Imprevisto

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GIADA

Appena Luca aprì la porta, quello che videro i nostri occhi ci lasciò entrambi sotto shock. Era la polizia, che ci invitava a lasciare la nostra abitazione, il nostro giardino era completamente in fiamme, i pompieri stavano cercando di spegnere il fuoco. Prendemmo i giubbotti che erano di fronte alla porta appesi al guardaroba. Seguimmo il poliziotto, e andammo sulla strada, sul lato opposto della villa. Luca si avvicinó al commissario e gli chiese: " Signor commissario, sapete cosa sia successo, e del perché, il nostro giardino è andato in fiamme?" Il commissario rispose con aria dispiaciuta: " purtroppo vi devo comunicare, che questa notte il signor Juan Garcia, è evaso di prigione, e alcune ore dopo, siamo stati avvisati dell'incendio alla vostra Villa. Non possiamo dire se è una coincidenza o c'è lui dietro a questo  incendio, una delle mie squadre lo sta cercando.Per il momento non sappiamo altro, appena sapremo qualcosa, vi farò sapere. A quelle parole mi venne un'ansia incredibile, Luca strinse forte i pugni, sul suo volto leggevo tanta rabbia, ma come potevo biasimarlo, dopo tutto quello che Luca aveva passato, a causa di quel' infame. Era straziante vedere quella scena, mi sembrava di vivere un incubo ad occhi aperti. Le fiamme altissime che bruciavano tutti gli alberi e i roseti della nostra villa. Luca mi tirò tra le sue possenti braccia, e mi abbracciò forte, mi trasmetteva, calore e affetto, mi sentivo protetta, al sicuro, lui era la mia roccia la mia vera casa. Intanto le fiamme arrivarono alla piscina, divorando ogni cosa. Appoggiai la testa sul petto di Luca e scoppiai a piangere, anche Luca piangeva, una sua lacrima mi bagnò la fronte. Ci avevamo messo, tanto, impegno, sacrifici e amore, ero il nostro nido, la nostra prima casa insieme.

LUCA

Tenevo stretta a me, la mia preziosissima Giada, e il solo pensiero, di immaginare cosa sarebbe successo a causa di quell'essere infame, se nessuno si fosse accorto delle fiamme, e avrebbero avvertito, la polizia e i pompieri, mi fa morire dentro.
Ma finalmente, dopo tantissima fatica, i pompieri riuscirono a domare il fuoco, che aveva divorato tutto l'enorme giardino, e tutto ciò che circondava la piscina. Ormai era già l'alba, e si riusciva a intravedere tutto, per fortuna la villa, rimase illesa, gli alberi e la distanza dal cancello d'ingresso, l'hanno protetta.
Subito dopo aver domato il fuoco, i pompieri fecero un orrenda scoperta, chiamarono subito il commissario e i suoi uomini, che si si recarono subito dove si trovavano i pompieri, e una volta che li raggiunsero, da lontano notai che il commissario, alzò le braccia al cielo, per poi appoggiare le mani sulla sua testa e scuoterla. Dopo un lungo consulto, con la scientifica si avvicinó a noi, e quello che ci comunicò aveva dell'incredibile.

COMMISSARIO

I pompieri avevano fatto un orrenda scoperta e ci fecero cenno di andare sul posto, appena arrivati, mi venne il voltastomaco a causa di ciò che videro i miei occhi. Alzai le braccia al cielo, e poi appoggiai le mani sulla testa e la scossi. Come lo avrei comunicato a quei poveri ragazzi. Ordinai alla scientifica di raccogliere tutti gli indizi e di portare, il tutto all' obitorio a fare l'autopsia. Mi feci coraggio e andai da Luca e Giada, per informarli delle scoperte appena fatte.
Mi avvicinai a loro e dissi: "Ragazzi, Mi dispiace tantissimo, ma nel vostro giardino abbiamo scoperto un cadavere, completamente bruciato, in mano aveva resti di un accendino, e a fianco supponiamo resti di una tanica di benzina. Ho ordinato a i miei uomini di fare tutti i controlli possibile e raccogliere ogni indizio, ho fatto trasportare il cadavere all' obitorio, per l'autopsia, sospettiamo possa essere Juan Garcia, visto che non lo si trova da nessuna parte, dopo la sua evasione di questa notte. Mi dispiace tantissimo ragazzi, adesso torno al mio lavoro vi terrò informati su ogni sviluppo." Mi congedai da loro e tornai al mio lavoro.

GIADA

Non potevo credere, a quello che le mie orecchie avevano sentito. Guardai Luca, era una furia, era molto scosso e provato.
Gli presi la mano, e lo guardai dritto negli occhi, e gli dissi: "Amore mio, vedrai che ce la faremo, rimetteremo tutto a posto, in tempo per il nostro matrimonio, abbiamo tre mesi di tempo, insieme c'è la faremo, come sempre vita mia." Luca mi abbracciò forte a sé e insieme, attraversammo il vialetto, ormai incenerito della villa, entrammo in casa per fortuna lei si era salvata. Verso le 11:00 ci vennero a trovare Alberto e Marco, Luca gli aveva chiamati per avvertirli poco prima. E qualche minuto dopo il loro arrivo, suonarono il campanello, era il commissario, Luca lo fece accomodare in salotto, e ci confermó, che il cadavere era di Juan Garcia, dall'autopsia, si era capito che si era dato fuoco nel nostro giardino. E che avevano trovato un biglietto nascosto sotto al cuscino nella sua cella, dove si scusava con la sua famiglia, ei suoi amici, dicendo loro, che non poteva vivere senza l'amore di Giada, così si sarebbe fatto morire, nella sua abitazione insieme a lei, incendiando il giardino e dandosi fuoco da solo, se non poteva stare con lei in vita, sarebbero morti insieme. Poi ci salutò, e andò via. Luca era talmente arrabbiato, che tirò due pugni forti sul tavolo del salotto, mentre, Alberto non riusciva a capacitarsi, che Juan era diventato così cattivo, e ossessionato da qualcuno, a tal punto di arrivare a togliersi la vita, e toglierla a qualcun' altro. Poi Marco e Alberto cercarono di calmare l'ira del mio amore, e dopo esserci riusciti andarono via anche loro. Nel frattempo i cellulari di entrambi suonavano di continuo, erano le nostre famiglie i nostri amici, che volevano sapere come stessimo, i giornali e in TV parlavano tutti dell'incendio alla villa, del campione di kickboxing, Luca Albatros, dopo aver tranquillizzato tutti, tornammo al piano di sopra, ci riposammo un po', eravamo entrambi molto provati ed esausti. Ci addormentammo uno tra le braccia dell'altro al sicuro.

UNA SETTIMANA DOPO

LUCA

Finalmente Juan, era uscito dalle nostre vite per sempre. Con la mia preziosissima Giada, oggi saremmo andati a vedere una nuova villa in cui trasferirci, non potevamo più vivere in quella casa, dove Juan si era tolto la vita, cercando di toglierla anche a noi. Una volta arrivati c'è ne innamorammo, era molto più grande e bella, il giardino era il doppio di quello precedente. Così firmammo subito il contratto e comprammo la casa, e mettemmo in vendita la vecchia. Saremmo stati felici qui non avevo alcun dubbio.

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