Promise

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Ciao, io sono Park Jimin e ho 25 anni.
Quando ne avevo 18, ed ero all'ultimo anno di liceo, ero una persona completamente diversa.
Non avevo amici perché in passato molti mi lasciarono solo e dentro di me crebbe una costante paura dell'abbandono.

Quando stavo male, cercavo di scappare dalla mia soffocante realtà usando  la musica, ma a volte non bastava e arrivai ad un punto di non ritorno.
La musica era la mia più grande passione,che ovviamente,nascondevo per paura di essere giudicato.
Scrivevo testi di canzoni parlando apertamente dei miei sentimenti che qualche vota, diventavano incontrollabili, però non riuscivo mai a sfogarmi del tutto.

Questa non è la solita storia, è la mia storia di come sono riuscito a combattere contro il vecchio me, riuscendo così a vedere il mondo con mille colori.

Inizio

La suoneria del cellulare,che indica le 7:30 mi sveglia,ho scuola ed ogni anno si cambia classe perciò è obbligatorio presentarsi alle lezioni.
Mi alzo controvoglia e inizio a vestirmi, indossando la divisa della scuola, composta solo da: camicia bianca, giacca rossa, cravatta e pantaloni neri.
Dopo essermi lavato, e fatto colazione in qualche bar vicino al mio appartamento, mi reco a scuola che dista circa 10 minuti a piedi.
Durante il tragitto indosso i miei auricolari e ascolto un po' di musica che mi distrae dal mondo intero, come se ci fossimo solo io e lei.

Una volta arrivato, tengo la testa bassa e non guardo nessuno. Nonostante questo, sento tutti gli occhi di tutti gli studenti addosso e i loro battibecchi sugli avvenimenti passati; ma ormai ci sono abituato e faccio finta di niente.

Appena entro nell'istituto vado a leggere le classi così da poter raggiungere in fretta la classe che mi aspetterà quest'anno: sono capitato nella sezione C,leggo gli alunni finché non mi soffermo su un nome...

No,no,no non può essere...avranno sicuramente sbagliato” penso mentre leggo il nome "Kim Taehyung" alla fine dell'elenco, forse è meglio non ragionarci troppo, avranno sicuramente sbagliato.

Percorro tutto il corridoio, arrivando finalmente nell'aula ancora vuota.
Vado a sedermi all'ultimo banco, vicino la finestra, come ogni anno. Di solito lui... si sedeva sempre accanto a me, ma ormai è tutto diverso e devo accettarlo.
Guardo fuori e nella testa scorrono mille immagini di noi due, dei nostri ricordi.
Dalla mia tasca esco una sua foto, mi sento scorrere una lacrima che finisce sull'immagine leggermente sfocata.

È incredibile come dopo un anno ancora mi manchi così tanto.

Perché non riesco a dimenticarlo?” mi domando accorgendomi che altre lacrime stanno occupando il mio viso.

«Chi è quel ragazzo nella foto?»
dice uno studente, mi giro e i miei occhi non riescono a credere a ciò che hanno appena visto.

«T-Tae...che c-ci fai qui?» balbettai stranito.

«Ecco...in questi ultimi mesi ho riflettuto molto e mi mancavi perciò ho deciso di ritornare e vedere come stavi»

«Ah...non posso crederci che sei tornato...io...sto...b-bene a te come va?» gli domando cercando di fare cessare il pianto.

«Abbastanza bene dai»

Neanche il tempo di scambiarci alcune parole che la campanella annuncia l'inizio delle lezioni.

Durante tutte le ore non ho fatto altro che pensare al suo ritorno, lui è cambiato tantissimo neanche lo riconosco più, però quando l'ho guardato non sono riuscito a capire se ancora prova qualcosa o meno.
Forse è meglio non farci caso...ora lui è qui, accanto a me, questa è la cosa più importante. Stavolta forse non mi lascerà solo.

𝑨𝒍𝒐𝒏𝒆...♡︎Where stories live. Discover now