XI. JOSEPH

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Qualche volta io e Beth ci sedevamo sul tappeto davanti a nostra madre. Lei ci raccontava tantissime storie. Tra queste ce n'era una in particolare che mi affascinava. Quella della miracolosa rugiada che compariva solo la notte di San Giovanni. La storia raccontava che la miracolosa rugiada avrebbe guarito qualsiasi malattia e avrebbe donato incredibili poteri.

Fu così che un anno, proprio la notte di San Giovanni, decisi di andare a cercare la famosa rugiada. Non so cosa mi prese. Non ero mai stata il genere di ragazza che usciva di notte e andava in giro per i boschi. Quale strana forza mi spinse fuori non lo so. Con il senno del poi mi rendo conto che quella notte dovevo uscire, che era destino che passeggiassi nel bosco. E soprattutto che lo incontrassi. Perché la sorte finalmente aveva deciso che noi due dovessimo incontrarci, dopo aver giocato così tanto con noi.

Quella notte anche Beth aveva deciso di uscire. -Lo sai che la troverò prima io- mi aveva detto.

Io non ero disposta ad arrendermi. Mi ero messa un abito bianco, scandalosamente leggero, ed ero uscita nella calda notte estiva. Ero leggermente turbata perché proprio un paio di giorni prima avevo intravisto la Dama Bianca passeggiare lì intorno. Non mi sarei comunque fatta fermare da nulla.

Camminai per vari sentieri. Il mio sguardo era fissò sull'erba, le mani strette intorno alla stoffa del vestito, che tenevo sollevato per non inciampare. Ero così distratta che per poco non caddi addosso a un ragazzo. Successe tutto in un attimo. Lui mi afferrò per la vita, sostenendomi. La sua fu una stretta salda, rassicurante, perfetta... familiare. Alzai lo sguardo e incontrai due occhi che mi fissavano riflettendo la luce della luna. Anni dopo avrei ricordato quel momento sempre con un balzo al cuore. Ci fu un attimo d'immobilità, poi mi resi conto che era una scena imbarazzante.

-Ehi!- esclamai, balzando indietro.

Il ragazzo mi fissò con attenzione. I suoi occhi mi rimasero subito impressi. Le iridi erano di un bellissimo azzurro intenso. Occhi conosciuti. Indossava degli abiti neri e aveva sulle spalle un mantello con il cappuccio sollevato. Da sotto di esso potevo vedere spuntare dei riccioli scuri che gli ricadevano sulla fronte e sulle orecchie. In realtà non era di una bellezza tale da attirare su di sé gli sguardi di tutti, eppure c'era qualcosa in lui di affascinante. Molto affascinante. Era fatto d'ombra. Un principe nato dagli incubi e dalle tenebre. Non avevo mai incontrato nessuno così in tutta la mia vita. Vorrei dire che sembrava un dio pagano dell'oltretomba, ma rischierei di sembrare banale oppure esagerata.

-Stai più attenta- mi disse, riscuotendomi dal mio sogno a occhi aperti.

-La stessa cosa vale per te- gli risposi.

Lui fece una smorfia.

In molti casi quando si vede per la prima volta l'amore della propria vita ci si dice: chi è questo sbruffone? Beh, questo è ciò che pensai io. Non potevo ancora sapere che quello sarebbe stato il ragazzo capace di rendere le mie notti insonni e i miei giorni privi di significato, che mi avrebbe resa folle di gioia e piena di passione. Lui sarebbe stato il mio amore e il mio tormento.

-Una ragazza come te non dovrebbe neppure girare da sola nel bosco di notte- disse. Le sue parole mi colpirono soprattutto perché erano vere. E questa cosa mi fece arrabbiare.

-Io posso fare ciò che voglio- protestai.

-A tuo rischio e pericolo- mi osservò con attenzione, lo sguardo azzurro che brillava nel buio -che ci fai qua?-

-Non è affar tuo-

-Come preferisci- si strinse nelle spalle -l'importante è che non cerchi la rugiada-

Un brivido mi percorse.

-Non dirmi che... cerchi anche tu la rugiada!- esclamò, notando la mia espressione.

Arretrai. -Perché la vuoi?- gli chiesi.

-Potrei farti la stessa domanda-

Ci fu un lunghissimo istante in cui ci studiammo con attenzione.

-Io sono Joseph- disse lui, all'improvviso, sorprendendomi.

Lo fissai alcuni istanti, poi sospirai. -Mi chiamo Pania-

-Pania- sembrò quasi assaporare il mio nome -non è la sirena protagonista di una leggenda?-

Avvampai. Come faceva a conoscere quella storia? -Sì, è la protagonista di una leggenda- ammisi -la classica storia d'amore tra una sirena e un mortale-

Joseph sorrise. In quel momento, chissà perché, mi parve di conoscerlo da sempre. -Normalmente gli amanti appartenenti a regni diversi non hanno il lieto fine- commentò.

-Già- sussurrai. Pania rinunciava al suo amore e tornava al mare, dove veniva punita.

-Credo che sia un modo per dire che non bisogna mai scegliere persone troppo diverse- continuò Joseph, poi rise -sei una sirena dei boschi quindi?- scherzò.

-Sarei un caso unico- gli risposi.

-Una delicata sirena dei boschi- proseguì lui -che cerca la rugiada... perché la vuoi?- il suo sguardo era attento, come se volesse soppesare l'espressione del mio viso.

Decisi di dire la verità. Beh, conoscendo Joseph, credo che avrebbe compreso se gli avessi mentito. -Mia madre me ne parla da sempre... devo vincere una gara con mia sorella-

Il volto impassibile di Joseph divenne divertito. Sorrise, i lati delle labbra che si alzavano. -Una sfida con tua sorella?-

-Beth è insopportabile, crede di essere sempre la migliore... e non so neppure perché te lo sto dicendo- mi strinsi nelle spalle -se conoscessi Beth anche tu t'innamoreresti di lei-

-Non credo proprio... quindi hai bisogno della rugiada solo per questo? Non ti servono le sue proprietà curative?-

Scossi la testa.

-Quindi non deve essere la vera rugiada, basta che sia identica-

-Nulla brilla come la rugiada di San Giovanni-

-Abbi fiducia in me- voltò la testa prima da un lato e poi dall'altro -attendi qua-

Ubbidii e restai ferma, mentre lui si allontanava in mezzo alla vegetazione. Non restò via molto, forse appena dieci minuti, che mi sembrarono eterni visto che tutto era avvolto dal buio. Quando comparve teneva tra le mani una foglia verdissima e sopra qualcosa di molto luminoso.

-La rugiada di San Giovanni!- esclamai, fuori di me dalla gioia.

-Non è la rugiada- mi disse lui, con un sorriso divertito.

-Come fa allora a brillare in quel modo?- chiesi, curiosa.

-Questo è un segreto che non ti dirò- allungò la foglia verso di me e io la presi. Le nostre mani si sfiorarono. La sua pelle era calda, ruvida.

-Grazie- mormorai -ma perché lo fai?-

-Non posso aiutarti?- mi sorrise -Mi piace aiutarti-

-Non mi conosci neppure-

-Forse le nostre anime si conoscono già-

Quanto erano veritiere quelle parole! Molto. Mi tirai indietro i capelli, un po' imbarazzata. -Io vorrei aiutarti... perché ti serve la rugiada?- gli chiesi.

Il suo viso s'incupì. Avrei scoperto solo molto tempo dopo il motivo della sua ricerca affannosa e il dolore che nascondeva. -Non ha importanza-

-Grazie- sussurrai ancora.

-Ora devi andare- mi ricordò.

-Sì, a presto- e corsi, il cuore in gola, la foglia in mano. Non sapevo che quell'incontro era solo l'inizio.


NOTE DELL'AUTRICE:

Ciao!

Cosa ne pensate del primo vero incontro tra Pania e Joseph?

A presto!

La sposa del mareWhere stories live. Discover now