1. Warm skin

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Le fronde degli alberi che costeggiavano la strada si muovevano agitate per il vento tiepido di inizio estate, la luce calda del tardo pomeriggio trapelava attraverso le foglie verdi e chiazzava l'ombra del sottobosco, mentre l'aria calda gli sferzava placidamente le guance accaldate.

Taehyung camminava sul terreno umido accanto al cemento consumato e rovinato, trascinandosi dietro la valigia ed ignorando il rumore delle ruote sull'asfalto come avrebbe ignorato il ronzio di un insetto in una notte insonne passata a rigirarsi nel letto e a nascondere la testa sotto al cuscino. Faceva caldo per essere l'inizio della bella stagione, aveva sperato che il clima fosse stato più mite in mezzo ai boschi e alle montagne, e lui si sentiva decisamente troppo vestito per le temperature che lo avevano accolto nell'istante in cui era sceso dal treno.

Si passò una mano tra i capelli umidi e si morse il labbro sospirando, assicurandosi la tracolla del borsone sulla sua spalla prima di proseguire la camminata e controllando ogni pochi minuti che il percorso che stava seguendo fosse quello corretto, i fili delle cuffiette che sbattevano debolmente contro il proprio petto ad ogni passo affaticato. Quando suo cugino gli aveva mandato la posizione del suo appartamento quella stessa mattina, Taehyung aveva prontamente rifiutato l'offerta del ragazzo di andare a prenderlo direttamente alla stazione dei treni, assicurandogli che sarebbe arrivato a casa sua autonomamente senza che lui avesse dovuto scomodarsi per raggiungerlo. Non avrebbe costretto il suo impegnato cugino ad abbandonare qualsiasi cosa stesse facendo solo per lui e non gli dispiaceva avere la possibilità staccare dal grigiore della città e dalla frenesia alla quale era abituato, ma le sue gambe e la sua schiena continuavano a mostrarsi alquanto contrari a quella decisione.

Aveva già smesso di camminare quando la voce del navigatore segnalò di aver raggiunto la destinazione. La casa in cui abitava Seokjin era l'unico edificio in fondo ad una stretta stradina in pendenza e lastricata di vecchie pietre che s'intersecava con la strada principale, alle cui spalle si trovava il netto confine degli alti e fitti alberi del bosco che ricopriva la maggior parte delle superfici sulle quali Taehyung aveva posato lo sguardo fino a quel momento. Taehyung aggrottò le sopracciglia e abbassò lo sguardo sul telefono, tornando poi a guardare la casa con fare perplesso nel constatare che sì, l'indirizzo sembrava essere quello giusto, e che no, non era esattamente la casa che si sarebbe aspettato da un ragazzo come Seokjin.

Quando due anni prima Jin si era trasferito in quel paese disperso nel nulla, aveva raccontato di aver trovato la casa perfetta, nel punto perfetto e nel paese perfetto. Qualche volta la mente di Taehyung aveva fantasticato pigramente circa i particolari che avrebbero potuto essere degni di tanta lodata perfezione, ma tutto quello a cui era riuscito a pensare - rispetto al carattere di suo cugino - era stato qualcosa di moderno, pulito e semplice; quello era... diverso. Una ruralità cruda e solida di pietre e mattoni che rese concreto il magone che gli aveva bloccato lo stomaco da quando aveva lasciato la stazione della propria città.

Non gli piacevano i cambiamenti improvvisi, aveva sempre faticato ad adattarsi a contesti e persone nuove, e non aveva avuto la fortuna di ereditare la personalità estroversa che caratterizzava quasi ogni membro della propria famiglia - compreso Jin. Suo cugino era una delle persone più solari che lui avesse mai incontrato, pur rimanendo estremamente riservato e dedito alla sacra arte del farsi gli affari propri. Aveva sempre un sorriso in volto, la risposta e la battuta giusta al momento giusto, i suoi silenzi non rendevano mai l'atmosfera imbarazzante e non si faceva problemi a dire la sua.

Lo aveva sempre invidiato, un'invidia bonaria che nulla aveva a che fare con sentimenti di astio e rancore; se solo avesse imparato ad essere come il suo Hyung, la sua vita sarebbe stata diversa. Se solo avesse imparato da lui, invece di fingere e recitare il ruolo di un personaggio che non gli apparteneva, forse la strada che aveva percorso fino a quel momento non sarebbe stata ricoperta da quella nebbia grigia che gli aveva chiuso più porte di quante ne avesse mai aperte; forse non si sarebbe trovato ad indugiare sulla soglia di casa di Seokjin, la mente persa tra la soffocante consapevolezza di quello che avrebbe potuto essere ma che non sarebbe mai stato ed il tintinnio delle fini canne dorate di una piccola campanella del vento appesa ad una delle travi del portico sopra di lui.

Icarus - TaeKookWhere stories live. Discover now