La laurea

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Capitolo +🔞 per un pubblico adulto.

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Settembre era arrivato in fretta e io non ero praticamente mai uscito di casa. La tesi finale mi impegnava molto, ma a dire il vero, ero troppo spaventato per interfacciarmi al mondo. 

 Ovviamente non avevo scelta che sparire, ma non avevo ancora deciso dove sarei andato e non sapevo se raccontarlo ai miei e, cosa ancora più importante, mio zio sarebbe venuto ancora con me?

Poi c'era la QUESTIONE a cui per due mesi non volli pensare...

Parlo di Lisa, ricordo ancora la sua faccia stanca e segnata dalle lacrime, quando, in ospedale, aprii gli occhi trovandola al mio capezzale.

"Cazzo Marco, ma cosa è successo! Pensavo fossi morto, hai dormito per un giorno intero. Il dottore dice che ti terranno in osservazione per una settimana. Per fortuna non hanno riscontrato nessuna emorragia e non ti sei rotto nulla, stanno ancora capendo se alla testa c'è qualcosa che non va. Ma vuoi sapere una cosa? Io sono CERTA che ci sia qualcosa che non va nel tuo cervelletto .... Ma si può SAPERE CHE CAZZO SUCCEDE? PERCHE' SEI STATO PICCHIATO, E VEDI DI NON DIRMI STRONZATE!!"

Adoro il suo carattere, così la tranquillizzai promettendole che una volta a casa le avrei raccontato tutto, e così feci.

La settimana finì e, dopo le varie raccomandazioni del medico, l'arrivo degli esiti di tutti gli esami fatti che, grazie a Dio non dichiararono nulla di grave, venni finalmente dimesso.

Chiaramente l'ospedale avvisò la mia famiglia, i quali vennero a prendermi il giorno della dimissione. Non vi dico che scenata che mi fecero: "Lo sapevamo! TE LO AVEVAMO DETTO! NON CI ASCOLTI MAI! MA COSA TI DICE LA TESTA? ecc... ecc..." Sempre le stesse cose.

Inutile cercare di ragionare con loro. Continuavano a insistere per tornare tutti insieme a Milano, ma rispondevo sempre in modo negativo. 

Li avevo ospitati qualche giorno nel mio appartamento per cercare di rassicurarli fino a che, oramai rassegnati, erano ripartiti. Erano stati giorni d'inferno, ma nonostante alcuni momenti di tensione: tra Lisa, me e loro, siamo riusciti a coesistere.

«ADESSO che i TUOI SONO ANDATI VIA RISPARMIAMI TUTTE LE CAZZATE CHE GLI HAI RIFILATO e, dimmi la verità!» Lisa fu irremovibile e volle sapere ogni cosa, fino nei più piccoli particolari! Rimase scioccata del mio racconto e, dopo essersi arrabbiata, iniziò a farmi una marea di domande:« COSA FARAI ORA? Sei SICURO che sia finita così? ABBASSERAI ANCHE TU LA TESTA? E che ne sarà di noi?!»

Non fui in grado di rispondere a nessuna delle sue domande. Quando la vidi diventare seria e i suoi occhi si inumidirono, non riuscii a resistere e la afferrai per le spalle portandola vicino al mio corpo, baciandola. Volevo in qualche modo rassicurarla, anche se in verità la stavo facendo soffrire.

Il bacio non fu dolce ma profondo, esigente, come se volessi imprimere quel momento nelle nostre menti. 

Ci eravamo spogliati velocemente e in modo disordinato, ero dolorante, però mi sentivo vivo. Ero fortunato ad essere uscito dall'agguato con qualche escoriazione e un leggero trauma cranico.

La toccai e baciai ovunque, centimetro per centimetro, lasciandole qualche morso qua e là, e lei fece lo stesso con me. Ormai i nostri corpi non avevano più segreti l'una per l'altro.  

Negli ultimi periodi utilizzavamo anche qualche sex toys, ma solo con questo rapporto avevo capito quanto mi piacesse essere stimolato, anche in posti non convenzionali. 

Non c'eravamo mai spinti a sperimentare "giochi" anali o meglio, mai con me nella parte del bottom, però, alla fine, devo ammettere che mi era piaciuto molto. ORA, vi risulterà più chiara la mia esclamazione: DENTRO DI ME!!

IO, una pistola, un amore eeee... un pizzico di follia.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora