doveva essere la tua vita, questa.''

''Non potevo fare il medico, mamma'' sottolinea Louis, e perché mai avrebbe dovuto farlo? E' così importante, fondamentale? C'era un patto tra di loro? E anche se ci fosse stato, chi dà il diritto a sua madre di parlargli così solo perché Louis non se la sentiva, denigrandolo in quel modo? Magari Louis ha creato problemi, ma dirgli di essere mediocre-

''Hai sempre avuto in faccia la delusione per ognuno di noi, Louis'' è gelido, cattivo, gli stringe il cuore ''Solo quel pazzo di tuo nonno ti sopportava, e non so nemmeno come. Sai che tuo fratello ha molto più talento di te, e gli rubi comunque il lavoro. Non ti senti in colpa?''

Urla, Louis, ti prego, urla con quanto fiato hai in gola, togliti il respiro, falle-

''Lo so, ma se loro hanno scelto me io- Non parlare del nonno così'' dice a bassa voce, piccolo, piccolissimo. Oh, no. Louis le pensa davvero, quelle cose? E' per questo che non le sputa in faccia una rabbia cieca accumulata da, più o meno, tutta la sua vita?

Loving You Is The Antidote ||L.S.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora