Guerra

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Ginny aveva schivato l'ennesima maledizione senza perdono e aveva ricambiato con una Fattura Orcovolante.
La battaglia era appena cominciata ma lei si sentiva già esausta.
Non sapeva dove fossero i suoi amici e la sua famiglia e il pensiero costante che potessero già essere tutti morti la distruggeva.
Vide Ron correre con Hermione verso il bagno delle ragazze.
Ci mise un attimo a capire cosa stessero andando a fare, ma poco dopo si ritrovó catapultata nella Camera dei Segreti.
Riusciva ancora a sentire la Sua voce e venne investita da una serie di brividi poco piacevoli.
"Reducto" sentí urlare da qualcuno non molto distante da lei.
Aprí gli occhi in tempo per vedere un Mangiamorte venir schiantato contro un muro.
"Non c'è di che, rossa" disse Blaise sorridendole e mettendosi dietro di lei per guardarle le spalle.
"E da quando mi chiami così?" chiese lei divertita, lasciando una fattura ad un altro nemico.
"Da adesso, credo" rispose lui candidamente.
Ginny scosse la testa sorridendo leggermente.
Notó poco lontano da loro i suoi genitori che li fissavano stupiti.
La ragazza riusciva a leggere nelle loro espressioni moltissime domande, come "Ma lui non era un Mangiamorte?" e "Perché combatte dalla nostra parte se è un nemico?".
E quando i loro sguardi incontrarono quelli della rossa, la Weasley gli mandó un sorriso sincero.
Le sembrava strano compiere quel gesto tanto naturale durante una guerra, ma la speranza lentamente stava tornando a scorrerle nelle vene.
Pensó al suo scopo, all'ennesimo compito che le avevano affidato.
In molti si fidavano di lei, forse era giunto il momento di fare altrettanto con se stessa.
Per quanto fingesse di essere una ragazza sicura, riusciva solo a dissimulare la sua bassa autostima.
Non era stato semplice crescere come unica figlia femmina in una famiglia cosí numerosa.
E la solitudine che aveva incontrato a Hogwarts durante il suo primo anno, non aveva fatto altro che peggiorare le cose.
Lanció l'ennesimo schianta-incantesimo per proteggere un ragazzino del secondo anno, che a discapito di tutte le aspettative aveva deciso di rimanere a combattere.
Lo osservò un attimo: era così giovane, ma al tempo stesso cosí grande. Se fosse sopravvissuto, non avrebbe potuto riprendere a vivere la sua infanzia normalmente.
Le battaglie cambiano le persone, spesso in peggio. La guerra uccide la giovinezza e la spesieratezza tipica di quell'età.
Tornó a focalizzarsi sui Mangiamorte che la stavano attaccando.
Doveva concentrarsi, solo concentrarsi.
La battaglia non sarebbe durata ancora per molto, o almeno così sperava.
Fece appello a tutte la sue forze, le sue ultime forze, e continuó a combattere.


