2. Shut them all out

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"Non si può proprio?"

"No."

Taehyung trattenne a fatica un lamento "Per favore, Hyung. Dubito faranno storie se ci sei anche tu."

"No." ripeté Jin con gli occhi puntati sulla strada, una mano sul volante ed il gomito dell'altro braccio appoggiato sulla portiera con il finestrino abbassato.

"Hyung-"

"Non entreremo dall'entrata posteriore della piscina, Tae." lo interruppe rimproverandolo, girando per un attimo il viso verso di lui prima di tornare a prestare attenzione alla strada di fronte a lui "È completamente fuori discussione."

"Allora perché me lo hai proposto?" borbottò Taehyung, sprofondando nel sedile e sospirando nel posare la nuca sul poggiatesta.

"Stavo solo scherzando." espirò suo cugino con una mezza risata "Non eviterai le interazioni sociali passando dalla porta sul retro."

Taehyung sospirò piano, stringendo il borsone tra le proprie ginocchia e torturandosi le mani senza riuscire a tenerle ferme e composte sul proprio grembo. L'aria che entrava dal finestrino di Seokjin gli scompigliava i capelli già ridotti ad una zazzera disordinata, creando un fastidioso ed irregolare rimbombo che continuava a tappargli le orecchie e che costringeva entrambi ad alzare la voce oltre il tono di normale cortesia per parlarsi nonostante si trovassero a meno di quindici centimetri di distanza. Stavano percorrendo la stessa strada che Taehyung aveva fatto solamente il pomeriggio prima e, seppur non riuscisse a prestare la stessa attenzione di quando era arrivato, non poté fare a meno di lasciare vagare i propri pensieri sulla diversità di quel posto rispetto a casa sua. Gli unici alberi che riusciva a vedere in città erano quelli nei cortili privati degli abitanti più abbienti del suo quartiere o quelli piantati nelle zone circoscritte adibite a parchi, ma non avevano niente a che fare con quelli che si trovavano lì. Gli alberi della sua città erano esili e malati scheletri a confronto di quelli che costeggiavano ogni strada di quel paese di montagna, pallidi riflessi di quello che la natura aveva predisposto. L'ombra delle fronde creava un piacevole contrasto con l'asfalto rovinato illuminato dal sole del pomeriggio - sul quale stavano sfrecciando come se non ci fossero stati nessun tornante e nessuna discesa perché Jin ormai era abituato - e Taehyung preferiva di gran lunga la vista dei tronchi correre confusamente oltre il finestrino rispetto all'infinito susseguirsi di palazzi, cemento e bidoni dell'immondizia che non venivano svuotati da troppo tempo.

Lì l'aria era fresca e pulita, ma Taehyung non riusciva comunque a respirare. Non in quel momento. Non quando l'unica via di fuga alle interazioni sociali era appena sfumata dalle proprie dita senza nemmeno aver avuto il tempo di poterla afferrare.

"È per Joon?" chiese Jin "Credi ancora di aver fatto una figura di merda con lui? Perché ti ho già detto che non è così. E poi, lui è davvero l'ultima persona della quale ti devi preoccupare per queste cose."

Scosse leggermente la testa e passò la lingua sulle labbra con fare nervoso "No".

Jin alzò un sopracciglio ed inclinò la testa verso di lui senza guardarlo "Ah, no?"

"No." suo cugino gli rivolse un'occhiata quasi annoiata che lo fece arrossire leggermente "Ok, forse solo un poco. Ma sai che faccio fatica a parlare con le persone-"

"Sì, lo so." lo interruppe "Quello che non so è come tu abbia fatto a lavorare in un bar per tutto quel tempo."

"Simpatico, Hyung. Davvero." brontolò Taehyung incrociando le braccia sul petto "Era il primo lavoro dopo la laurea. Non è che avessi molta scelta, non credi?"

"Allora è un bene che tu abbia fatto pratica, perché non hai molta scelta nemmeno in questo momento." disse seraficamente Seokjin in un tono cantilenante, imboccando l'ultima curva che li portò immediatamente sulla strada principale del paese. Continuarono quasi a passo d'uomo, proseguendo lungo una via di ciottoli che passava accanto alla stazione dei treni, notando senza particolare interesse quelli che sembrarono lunghi tavoli impilati ai lati della strada ed un via vai di persone in tuta da lavoro; gli alberi tornarono ad incombere fittamente sopra la strada, e le fronde di entrambi i lati che si sfioravano sopra le loro teste lasciavano poco spazio al sole di trapelare oltre il folto fogliame. Il bosco si diradò improvvisamente ed entrarono in uno spiazzo di ghiaia chiara, posto di fronte ad una grande struttura in legno abbastanza moderna per un posto come quello, con grandi vetrate sulla facciata frontale che permettevano di intravedere le piscine interne e le persone che vi nuotavano. Taehyung schiuse le labbra e si sporse in avanti, stupito dalle dimensioni della piscina che sembrava nettamente più grande di quella in cui era abituato ad allenarsi.

Icarus - TaeKookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora