2| The Flame of Domination

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Cinque anni dopo.

Fece una smorfia infastidita e si distese ancor più comoda sulle larghe foglie che la coprivano.
Sbadigliò assonnata e richiuse gli occhi, probabilmente provando a ripensare alla rilassante ma distante sensazione di un sonno tranquillo.

L'astro del giorno rifletteva i propri raggi, da alcune buche naturali sul soffitto, in tutta la grotta intorno a lei, creando qualche gioco di luce.
Un spiraglio di sole le riscaldava il viso.
Anwïn era così tenera, che sarebbe stato un peccato svegliarla per l'ennesima volta.

«É ora di andare, sorella.» Le disse, nel modo più pacato possibile, nonostante fosse spazientita.

Poi il drago aprì gli occhi, in uno scatto fulmineo e magico.
Aveva lo sguardo furente e Nefeli non la biasimava.

Così decise di lasciarla svegliarsi in pace, senza proferire più nulla.

Si poggiò sulla parete rocciosa e si distrasse a guardare la sua casa, condivisa con la sorella.
Insomma, per essere un rifugio fatto di sola pietra non era poi così male.

Aveva dipinto nelle mura una mappa della loro terra, con il succo di qualche bacca selvatica.

Giusto il giorno prima, durante la discesa della luce, aveva lasciato l'ultimo posto libero per il luogo che ancora non aveva avuto l'occasione di visitare.

Era l'ultima tappa che la Foresta delle Luci le offriva e dopo esserci stata, avrebbe finalmente completato il disegno.
Il Lago delle Pinne Dorate.

Si prese qualche minuto per ammirare il resto della boscaglia stilizzata sulla parete grigia.
Passò un dito sopra lo spazio ancora incompleto del muro e lo delineò.
La pietra era dura e ruvida.

«Non abbiamo nient'altro da fare, quindi...» Disse semplicemente ad Anwïn e lei capì subito.

Esplorare era il loro passatempo preferito.

Si affrettò a prendere il pugnale e lo posò sul fodero attorno alla gamba.
Il suo vestito, seppur sgualcito, lo copriva alla perfezione.
Trixar alle volte le portava delle vesti durante le sue visite, ma ormai succedeva di rado.

Il fratello viveva due vite diverse.
Una durante il giorno, nel clan, ed un'altra durante la notte, nella Foresta.
Eppure comprendeva i suoi motivi.

Avevano trascorso tutta la notte a volare, cercando di intravedere Trixar da qualche parte nel villaggio delle Colline, ma nulla.
Era stato tutto vano.

Non che fosse arrabbiata, ma in quel periodo erano più le volte in cui il fratello era con Abhay che con loro nella Foresta.

Gli aveva insegnato a tirare con l'arco, a cacciare e a seguire le tracce fresche sul terreno bagnato.
O almeno, questo è quello che Trixar aveva riferito l'ultima volta che si erano visti, qualche giorno prima.

Diede un'occhiata all'arco, meticolosamente intrecciato da lei con fiori e rami, e decise che quel giorno sarebbe rimasto nelle Grotte.

Con una carezza rapida al muso della sorella si incamminarono insieme verso gli sgoccioli della tana dei Viger.
Questo quando Anwïn si decise finalmente di riconnettersi alla realtà circostante, dopo tutto quel tempo passato a dormire.

Il loro rifugio non era nulla in confronto ai grandi spazi che le Grotte offrivano loro.
Erano imponenti, proprio come le creature che vi abitavano.

Salutava distrattamente tutti i cuccioli di Viger che le capitava di incontrare durante il cammino e si inchinava in segno di rispetto.

Le regole di quel rifugio erano rigide, noiosamente lunghe ma profondamente incastonate tra le pieghe del suo cuore.

Come la protezione, la perseveranza, la fiducia in ogni singolo membro del branco e la forza di resistere alla rottura.

The shadow of lossDove le storie prendono vita. Scoprilo ora