Lo scontro si era lentamente consumato, e Ginny si era ritrovata seduta contro delle macerie a ridere come un'ebete.
Non ci poteva credere.
Sapeva bene che la guerra non era finita, ma quella breve pausa la stava facendo sentire più viva che mai.
Di colpo tornó in se stessa, doveva assolutamente cercare la sua famiglia e i suoi amici.
Corse verso la Sala Grande, sapeva che tutti si sarebbero riuniti lí.
Vide un gruppetto di persone dai capelli rossi.
Si avvicinó velocemente alla sua famiglia contenta più che mai.
Quando fu abbastanza vicina, però, notó che sui volti dei suoi fratelli e dei suoi genitori non c'era dipinto un sorriso di pura felicità.
Delle lacrime salate scorrevano abbondanti sulle loro guance, e quando suo padre si spostó per far vedere a sua figlia il motivo di tanta tristezza, la rossa si sentí cadere il mondo addosso.
Il corpo freddo e senza vita di Fred giaceva immobile su quel tavolo.
No, non poteva essere vero.
Fred, il suo Fred, non poteva essere morto.
NO!
Lui era forte, era un bravo combattente, non poteva essere accaduto davvero.
Di colpo anche la felicità che aveva acquisito Ginny in quei pochi minuti di tregua, era svanita come polvere nel vento.
Si buttó ad abbracciare il corpo di quello che era stato suo fratello maggiore.
Si sforzó con tutta se stessa di pensare che quello non era più Fred, e che adesso il rosso fosse in un posto migliore.
Guardó George, anche lui non aveva più nulla del ragazzo divertente e scherzoso di sempre.
La ragazza desideró di essere lei quella morta, perché in quel caso anche se il dolore sarebbe stato molto, non avrebbe sicuramente fratturato in quel modo la sua famiglia.
Senza Fred non c'era neanche George. E senza i gemelli l'energia dei Weasley era completamene distrutta, forse per sempre.
Abbracció suo fratello maggiore, che guardava con aria spenta il corpo del suo ormai defunto gemello.
"George" disse Ginny tra i singhiozzi che si univano a quelli degli altri studenti che avevano perso qualcuno.
"George" ripetè, cercando di ottenere un cenno da suo fratello che però continuava a rimanere immobile come una statua.
"Fred sta bene" continuó lei stringendo di più la presa.
"Siamo solo noi quelli che si devono riprendere" concluse facendo scivolare altre lacrime sulle sue guance lentigginose.
"Il problema è che io non mi riprenderò" rispose George cominciando nuovamente a singhiozzare e scivolando lentamente sul pavimento.
La rossa si ricordó di quando lui e Fred l'avevano consolata durante l'estate del suo primo anno.
Rivide per un momento in George se stessa da piccola, così spaventata e triste da non riuscire ad andare avanti. Era pronta a mollare tutto, e il rosso sembrava nella stessa situazione.
Si chinó anche lei e fece alzare lentamente il volto di suo fratello.
"Georgie. Lo so, è difficile. Come è stato difficile accettare la morte di Silente, e come sarà difficile metabolizzare quelle di tutti gli altri combattenti che oggi hanno perso la vita. Ma ascoltami bene: noi siamo vivi! E lo so che per te una vita senza Fred corrisponde a non vivere, ma dannazione lui non ha perso la sua invano! Sii felice Georgie, sii felice perché oggi la morte ha deciso di non toccarti. Ha preso Freddie, ma secondo te come se la sta cavando lassú adesso? Sicuramente sta già facendo dannare Lily, mentre Sirius, James e Silente se la staranno spassando un sacco. Lui non è solo, così come non lo sei tu. Non siete piú insieme, è vero, ma questo non significa che non potete più essere felici. Guardati intorno, siamo vivi! Ti rendi conto!? Noi siamo sopravvissuti! E sono certa che in questo momento Fred ci sta guardando dall'alto e ci sta sorridendo come mai prima d'ora. Lui è contento, quindi lo puoi essere anche tu"
George la fissava, era incredulo.
La sua sorellina era appena diventata una donna e se ne rendeva conto solo ora.
L'abbracció con tutta la forza che aveva in corpo.
"Sarebbe fiero di te" le sussurró all'orecchio facendola commuovere.
"I tuoi amici ti stanno aspettando" disse il rosso, staccandosi da quell'abbraccio ancora con le lacrime agli occhi, e facendola voltare.
Ginny sorrise istintivamente, ma aspettó prima di correre da loro.
"Vai pure, io me la caverò e terró sotto controllo Ronnino, non vorrei mai che facesse qualche scenata quando ti vedrà baciarti con Malfoy" disse George sorridendo divertito, quando vide l'espressione scioccata sul volto di sua sorella.
"T-tu come fai a sapere..."
"Sono tuo fratello, io e Fred lo sapevamo che tra voi c'era qualcosa, era palese. Ogni tanto quand'eri a casa ti perdevi nei tuoi pensieri sorridendo come un'ebete, e poi quando hai ricevuto il suo regalo a Natale eri stata molto più contenta che con gli altri" rispose il ragazzo come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
"E a te, sí insomma, non dà fastidio?" chiese la rossa che ormai non aveva più niente da nascondere.
"Se tu sei felice, lo sono anche io. E Freddie direbbe lo stesso" rispose il rosso, guadagnandosi un altro abbraccio da parte di Ginny.
"Grazie" gli sussurró la Weasley, dandogli un bacio sulla guancia.
La rossa non aveva mai realizzato quanto Fred e George fossero perspicaci, non come Ron che non avrebbe capito niente neanche se Ginny gliel'avesse spiegato molto lentamente come si fa con i bambini stupidi.
Notó su due barelle poco distanti da loro, i corpi ormai esanime di Lupin e Tonks.
La ragazza sentí il suo cuore sul punto di cedere. In pochi lo sapevano, ma Ninphadora e Remus avevano da poco avuto un bambino, il piccolo Teddy.
Quel povero pargolo era diventato orfano ancora prima di poter ricevere affetto dai suoi genitori.
La Weasley tiró su con il naso per la trilionesima volta e cercó di superare quell'assembramento di cadaveri.
Era come se sentisse le urla dei morti mischiarsi con il pianto dei sopravvissuti.
Odiava quel momento, in confronto avrebbe preferito continuare a combattere.
Ma in fondo era inevitabile.
Senza la morte non si sarebbe data la giusta importanza alla vita.

Serpe per sempre ~ DrinnyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora