Capitolo 22

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Aizawa: Bene ragazzi, domani finiscono le lezioni del primo trimestre quindi ricordatevi di controllare i voti che afiggeremo in corridoio.
Chi non ha superato gli esami dovrà recuperare nelle vacanze.

L'ultima frase mette gelo in tutta l'aula e il professore si avvia verso l'uscita con un ghigno soddisfatto.
Un brivido scorre attraverso la mia spina dorsale al solo pensiero di poter fallire, ma almeno mi consolo col fatto che Aizawa mi ha già garantito che nell'esame pratico sono andata bene.
Sbuffo, rilasciando un po' della tensione accumulata in questi giorni, per poi alzarmi e uscire assieme ai miei compagni.

Kirishima: Allora? Novità sul tuo white hole?
Akemi: Non ancora, il sensei vuole che mi alleni sotto la sua supervisione, in modo da evitare incidenti.
Ho intenzione di riuscire a perfezionarlo in modo tale da non farmi male: non voglio ripetere quello che è successo nello scontro con Bakugou.
Bakugou: Ma non aspettarti che io non faccia nulla, nel frattempo.

La sua voce mi fa sussultare leggermente: non avevo visto il biondo arrivare alle mie spalle.
Quando vuole può essere silenzioso, nonostante il suo carattere esplosivo.

Akemi: Lo avevo già tenuto in conto. Non aspettarti che io resti a guardare.

Rispondo con il suo stesso tono mente ci fulminiamo a vicenda con lo sguardo, in una tacita dichiarazione di guerra: ammiro le sue abilità fisiche ma non mi tirerò indietro solo perché conosco il suo potenziale.

Kirishima: Piuttosto Akemi, non hai pensato a quanto sia strano quel potere?
Akemi: In che senso?
Kirishima: Teoricamente tu puoi controllare la luce, non sapevo potessi anche comprimerla.
Akemi: Non saprei... credo che sia normale: stiamo pur sempre parlando di fotoni. È comunque il mio quirk.
Bakugou: Oppure di pressione.

Mi blocco in mezzo al corridoio: i due ragazzi si accorgono della mia assenza, così si voltano a guardarmi, ma io ormai sono assente.
Non può essere vero.
Non posso aver ereditato il suo quirk.

Il corridoio in stile giapponese antico sembra infinito, e vorrei davvero che lo fosse, ma non è così.
Purtroppo dopo pochi passi intravedo una porta scorrevole: è finemente decorata da disegni di bambù e aironi, un tema molto simile a quello delle pareti della mia camera.
Dietro quella porta però, so che mi aspetta solo sofferenza.
Un fugace pensiero mi passa per la mente: sarebbe bello poter volare come quell'airone, almeno non dovrei soffrire così tanto qui a terra, in gabbia.
Ma ormai sono abbastanza grande da capire che per me non ci sono più speranze.

L'uomo anonimo al mio fianco bussa alla porta, annunciandoci.

??: Capo, ho portato la signorina.

Da dentro la stanza si sente un "Falla entrare", così l'uomo apre la porta scorrevole e mi invita ad entrare.
La stanza è impressa a fuoco nella mia mente: uno studio antico, con una grande scrivania in legno al centro.
Sulla parete di fronte all'entrata, proprio sopra la scrivania, una grande scritta sovrasta il proprietario della stanza: "PRESSIONE COSTANTE".

Due semplici parole che terrorizzano chiunque entri nella stanza.
L'uomo che prima mi aveva aperto la porta, mi colpisce la schiena, obbligandomi ad entrare nello studio, per poi richiudere la porta alle mie spalle.
In trappola.
Come sempre, per sempre.

Hisoka: Avvicinati.

La voce dell'uomo fa tremare ogni millimetro del mio corpo, mentre sento i polmoni affaticati e il respiro mozzato.
Faccio qualche passo avanti, fino ad arrivare di fronte a quell'uomo, quando in verità ogni fibra del mio essere è spinta nella direzione opposta.

MOONLIGHT || Bakugou x OCWhere stories live. Discover now