53. "Kepa chi?"

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Kepa's pov

Tamburello le dita sul volante, aspettando che il semaforo diventi verde, poi alzo il volume della radio visto che sta riproducendo una canzone italiana che mi ha fatto conoscere Elettra e, devo ammetterlo, mi piace molto.

È malinconica e parla di un amore finito, quasi sembra parli di noi, ma cerco di concentrarmi sulle parole e non su quello che abbiamo perso noi, cerco di non ripercorrere la nostra relazione. Non sarebbe salutare per la mia mente.

Sospiro debolmente, iniziando a innervosirmi perché questo maledetto semaforo continua a rimanere rosso. Sono in ritardo per la cena con Alibra e la sua famiglia, e direi che non è proprio un modo carino per presentarsi in modo ufficiale. Sì, mi conoscono già, ma sono anni che non li vedo e in quel periodo io e loro figlia non facevamo sul serio.

Impreco contro le macchine che suonano il clacson dietro, come se fosse colpa mia se questo maledetto affare è ancora rosso, poi giro la testa verso destra, come se fossi richiamato da un'entità superiore, e sgrano gli occhi vedendo Elettra.

La scruto attentamente, sentendo quasi l'aria dentro la macchina diventare soffocante. Era da quando l'ho lasciata che non la vedevo... e non posso di certo dire che non mi manchi. Dannazione.

La vedo ridere e il cuore mi salta nel petto, ma poi sposto lo sguardo di qualche centimetro e vedo qualcuno che le prende la mano e l'attira a sé, ed è come se i battiti mi si fermassero. Immediatamente vengo pervaso da una forte sensazione di gelosia, cosa che sicuramente non migliora quando mi rendo conto che quello con lei non è uno a caso. È Correa.

Ma da quando stanno nuovamente insieme? E perché soprattutto? L'ha lasciato per stare con me e poi torna con lui appena ne ha l'occasione?

Sento una morsa stringermi lo stomaco mentre lei si avvicina pericolosamente alle sue labbra e poi lo bacia in modo passionale, mentre lui la attira ancora di più a sé e infila le mani nelle tasche posteriori dei jeans di lei. Mi obbligo a restare fermo, vedendo questa scena, e non scendere dall'auto per andare a prendere a pugni quel coglione.

Non ha certamente perso tempo nel riprendersela. Bastardo.

Ritorno sul pianeta Terra quando le macchine in fila dietro di me iniziano a suonare insistentemente. Porto lo sguardo sul semaforo e mi rendo conto che è appena scattato il verde.

Sospiro con rabbia, sferrando un pugno al volante, poi inserisco la prima e parto a gran velocità, lasciando Elettra e quello stronzo a scambiarsi saliva in mezzo al marciapiede come due adolescenti qualsiasi.

Schiaccio l'acceleratore ancora di più, cercando di allontanarmi il più in fretta possibile dai due, mentre imbocco una strada diversa da quella che avrei dovuto prendere per recarmi al ristorante.

Non ho nessuna voglia di andare da Alibra e passare una falsa serata con lei e i suoi genitori. Non provo nulla per lei. Non proverò mai nulla per lei. Tornandoci insieme, ho solo cercato di dimenticare Elettra, ma è chiaro che ho fallito miseramente.

Non posso continuare a vivere una relazione che non mi trasmette nulla, a fingere di nutrire dei sentimenti, a fingere di essere felice vivendo una vita che non mi appartiene.

Devo smetterla di essere quello che non sono. Mi sembra chiaro che fare lo stronzo e allontanarmi da tutti non mi ha portato a nulla di buono.

Ho solamente perso i miei amici... quelli con cui avevo un rapporto fraterno e intenso, e ho perso la donna che ho amato di più in tutta la mia vita. Gliene ho fatte troppe, non mi meraviglia che ora abbia deciso di voltare pagina e tornare con quel bamboccio.

Non sei tu|| Kepa ArrizabalagaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora