8. Fumo

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Ella entrò nella chiesetta lasciando che la porta si chiudesse da sé.

Un segno della croce e s'incamminò lungo la navata centrale respirando l'odore umido e fumoso, famigliare.

Non si rese neanche conto di fermarsi per la genuflessione di fronte all'altare, tant'era meccanico quel gesto.

S'alzò da terra e girò intorno al pulpito.

S'andò a sedere su uno degli scranni giocherellando con l'anello nero che portava al medio, lo sguardo perso nel vuoto.

-Posso sapere perché continui ad evitarmi?-

-Perché non so cosa fare con te, Ely; voglio cercare di essere civile, ma non puoi pretendere che mi dimentichi tutto-

-Per "tutto" intendi Malcom?-

-Anche-

-Quella foto...-

-Quella foto... Senti, non importa-

-E se invece importasse? Se avessi voluto averti anche in quel modo, Senerei? Non sei mai stata solo una tacca sulla cintura ma io ti volevo. Ti voglio ancora-

"Senerei" aveva volutamente storpiato la pronuncia del suo nome. Come al liceo...

-Ely, io non ...non devi vedermi così. Non puoi vedermi così perché farebbe schifo e sarebbe ingiusto anche se ti ricambiassi... e io non ti ricambio. Non sono un giocattolo-

-Lo so. E va bene. L'amore è un demone, no? Chi era, già?-

-Platone-

-Io non lo so quando mi sei entrata dentro così ma questa cosa mi uccideva, Senerei. E ho fatto una cazzata-

-Era una cotta adolescenziale che non è andata bene. Ora non...-

-No... ascolta, io non ti chiedo di darmi quel che volevo l'altra sera-

-Ma...?-

-Ma non scappare, okay? Non lo fare più. Ho bisogno di te. Ti rivoglio indietro. Rivoglio l'amicizia che avevamo-

E poi il discorso s'era interrotto: Michael era piombato sulle scale come una furia ed era riuscito a tirare un pugno a Ely prima dell'intervento di Caes e Roy.

E lei era corsa via. Aveva preso Alice e Darrel e li aveva portati a scuola senza una parola di più.

Non aveva bisogno di gente che si metteva in mezzo ai suoi affari: era già tutto abbastanza complicato senza che s'infilassero dentro anche Michael o la Davies o Royal o Caesar o...

-Signorina?-

Ella si riscosse: -Mi scusi, padre. Vado via subito-

-Non disturba, qui, stia tranquilla- sorrise il vecchio parroco con le candele in mano -Ma non posso fare a meno di notare che sta passando molto più spesso, ultimamente-

Sabe sorrise portandosi una mano al collo per massaggiarlo: -Mi sono sempre piaciute le chiese vuote: c'è più spazio per pensare-

Il prete si raddrizzò gli occhiali: -Siete una ragazza curiosa-

-Lo so- sorrise lei.

-Siete cattolica- al cenno d'assenso di Ella continuò -ma vi vedo raramente pregare-

Isabella sospirò sorridendo: -Prego quasi solo per ringraziare...  per cortesia, non rimproveratemi, padre: sono a conoscenza del fatto che dovrei essere molto più grata di quello che ho. Solo che... non ci riesco-

CinderWhere stories live. Discover now