Introduzione.

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Mi avvicinai alla porta aperta del Jet e mi affacciai.
«Quello sarebbe un'alleato?» chiese retoricamente Steve.
«Non importa. Se libera Loki o lo uccide il tesseract è perduto.» risposi, mentre Tony si appostava di fianco a me.

«Barton! Ci occorre un piano d'attacco.» urlò Rogers.
«Io ho un piano, attacco. Mi dai un passaggio?» chiesi.
«Sicuro.» esclamò Tony, prendendomi dal fianco.

Volammo fino alla cima di una montagna, dove i due dei stavano parlando.
Colpimmo il biondo e lo portammo ai piedi di quella vetta.

Tony atterrò in piedi e mi lasciò andare. Presi una freccia e la caricai, puntandola verso il tipo che impugnata una specie di martello.

«Non toccatemi un'altra volta.» minacciò.
«E tu non prendere le nostre cose.» dissi, sarcasticamente.

«Non vi rendete conto con che cosa avete a che fare!» esordì il biondo, che da quel che la mia memoria ricorda, dovrebbe essere Thor.

«Umh? Shakespeare in estiva?» scherzò Tony.
«Vostra madre sa che indossate le sue vesti?» chiesi retoricamente, rimanendo sempre sulla difensiva.

«La faccenda non vi riguarda. Uomo di metallo e donna freccia. Loki affronterà la giustizia Asgardiana.»
«Se rinuncia al cubo è tutto tuo, fino ad allora -abbassò la parte di armatura che gli copriva il volto- togliti di mezzo, turista.» disse Tony, ma appena finì di parlare il biondo tirò il suo martello contro l'armatura.

Stark venne scaraventato indietro contro un albero, che venne rotto dall'impatto.
«Stark!» gridai, scoccando una freccia contro Thor, il quale la prese e la ruppe.
«Okay.» dissi, prima di tirare fuori il coltellino e saltargli al collo. Si dimenò per liberarsi e ci riuscì, lanciandomi di fianco a Tony.

Richiamò con un semplice gesto di mano il suo martello e entrambi ci rialzammo. Stark lo colpì al petto e io gli feci esplodere ai piedi una freccia esplosiva.

Si rialzò e agitò in aria la sua arma, facendo cadere un fulmine dritto su Tony, che riuscì a parare in parte il colpo. La potenza della sua armatura stava salendo, e approfittò dell'occasione per mettere K.O. Thor, che però cadde in piedi.

Spiccò il volo e si portò via Stark. Rimasi per giusto cinque secondi ferma, per poi vedere i due che erano volati via precipitare a due metri da me.

Si rialzarono e stavano per riprendere a pestarsi, quando un qualcosa, che sembrava un frisbie, li bloccò.

«Ora basta!» esclamò Steve, piombando a terra.
«Non so quali siano le tue intenzioni.» disse, rivolto al dio.
«Sono venuto perché gli intrighi di Loki abbiano fine!»

«Dimostralo, dammi quel martello.» ordinò Cap.
«Sì! No, brutta richiesta non toccargli il martello.» esclamai io, prima di ricevere un colpo di martello da Thor. Fortunatamente Tony mi spinse via e riuscii a scamparla.
«Vorresti il mio martello?» urlò il possessore, prima di saltare su Steve, il quale si parò con lo scudo.

Un onda d'energia partì da lì e mise K.O. tutti.
Mi alzai lentamente massaggiandomi il sedere, il quale aveva preso una bella botta.

«Avete finito? Sembrate tre bambini che litigano per un giocattolo.» esclamai.
In quell'esatto momento il Jet che Natasha stava guidando atterrò. Recuperammo Loki e lo portammo su di una nave abnorme, dove entrammo anche noi.

Nat ci condusse in una sala dove il dottor Banner ci stava aspettando, dal quale vidi una decina di guardie scrutare Loki nella sua cella. Camminando si accorse della mia presenza dietro al vetro. Mi porse un sorriso malefico e continuò a camminare.

Lo schermo di quella stanza riproduceva in tempo reale la conversazione tra Loki, chiuso in una gabbia, e Fury, che lo minacciava.

«È una gabia stupefacente, non costruita credo. per me.»
«Per qualcosa di molto più forte di te.»
«Oh immagino-continuò Loki, guardando la videocamera-una bestia dissennata, che simula di essere un uomo. Devi essere molto disperato se ricorri a tante creature smarrite per difenderti.»
«Quanto sono disperato? Minacci di guerra il mio mondo, rubi una forza che non puoi sperare di controllare, parli di pace e uccidi per divertimento. È vero mi hai reso molto disperato. Forse ti pentirai di averlo fatto.»
«Ti brucia esserci andato così vicino. Avere il tesseract, avere il potere, uno smisurato potere. E per cosa? Far condividere all'umanità un raggio di luce. Per poi rammentarle che cos'è il potere vero.»
«Fammi sapere se "il potere vero" vuole una rivista da leggere o qualcos'altro.» finì Fury, prima di uscire.

