Capitolo 26 - Basta

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Perché ti tengo vicina a me, sei poi ti chiedo di darmi spazio? - Dal testo "8 letters"

La sera

Coral's pov

Sono minuti interi che io e Asier stiamo urlando.

<Coral ... Te lo ripeto ancora e ancora... Non lo possiamo tenere in ospedale, cos'è che non capisci!> Gesticola per far arrivare il concetto ancora più chiaro.

Ma come glielo dico che ho una fottuta paura per Moisés?

Non hanno inventato gli ospedali per assistere le persone?

Ma nel loro mondo questo non è possibile.

Anche gli ospedali sono pericolosi.

Vado avanti e indietro nel corridoio di casa, con la mano sulla testa che quasi non mi scoppia.

Lara è impegnata con Santiago che a quanto pare, anche lui sta assorbendo quest'aria tesa che c'è in casa.

Sembra pochetto nervoso.

Come biasimarlo.

<Coral... Andrà bene... Perché non ti fidi di me?> continua a dirmi Asier.

Ma io non mi fido di un medico preso a caso, e ricattato per silenziare.

Non mi fido per niente.

E quando lo vedo uscire dalla camera da letto, la prima cosa che faccio e guardare nei suoi occhi.

La verità, la vedo solo negli occhi delle persone.

Questa vita, mi ha insegnato tante cose.

Gli occhi non ingannano.

<Dottore... Come sta mio fratello?> subito chiede Asier.

È diventato la mia voce.

Ora non sono in grado di pronunciare neanche una sillaba.

<Ho estratto il proiettile... -guarda l'arma di Asier che custodisce sul fianco, appesa ad una stupida cinta- ... per costatare che l'intervento abbia avuto successo, dobbiamo aspettare le prime ventiquattro ore> lui parla e io ho già chiuso gli occhi.

Questa è una delle realtà che ho visto nei film.

Quelle ventiquattrore, mi hanno messo sempre ansia .

Sembravano non passare nei film, figuriamoci nella realtà.

<Che significa questo?> ed ecco come la mia voce è uscita.

Senza comando.

Voglio sapere la realtà delle cose.

E tutte le realtà ne hanno una.

<Signorina, ho già spiegato> ribadisce e i miei occhi diventano due palle di cristallo.

Sì vede tutto e si vede niente.

<Coral... Facciamo come dice il dottore> guardo Asier mentre lo dice.

Incute ansia al tizio.

Ma tantomeno a me .

<Se dovesse succedere qualcosa a mio fratello, scavati pure la fossa> ora Asier ha puntato un'arma alle tempie del tizio che comincia a sudare.

Ha paura.

La leggo nei suoi occhi.

<Giuro che ho fatto il mio lavoro... Non posso fare miracoli> dopo quella frase... La pistola aderisce fortemente alla tempia da provocargli dolore.

PʀᴏᴛᴇᴄᴛᴏʀDonde viven las historias. Descúbrelo ahora