Capitolo 16

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Abbiamo fatto un piccolo aperitivo con uno Spritz e dei salatini da stuzzicare e successivamente Natsuo ha ordinato un curry di verdure estive, Fuyumi del rei-shabu mentre io degli unadon mentre da bere una birra fresca.
È stata una delle giornate più belle che ho passato con i miei fratelli, ho scoperto lati di loro che non avevo visto a causa della mia poca presenza per colpa della scuola. Non mi ero accorto di quanto fosse cristallina la risata di Fuyumi e che Natsuo assottiglia gli occhi quando sorride e, cosa più sorprendente, non mi ero mai accorto che ho lo stesso sorriso di mamma. È stata mia sorella a farmelo notare, me lo ha detto con un tono leggermente malinconico ma era visibile che le ha fatto piacere di aver ereditato questo suo tratto.
Probabilmente è stato lo Spritz e la birra a farmi sballare un po' ma mi sono davvero rilassato con loro, così tanto che ho preferito restare ed ho accompagnato con piacere Fuyumi a comprare qualcosina anche per ricordo come souvenir o cartoline.
Sono stato così bene che i giorni successivi a quelli sono stati un declino, un tracollo totale che non avrei mai immaginato di vivere di nuovo.
Ammetto che io ed Hanta abbiamo iniziato a stare distanti senza un effettivo motivo, ho provato a parlargli ma mi evitava di proposito come se ci fosse stato qualcosa che gli abbia dato fastidio. Ma cosa? Se non mi parla io non posso sapere tutto ciò che gli passa per la testa! Anche i nostri amici sono rimasti sorpresi dai nostri comportamenti che hanno cominciato a chiederci cosa fosse successo ma lui non parlava ed io sono all'oscuro di cosa sia successo.
Eijiro mi ha detto che quando sono uscito a pranzo con i miei fratelli Hanta aveva ricevuto una telefonata strana ma lui stesso aveva detto che non era nulla di che e, tra l'altro, sono passate svariate settimane da allora. Che sia stato davvero niente? Ho provato a chiedergli se a casa era tutto apposto ma lui ha continuato a liquidarmi con un: "Non devi preoccuparti di me, va tutto bene." e tutto ciò sta cominciando a darmi sui nervi, oltre che a rendermi inquieto.
Da l'ultima volta che ho provato a chiederli come stava sono passate altre settimane di immenso silenzio, né io né lui provavamo a parlarci e, a farne le conseguenze sono stati i nostri amici che non ce la facevano più a vederci così freddi e distaccati.
Una sera di fine luglio, Mina mi ha chiesto di raggiungerla agli appartamenti perché voleva parlarmi, e così ho fatto.

«Ehi Mina, sono arrivato.»

Esordisco dopo aver bussato.

«Oh, ehi! Vieni pure, è aperto!»

Risponde lei dall'altra parte col suo solito tono allegro.

Apro lentamente la porta e faccio il mio ingresso dopo essermi tolto le scarpe.

«Sono contenta che tu sia riuscito a raggiungermi qui in poco tempo. Forse avrei dovuto aspettare domani...»
Mormora giocherellando con le dita.
«Non preoccuparti Mina!» la tranquillizzo con un lieve sorriso. «Lo sai che per me è sempre un piacere venire qui.»
La raggiungo sul divano e mi siedo accanto a lei aspettando che inizi a parlare. Rimane in silenzio per alcuni minuti ma successivamente riesce proferire parola.
«So che forse non vorrai sentire più questa domanda, ma-...»
La interrompo avendo già capito l'andazzo.
«Mina, te l'ho detto e lo ripeto, io non so cosa Diavolo sia successo tra me e Hanta! Ho provato e riprovato a parlargli e a chiederli se è successo qualcosa, ma lui rimane in silenzio ed io, l'indovino, non lo so ancora fare!»
Sospiro e mi passo una mano tra i capelli rassegnato.
«Io non ho più la forza di combattere, io sono sicuro di non avergli detto o fatto nulla di offensivo. Magari è lui che non vuole più avere niente a che fare con me...»
«Ma che cosa dici?! Hanta ti adora! O almeno... ti adorava...»
«Lo vedi? Anche tu usi il verbo al passato...» faccio un profondo sospiro. «Forse me lo merito, quella notte non gli ho detto che lo amo e quindi deve aver pensato che per me non era nulla di serio...»
«Ascoltami Shoto, io conosco Hanta da anni e se ci fosse stato qualcosa che non andava col tuo comportamento lo avrebbe detto apertamente.»
«Allora perché? Perché ora sta zitto?» mi domando abbattuto. «Non riesco ad avere un dialogo con lui, mi evita totalmente e a me dispiace perché lo vedo che tutto ciò porta del malumore nel nostro gruppo...»
Senza che lo volessi i miei occhi diventano lucidi ma mi affretto a passarmi una mano per asciugarli.
«Eijiro mi ha detto che quando io non c'ero ha ricevuto una chiamata...»
«Credi che non abbiamo provato a chiedergli qualcosa a riguardo? Ci abbiamo provato tutti, anche Izuku si è impuntato per saperne di più ma ha liquidato tutto dicendo: "Va tutto bene. Sto bene. Basta domande." ed allora ci siamo arresi.»
«È a grandi linee la stessa cosa che ha detto a me...»
«Davvero?»
«Prima che cominciasse ad evitarmi definitivamente mi ha detto: "Non devi preoccuparti di me, va tutto bene." e così ci ho creduto...»
Tengo lo sguardo su Mina e la vedo che si passa una mano sul viso rassegnata.
«Che cazzo gli sarà successo...?»
«Ascoltami Mina...» le prendo una mano. «Sono grato a te ed agli altri per aver provato a farci riappacificare, davvero, ma a quanto pare doveva andare così. Non mi pento di niente e sono felice dei momenti che ho passato in sua compagnia. Se non vuole più parlarmi è okay, rispetto la sua decisione.»
«Shoto...»
«È okay, davvero.»
Cerco di fingere al meglio un sorriso e mi alzo dal divano pronto ad andarmene.
«Te ne vai?»
«Perdonami, ma se non c'è altro di cui dobbiamo parlare, io me ne torno a casa.»
«Oh... va bene, ci vediamo domani allora? Solito posto solita ora?»
Rimango fermo per alcuni secondi, dandole le spalle, per poi girarmi lentamente verso di lei.
«Sì... stesso posto, stessa ora.»

