100. Di pregi che si odiano e difetti che si amano

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Royal non chiese mai più a Isabella Cenere di sposarlo.

Le rimase accanto, le parlò, l'ascolto ma non fece una seconda proposta consapevole che la ragazza gli avrebbe fatto capire di essere interessata a riprendere in mano l'argomento.

Isabella Cenere non gli lasciò comunque il tempo di avanzare proposte di qualsivoglia tipo perché, esattamente un mese dopo, chiese a Roy di prepararle un tè mentre divideva capi bianchi e colorati.

-Il tuo tè. Dovrebbe essere verde con note di agrumi. Almeno credo- Royal posò la tazza sul lavello del bagno mentre la ragazza chiudeva lo sportello della lavatrice e faceva partire il carico -Va tutto bene? Non me ne hai mai chiesto uno da che ci conosciamo, te lo fai sempre da sola-

Sabe inspirò, agitata: -Sì. Mi serve per... Santa pace, non pensavo fosse così difficile-

-Che cosa, Els?- s'insinuò un filo d'inquietudine anche in lui.

Cosa poteva esserci ancora da tirare fuori dopo tutto quello che si erano confessati? Dopo tutte le ansie e le paranoie da parte di entrambi?

-Ti amo- prese la tazza tra le mani Ella, tre anelli argentati alle falangi e la rondella nera sempre al suo posto -E voglio stare con te... tipo finché morte non ci separi, anche se spero che la cosa avvenga il più tardi possibile-

Roy aprì la bocca ma la richiuse vedendo che la sua vestale in jeans stava infilando le dita in una tasca per tirarne fuori un cerchietto argentato.

-Questo è nella mia famiglia da un paio di generazioni, la mia compresa, ma non è questo il punto- Cinder espirò -Non sei obbligato a metterlo; volevo solo che avessi qualcosa con un significato e che non fosse il classico orologio-

Isabella si sforzò di continuare a respirare: -Sposami-

Royal la spinse contro il muro, il naso a mezzo centimetro dal suo: -Dovrei farti aspettare un mese?-

-Puoi dirmi di sì quando vuoi- sorrise Ella, raccogliendo la sfida.

-Maledizione, impiastro- ringhiò il ragazzo prendendola e spostandola sulla lavatrice, per incollare le labbra a quelle di lei da una distanza più ragionevole.

-Solo una cosa: non sposiamoci in Chiesa. Tu non sei minimamente credente e a me sembra una presa per i fondelli bella e buona far...- si staccò lei, dopo svariati secondi.

-Può sposarci anche Elvis, per quel che mi riguarda- le assicurò lui con una carezza sullo zigomo, smanioso di riprendere da dove avevano iniziato.

-Ora non esagerare- riuscì a inorridire all'idea, lei, sotto i tentativi di Royal di farle perdere la testa.

L

'ex-stuntman guardò la sua ragazza dormire, avvolta nelle lenzuola, nella stanza dalle pareti ormai candide.

Magari quella testolina matta della sua fidanzata avrebbe dipinto un altro murale o magari no ma non importava: Ella avrebbe sempre saputo tirar fuori l'improbabile dalle giornate più monotone.

"Non credo che mi stancherò mai di vederti così, Els" sorrise chinandosi a darle un bacio sui capelli per poi alzarsi per vestirsi e andare in bagno.

Entrando in corridoio, vide Darrel uscire dalla sua stanza: -Tutto bene, campione? Sono solo le sei e mezza-

-Ho dimenticato i compiti d'inglese ma adesso li faccio- corse in cucina l'ometto.

-Va bene- Roy accantonò l'idea della corsetta mattutina -Tra venti minuti passo a controllare-

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