«Diventa sempre più simpatico, vero?» sorrise Bruce.
«Loki la manderà per le lunghe perciò. Thor, qual è il suo gioco?» osservai.
«Ha un esercito, sono i Chitauri. Non sono di Asgard o di altri mondi conosciuti. Intende condurli contro il vostro popolo. Loro sconfiggeranno la Terra in cambio, immagino, del tesseract.»

«Un esercito che viene dallo spazio. Fantastico.» disse Steve.
«Sta costruendo un altro portale. È per questo che gli serve Erik Selvig.» disse Bruce.

«Selvig?» chiese Thor.
«È un astrofisico.» spiegò Banner.
«È mio amico.» ribatté Thor.

«Loki gli ha fatto una specie di incantesimo, insieme ad uno dei nostri.» esclamò Nat, guardandomi.
«Mio fratello.» sibillai a denti stretti.

«Perché Loki si è lasciato arrestare? Da qui non può guidare eserciti.» iniziò Steve.
«Non credo dovremmo concentrarci su Loki.» lo interruppe Bruce.
«È un cervello completamente fuori fase. Basta guardarlo per capire che è pazzo.»
«Modera le tue parole. Loki è incapace di ragionare, ma è un Asgardiano. Ed è mio fratello.»
«Ha ucciso 80 persone in due giorni.» sottolineai.
«È adottato.»

«Credo che sia tutto nella meccanica. Iridio, a cosa gli serve l'iridio?»
«È un agente stabilizzate-» iniziò Tony, entrando in stanza.
«Farà in modo che il portale non imploda come ha fatto allo S.H.I.E.L.D.» finì.

«Nessun rancore, Point Break. Hai una bella sventola.» esclamò riferito a Thor, dandogli un pugnetto sul bicipite scoperto.
«L'iridio farà anche in modo che il portale possa allargarsi e rimanere aperto, quanto Loki desidera.» dissi, avvicinandomi al punto in cui Fury si mette di solito per comandare la navicella.

«Alzate l'albero di mezzana, issare le vele di gabbia.» dissi scherzando, e ricevendo uno sguardo confuso da tutti i lavoratori che si trovavano davanti a me.

«Quell'uomo sta giocando a Galaga.» esclamai, riferendomi a Loki.
«Pensava non ce ne saremmo accorti, invece sì.» continuai, smanettando un po' per capire come funzionasse quella roba.

«La ragazza è in gamba.» affermò Tony.
Mi coprii l'occhio destro per capire il punto di vista di Nick.
«Come fa Fury a vederli?» chiesi, dato che non vedevo i combattenti.
«Si gira.» rispose fredda una donna. Maria Hill, una delle bimbe di Fury.
«È snervante.»

«Tutte le altre materie prime, l'agente Barton è in grado di rimediare facilmente.» osservò Tony.
«Ma gli manca ancora un componente, una sorgente di potenza ad alta densità energetica. Qualcosa per dare l'impulso al cubo blu.» lo interruppi.

«Da quando sei esperta in astrofisica termonucleare, Alix?» chiese Maria.
«Da ieri sera. I documenti, gli appunti di Selvig, le carte con la teoria di estrazione. Io sono l'unica che le ha lette?»

«A Loki occorre una particolare sorgente di energia?» chiese Cap.
«Dovrebbe riscaldare il cubo fino a 120 milioni di Kelvin, solo per aprire un varco nella barriera di Coulomb.» esclamò Bruce.
«Sempre che Selvig non abbia un modo per stabilizzare l'effetto tunnel quantistico.» disse Tony.

«Se ci riuscisse, potrebbe ottenere la fusione di ioni pesanti in qualunque reattore sul pianeta.» osservai, preoccupata.
«Ecco qualcuno che parla la mia lingua.» esclamò Tony, venendo verso di me.

«Perché, noi cosa parliamo?» disse Cap.
«Piacere di conoscerla...»
«Alix Barton, la sorella minore di Clint.» dissi, sorridendo.

«Minore, di quanti anni?» chiese Tony, quasi preoccupato dal sentire la mia età.
«Ho 20 anni. Perché?»
«È legale.»
«Alix è qui per rintracciare il cubo. Speravo che poteste unirvi a lei.» esclamò Fury, entrando in stanza.

La sorella minore di Clint 1: Le origini.Where stories live. Discover now