Indosso nuovamente le scarpe, esco dall'appartamento e usando l'ascensore arrivo al piano terra, esco dalla porta principale e mi trovo davanti l'ultima persona che avrei mai immaginato.
Hanta Sero.
Ci blocchiamo istantaneamente entrambi rimanendo in silenzio a guardarci insistentemente. Sembra che i nostri occhi comunichino più di quanto lo facciano le nostre labbra.
"Ho una voglia matta di baciarlo... mi manca la sensazione che provavo nel sentire le sue labbra contro le mie... perché tutto d'un tratto sei diventato così freddo nei miei confronti? Vuoi che te lo dica? Vuoi che ti confessi i miei sentimenti per te? Parlami cazzo!"
Rassegnato faccio per andarmene ma sentire la sua voce mi blocca nuovamente.

«Aspetta.»

Interrompo ogni mio movimento come se fossi un blocco di ghiaccio e gli do ascolto.

«Voglio parlarti.»

Mi mordicchio il labbro cercando di trattenere, inutilmente, una risposta sarcastica.

«Ora? Ora vuoi parlare? Proprio ora che sono al limite decidi di parlarmi?»

Hanta rimane quasi sorpreso dal mio atteggiamento ma non replica.

«Se non ti dispiace, per primo parlo io visto che ho molte cose da dire. Che cazzo ti è successo, eh? Perché mi hai evitato per tutto questo tempo facendomi pensare e dubitare di qualsiasi cosa? Ti sei per caso chiesto che cosa avrebbe comportato il tuo silenzio nei miei confronti e nei confronti degli altri? Te lo dico io: no. Hai preferito comportarti da egoista e rifilarmi il trattamento del silenzio. Per quale motivo poi?! Perché quella sera non ho rivelato i miei sentimenti per te? È stato per quello? O perché in verità per te è stato tutto un gioco!»
Lo vedo stringere i pugni ad ogni mia parola ricoperta di veleno a causa della mia tristezza e delusione.
«Non fingere di non sapere, Shoto. Sai benissimo perché è successo tutto ciò, d'altro canto, è colpa tua.»
La sua voce è fredda ma allo stesso tempo ferita, è davvero difficile decifra»rla. Lo stesso vale per la sua affermazione.
«È colpa mia...? Che... che cosa ti ho fatto? Che cosa ho detto di male?»
«Smettila di fingere! Sei stato tu a distruggere tutto e per di più al telefono!»
«Sono stato io... ma che cazzo dici?!»
«Quindi mi vuoi dire che non ne sai nulla?»
«Certo che non ne so nulla, idiota! Credi che se lo sapessi fingerei di non sapere? Non so fare lo scemo!»
«Scemo no, ma il subdolo lo sai fare alla perfezione.»
«Il subdolo...?»
In quell'istante riesco perfettamente a percepire una crepa dentro di me.
«Si può sapere che cosa ti ho mai fatto?! Ti ho per caso trattato male in qualche modo?! Ti prego, dimmelo!»
La mia voce è disperata ed i miei occhi lucidi riescono ad enfatizzare il dolore che ho sopportato per tutte queste settimane.
«Se sapevi benissimo che non ero alla tua altezza perché hai finto di provare qualcosa per me?»
Quella sua domanda mi lascia sconcertato e confuso allo stesso tempo.
«Credi che io non provi nulla per te?»
«Non lo credo, ne sono certo!»
«TI SBAGLI!»
Mi avvicino a lui e lo prendo per le spalle lasciandolo sorpreso dalle mie mosse repentine.
«VUOI CHE TI DICA LA VERITÀ? VA BENE! TI DICO LA VERITÀ: IO TI AMO!»
Esclamo a pieni polmoni mentre vedo la sua espressione trasformarsi da cupa a sorpresa.
«Cosa...?»
«Io ti amo...» mormoro. «Ti amo. Ti amo! TI AMO! Va bene? Mi sono innamorato di te dal primo giorno che sono arrivato qui e pensavo che per te fosse lo stesso ma, a quanto pare, mi sbagliavo...»

Lascio le sue spalle, senza dirgli più niente e col viso rigato dalle lacrime, mi allontano da lui e tornare a casa.

«Aspetta!»

Si affretta a dire afferrandomi per il polso.

«Se i tuoi sentimenti sono sinceri, allora devi dirmelo. Dimmi che tu non hai nulla a che fare con quella telefonata.»
Rimango in silenzio e libero bruscamente il polso dalla sua presa.
«Che senso ha?» domando con tono affranto. «Io non so nemmeno di che telefonata vai parlando...»
«Shoto, per l'amor di Dio, dimmi che non stai scherzando...»

Tra il caldo del sole e il freddo del cuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora