Finito un compito

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Dopo circa due ore avevo finito di pulire tutta la stanza e le stoviglie erano tornate lucide.
Era stato molto pesante, non per il lavoro in sé, ma perché sentivo i loro sguardi puntati su di me, visto che sia Killer che il loro capo erano rimasti in sala a parlare di alcune questioni.

Quando credevo di aver finito ho ricontrollato ogni punto almeno due volte in maniera maniacale per essere sicura di non aver dimenticato nulla e poi mi ero messa in un angolo della stanza ad aspettare che mi dicessero cosa fare.
Provavo davvero molta ansia... Cosa mi avrebbero fatto se il lavoro non fosse andato bene?

"Cosa fai immobile?" Aveva domandato con un tono che sembrava irritato il "Boss".
"Ho finito di sistemare, stavo aspettando un nuovo ordine" avevo risposto con un filo di voce, stavo letteralmente tremando di paura.
"Kidd, ha fatto un buon lavoro oggi, non è male come donna" aveva replicato Killer facendomi subito dopo un cenno di avvicinarmi.
Avevano davvero dei modi molto scontrosi.

"Inoltre, non te lo avevo ancora detto, ma si è ricordata di Kuma, perciò i miei sospetti erano fondati.
Dobbiamo restare in allerta ed aspettare che si ricordi tutto prima di liberarci di lei" aveva continuato.
Lui si era corrucciato, rimanendo serissimo.
"Il limite di nove giorni è ancora quello, stiamo per arrivare a Sabaody e non voglio portarmela a lungo" aveva dichiarato fermo.

Lo aveva affermato in modo chiaro e conciso e sicuramente non ammetteva repliche.
Mi rimanevano soltanto altri otto giorni prima di essere uccisa da loro e non avevo nemmeno una via di fuga!
Quelle parole erano state come una morsa furiosa e mi avevano reso l'umore nero, dovevo sempre ricordarmi chi loro fossero.

Killer aveva annuito, senza dire nulla per qualche attimo.
"Ki vai a pulire le stanze di Heat e Wire, cercando di finire prima di pranzo" aveva ordinato Killer con un tono rilassato.
Kidd lo aveva guardato stranito.
"Ki?" Aveva sbottato confuso.
"Non si ricorda il suo nome, così questa mattina ho pensato di rinominarla Ki, come ti sembra?" Aveva spiegato Killer immediatamente.

"Resterà con noi poco più di una settimana, non avresti dovuto darle un nome, è solo una donna con cui soddisfare i mozzi" aveva affermato lui con un tono quasi offeso.
Giusto, il loro premio per i duri sforzi, inaccettabile...
Comunque io me ne stavo già andando, perciò non saprò mai come sarebbe finita quella conversazione tra loro due.

Velocemente ero rientrata nella stanza dei mozzi, per chiedere aiuto, trovando Gin.
"Gin! Mi hanno assegnato un compito, per favore aiutami" avevo esclamato entrando.
Ero ancora adirata e scossa allo stesso tempo e questo si sentiva mentre spiegavo a Gin il mio compito e parlavo con lui su come superarlo.

"Il Boss ti ha detto qualcosa che ti ha ferito?" Aveva domandato lui.
Alla sua domanda avevo istintivamente preso un respiro profondo.
"Nulla, ha solo ribadito che vuole farmi fuori il prima possibile, appena avranno ciò che vogliono da me"
Lo sguardo che mi aveva rivolto di tutta risposta era davvero dispiaciuto, sembrava molto sconvolto e coinvolto sul serio.

"Vorrei aiutarti, ma nemmeno tutti noi quattro potremmo fermarli se prenderanno questa decisione" aveva dichiarato con un tono davvero sconfitto.
"Affatto, l'unico modo che hai di scamparla è renderti a loro utile, o amabile" aveva aggiunto Jiro che intanto era entrato.

"Sei una bella donna, dovresti puntarci molto! Se uno degli ufficiali si affezionerà a te difficilmente Kidd ti farebbe del male" aveva continuato suo fratello finendo la frase.
Quei due giravano sempre assieme, forse?
Amabile... avrei dovuto raggirare uno di loro per farmi risparmiare?

Ero in mezzo alle terre sconosciute insieme a soli uomini, non sapevo dove fossi, non sapevo chi fossi o cosa fossi in grado di fare, non potevo nascondermi e loro mi proponevano di usare me stessa per farli affezionare a me? Come se fossi il loro gattino?

