Capitolo 10

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Era una mattina temperata per essere il primo maggio, soprattutto per essere un primo maggio a Londra. Il sole si era fatto vedere dopo una giornata di pioggia ininterrotta. Edwin, dopo aver portato Althea a Devonshire House per vedere la piccola Freya ed essere andato in parlamento, si era lasciato convincere da Gray e Saint-Germain ad andare da White.

Dopo un'ora appena poteva affermare che era stata l'idea peggiore presa negli ultimi mesi.

Aveva appreso con incredulità che tutti i gentiluomini di Londra quel giorno erano stranamente e apertamente interessati alle sue attività a porte chiuse. O meglio all'assenza di esse. Un mese, pensò Edwin fiero di se stesso. Un mese senza cercare di sedurre qualche vedova nel fiore degli anni e senza che nessuna debuttante, o meglio la madre, lo assediasse. Che i gentiluomini di White arrivassero pure alle conclusioni che preferivano. Erano meglio le risate di un'orda di donne con figlie in età da marito al seguito.

-Oh Vaughan! Sapete chi ha allietato la mia serata di ieri?- David Blandford, con una decina di altri giovani e futuri lord al seguito, si parò davanti ad Edwin che in quel momento stava bevendo una tazza di Thea e guardando con faccia schifata il whiskey di lord Gray. Anche quel particolare non sarebbe passato inosservato se ormai tutti non fossero stati abituati al suo odio per l'alcool.

Edwin lo degnò solamente di un'occhiataccia per poi ricominciare a parlare con Saint-Germain, il quale non aveva mai avuto una simpatia per i Blandford in generale.

-Visto che voi non sembrate gradire la mia compagnia andrò da Lady Gael. Ieri notte non si è lamentata, tutt'altro- Edwin fece scattare subito il suo sguardo su quel pallone gonfiato di Blandford.

-Qualcosa ha attirato la vostra attenzione- il sorrisetto sulle labbra del ragazzo fece venire voglia ad Edwin di fargli perdere qualche dente di quel sorriso perfetto.

-Se intendete la vostra totale mancanza di qualsivoglia educazione e rispetto per il titolo di vostro padre, allora sì- rispose Edwin lapidario.

David impallidì di fronte a quella gravissima accusa. Aprì la bocca e boccheggiò, alla disperata ricerca di argomentazioni, nel tentativo di attenuare i futuri risultati di quella pubblica offesa. Ma Edwin non aveva ancora finito. Era dal giorno precedente che non ci vedeva più dalla voglia di avere un confronto con quel ragazzetto.

-E ciò mi starebbe anche bene se la vostra melma non tentasse di insozzare la mia casa. Più precisamente Mss Weaver, la quale è mia graditissima ospite. Con questa uscita voi state sminuendo l'onore di mia sorella alla quale avete fatto una proposta di matrimonio solo ieri. Ed a quanto pare rifiutare è stata la decisione corretta- David diventò sempre più rosso man mano che i suoi fedeli compagni lo guardavano con crescente disgusto. Dal resto dei presenti si innalzarono risate soffocate ma ad un volume sufficiente per essere udite da Blandford.

-Ora vi pregherei di sparire dalla mia vista- e agitando la mano davanti a sè -la puzza di melma mi sta asfissiando-

Il futuro marchese non poté fare altro che scappare con la coda tra le gambe, benedicendo che suo padre fosse troppo anziano e malato per sapere della vile figura del figlio.

Dopo poco pure Edwin se ne andò, non sopportando più nessuno dei presenti. Aveva solo voglia di andare a casa per la colazione e godersi una stimolante chiacchierata, o meglio zuffa, con Althea.

E proprio per colpa di questa i piani del marchese non filarono lisci. Tre gentiluomini si offrirono di accompagnarlo all'uscita di White ed alla fine gli chiesero di poter frequentare Vaughan House e di conseguenza corteggiare Althea. Lui negò senza pensarci due volte con la scusa del ballo di William Somerset e la proposta di matrimonio attesa da tutto il ton.

Lo chiamavano GentiluomoWhere stories live. Discover now