"Lascia perdere adesso, vai a pulire le stanze ora che sai tutto ciò che ti serve"
Così avevo annuito e salutato tutti, prima di prendere gli stracci e salire.
Ero ancora così intontita da tutto ciò, ma di certo non volevo morire...
Avevo iniziato dalla stanza di Heat, piuttosto spartana e quindi solo con i mobili necessari, anche se avevano sgargianti tinte appariscenti.

Era davvero una bella camera, piena di personalità, nonostante quei tre mobili in croce, e accogliente allo stesso tempo.
Il letto era blu elettrico ed aveva addirittura la fodera, gialla, al cuscino, mentre il comodino a due cassetti era completamente nero pece, così come l'armadio a sinistra.

Heat era la persona con la quale stavo legando di più, lì dentro, eppure se il suo capo glielo avesse ordinato mi avrebbe staccato la testa con le sue stesse spade.
Era triste da pensare.

Però lui era il più pacato con me, sicuramente sarebbe stato anche il più sicuro alla quale avvicinarsi e con abbastanza rilevanza da convincerli a lasciarmi in vita.
Avrei dovuto provarci con lui come avevano detto quei due?
Dovevo scacciare quei pensieri per il momento...

Subito accanto c'era la stanza di Wire, con note più bordeaux e marroni, meno appariscenti rispetto all'altra, tuttavia i mobili erano i medesimi, solo in posizioni diverse.
Il sole era già alto e sicuramente stava per arrivare l'ora di pranzo, dovevo finire il poco lavoro rimasto in fretta.

All'improvviso, però, era entrato Wire.
Quel pirata non faceva altro che puntare su di me dal primo momento.
Avevo capito immediatamente che non sarebbe finita bene, tutta la mia pelle si era contratta istintivamente.
"Immaginavo fossi qui, me lo aveva detto" aveva affermato lui appena mi aveva vista con la scopa in mano.

"Devo uscire?" Avevo chiesto in imbarazzo, ero nella sua stanza, da sola.
Di tutta risposta aveva chiuso la porta a chiave.
Lo osservavo, aveva chiuso a chiave e poi si era girato a guardarmi con un grande ghigno sul volto.
"No, anzi, vorrei riprendere da ieri sera, non ti obbligo, preferisco le donne decise sul momento" aveva dichiarato lui sdraiandosi sul letto senza fare nulla.

Come poteva dire tali parole dopo aver letteralmente chiuso ogni mia via di fuga.
Cosa potevo fare?
Amabile... Voleva che io fossi amabile con lui, che facessi le fusa e lo desiderassi?
Magari mi avrebbero risparmiata, forse no, tuttavia aveva davvero importanza in quel preciso momento?

Ero su una barca di pirati, chiusa in una stanza con un uomo che non mi ha ancora toccata, aspettando che lo facessi io.
Cosa avrebbe fatto se non fossi andata da lui? Mi avrebbe preso per un braccio e trascinato?

Lui era ancora lì, sdraiato tranquillo ad aspettare una mia qualsiasi reazione...
Era divertito? Voleva forse vedere come avrei finto di essere felice con lui? Forse aspettava solo che io scappassi per la stanza per rincorrermi.

Con calma avevo continuato a pulire, concludendo l'ordine, lanciando ogni tanto una occhiata furtiva per vedere cosa avrebbe fatto.
Lui era ancora lì, immobile, intento a guardare me che pulivo.
Non me lo aspettavo, speravo facesse qualcosa per farmi capire cosa aspettarmi, tuttavia non aveva fatto nulla.
Non volevo gridare fuori la mia paura, sembravano tutti sadici loro e probabilmente gli avrebbe fatto piacere.

"Il vostro capitano mi ucciderà, perché dovrei farlo?" Avevo domandato una volta finito.
Lui, sorpreso, si era tirato su.
"Potrebbe sempre cambiare idea se Killer glielo chiedesse più volte e di certo non sei tu a poter chiedere favori a Killer" aveva risposto, capendo immediatamente cosa volessi sentire.

Era ragionevole il suo tono e, vedendo il suo divertimento, se ne fosse valsa la pena per lui sicuramente avrebbe chiesto per "quel" favore.
"Darò la mia parola che glielo chiederò se vieni qui" aveva affermato successivamente muovendo la mano sul materasso.

Sarei morta fra otto giorni, che cosa aveva importanza ora... lui che mi prometteva questo? In cambio di...
"Ho finito di pulire, sono completamente a vostra disposizione"
Alla fine, quel materasso, non era poi così scomodo.

Solo un altro giorno [Revisione]Where stories live. Discover now